
Il 2 aprile 1982 l’Argentina invade le Isole Falkland: è l’inizio della guerra.
La guerra delle Falkland fu un conflitto militare combattuto tra aprile e giugno 1982 tra Argentina e Regno Unito per il controllo e il possesso delle isole Falkland, della Georgia del Sud e delle isole Sandwich meridionali.
Alla vigilia della guerra l’Argentina si trovava nel pieno di una devastante crisi economica e di una contestazione civile su larga scala contro la Giunta militare che governava il Paese. Il governo, guidato dal generale Leopoldo Galtieri, l’allora presidente, decise di giocare la carta del sentimento nazionalistico lanciando quella che considerava una guerra facile e veloce per reclamare le isole Malvine, di cui l’Argentina rivendicava la sovranità.
Nonostante fosse stato colto di sorpresa dall’attacco argentino sulle isole dell’Atlantico meridionale, il Regno Unito organizzò una task force navale per scacciare le forze argentine che avevano occupato gli arcipelaghi, e riconquistò le isole con un assalto anfibio. Dopo pesanti combattimenti, i britannici prevalsero e le isole rimasero sotto il controllo del Regno Unito.
Le conseguenze politiche della guerra furono profonde. In Argentina crebbero dissenso e proteste contro il governo militare, avviandolo verso la caduta definitiva, mentre un’ondata di patriottismo si diffuse nel Regno Unito, ridando forza al governo del primo ministro Margaret Thatcher.
Il vittorioso conflitto diede fiato alle ambizioni britanniche di potenza post imperiale (dopo la grave delusione seguita alla decolonizzazione e alla sconfitta nel conflitto di Suez), dimostrando che il Regno Unito aveva ancora la capacità di proiettare con successo la propria potenza militare anche in una guerra a enorme distanza dalla madrepatria.
A tutt’oggi l’Argentina reclama la sovranità sulle isole Falkland.