
Il 3 febbraio 1960 a Roma muore in un incidente stradale il cantante e attore Fred Buscaglione.
Alla fine degli anni cinquanta Fred Buscaglione era uno degli uomini di spettacolo più richiesti, e non solo come cantante. Era dappertutto: nelle pubblicità, alla televisione e nei film, prima con brevi apparizioni canore, poi in ruoli autonomi incarnando quasi sempre la figura del simpatico spaccone.
La sua attività si faceva sempre più frenetica: girava due o tre film contemporaneamente il mattino, registrava spettacoli televisivi nel pomeriggio, incideva dischi la sera e cantava nei night la notte, spostandosi a bordo di una vistosa auto americana, una Ford Thunderbird che lui chiamava “Criminalmente bella”, come una delle sue canzoni.
Ma il successo ebbe per lui anche conseguenze sgradevoli, dal momento che la moglie Fatima, forse gelosa del suo successo e dei pettegolezzi apparsi sui rotocalchi che lo dipingevano come un tombeur de femmes e che gli attribuivano flirt con le attrici con cui recitava (soprattutto Scilla Gabel e Anita Ekberg), finì col separarsi da lui, che si trasferì all’Hotel Rivoli di Roma.
Forse stanco del suo personaggio di “duro”, sul finire degli anni cinquanta Fred iniziò ad incidere canzoni melodiche, talvolta scritte anche da altri autori come: Guarda che luna, Non partir (di Giovanni D’Anzi e Alfredo Bracchi) e Al chiar di luna porto fortuna (scritta da Carlo Alberto Rossi).
Tre settimane prima della morte, in un’intervista al quotidiano Stampa Sera espresse l’intenzione di ritirarsi nel giro di due anni, affermando: «Prima che la gente mi volti le spalle, Fred il duro sparirà, ed io tornerò ad essere solo Ferdinando Buscaglione».
Buscaglione morì improvvisamente all’alba del 3 febbraio 1960, a soli 38 anni, in un incidente d’auto, mentre rientrava all’hotel Rivoli dopo aver trascorso la notte esibendosi in un night di via Margutta, a Roma[3]. La sua Ford Thunderbird color lilla, giunta all’incrocio fra via Paisiello e viale Rossini nel quartiere romano dei Parioli, si scontrò con un camion Lancia Esatau carico di porfido guidato dal ventiquattrenne Bruno Ferretti, che tentò di soccorrerlo insieme a un metronotte e a un passante. Fermarono un autobus dove caricarono il cantante, che giunse però troppo tardi all’ospedale.
Ai suoi funerali, svoltisi a Torino nella Chiesa di Santa Giulia il successivo 6 febbraio, parteciparono decine di migliaia di persone tra cui molte celebrità della musica e dello spettacolo, da Johnny Dorelli a Gino Latilla e Wanda Osiris.
La scomparsa di Fred Buscaglione, avvenuta nel pieno della sua carriera di cantante e di attore, fu un evento mediatico che ebbe ampie ripercussioni nell’Italia del boom economico. Il suo ultimo film, le cui riprese erano terminate pochi giorni prima del tragico incidente, e che si sarebbe dovuto intitolare A qualcuno piace Fred, uscì nelle sale il 24 febbraio 1960 con il titolo Noi duri ed ottenne immediatamente un enorme successo, restando in programmazione per mesi. Nel film Buscaglione recita con attori famosi come Paolo Panelli, Totò e Scilla Gabel, tenendo la scena con naturalezza e brio.
Le sue canzoni continuarono ad essere ascoltate alla radio e nei juke-box che andavano diffondendosi per la penisola e la folla cosmopolita che invadeva Roma durante le Olimpiadi portò a casa, tra i souvenir, anche i dischi di Buscaglione, accrescendone la conoscenza anche all’estero.
La Rai periodicamente trasmette programmi rievocativi della sua figura usando materiali di archivio ed interviste ad amici e collaboratori. Nel 1980, per il ventesimo anniversario della sua scomparsa, venne trasmesso il programma In memoria di Fred Buscaglione, in cui diversi artisti riproposero i suoi successi accompagnati dall’orchestra diretta da Gorni Kramer. Nel corso del programma Rino Gaetano si esibì in una molto personale e appassionata rivisitazione de Il dritto di Chicago.
Nella stagione 1991-1992 andò in scena il musical Fred, ispirato alla vita di Buscaglione, con la regia di Gino Landi su testi di Umberto Simonetta e Italo Terzoli, dove Umberto Smaila interpretava il ruolo del cantante ed attore torinese.
Nel 1995 nacque a Roma, per iniziativa dell’attore e cantante Federico Scribani, la Fred Forever Jumpin’ Orchestra, una cover band che riproponeva i successi dell’ormai mitico cantante torinese. Il gruppo cambiò in seguito il suo nome in Buscaja, e ancora oggi porta nei suoi concerti la testimonianza dell’arte e dello spirito guascone di Fred Buscaglione, contribuendo a perpetuare il mito di un artista che ci ha lasciato quando aveva ancora molto da darci.
Nel 2008 Fred Buscaglione venne iscritto nel “Pantheon dello Swing Italiano” come uno degli Immortali, nell’ambito del progetto “Sultanato dello Swing” ideato da Freddy Colt con il patronage del pianista jazz Stefano Bollani.