
Il 21 agosto 1991 la Lettonia dichiara l’indipendenza dall’Unione Sovietica.
La Repubblica di Lettonia (in lettone Latvijas Republika) è uno Stato membro dell’Unione europea (64 589 km², 2 252 060 abitanti secondo i dati del 2012, capitale Riga) situato nell’Europa nord-orientale; confina a nord con l’Estonia (267 km), a est con la Russia (217 km), a sud-est con la Bielorussia (141 km) e a sud con la Lituania (453 km), ed è bagnata a ovest dal Mar Baltico.
La Lettonia è una repubblica parlamentare; la carica di primo ministro è attualmente ricoperta da Māris Kučinskis, dall’11 febbraio 2016, mentre l’attuale presidente è Raimonds Vējonis, dal 5 luglio 2015.
La lingua ufficiale è il lettone.
Dal 1º gennaio 2014 la nazione baltica ha adottato l’euro, divenendo il diciottesimo paese dell’area euro. L’euro ha sostituito il lats, precedente valuta ufficiale del paese.
Terra anticamente abitata da popoli nomadi dediti alla pesca e alla caccia,il territorio fu colonizzato dai livoni, popolo di ceppo ugrofinnico, ai quali si aggiunsero i lettoni, una popolazione indoeuropea.
L’Ordine Teutonico iniziò la conversione delle popolazioni locali al cristianesimo agli inizi del XIII secolo. Protagonista dell’evangelizzazione della Lettonia fu Alberto di Buxhövden, che fondò l’attuale capitale Riga insediando la sede vescovile e sottomettendo il popolo dei livoni con la collaborazione dei cavalieri dell’Ordine Teutonico.
Nel 1207 la Livonia fu riconosciuta come feudo dell’impero e spartita tra la città di Riga, il vescovato e l’Ordine Teutonico. Nel 1236 l’intera regione passò totalmente sotto l’autorità dei Cavalieri, rimanendo parte dell’impero fino al 1561, quando il regno di Polonia congiunse le province di Letgallia e Livonia a Nord del fiume Daugava, mentre le province di Curlandia e Semigallia, furono unite nel Ducato di Curlandia, stato indipendente sotto la sfera d’influenza della Polonia.
La Svezia nel 1621 conquistò Riga e la provincia di Livonia, perdendole nel 1721, durante le Guerre del Nord. La Lettonia finì così nella sfera d’influenza dell’Impero russo, che la sottopose a un intenso processo di russificazione mantenendo nella capitale il tedesco come lingua ufficiale.
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Governatorati baltici.
A partire dal 1721 la Lettonia apparteneva ai cosiddetti Governatorati baltici dell’impero russo. Nel 1795, con la terza spartizione della Polonia, la Russia di Caterina II si assicurò il controllo dell’intero territorio dell’attuale Lettonia.
Durante la Prima guerra mondiale il territorio della Lettonia, ceduto dai russi con la Pace di Brest-Litovsk, venne temporaneamente occupato dalla Germania, che costituì l’Ober Ost.
Il 18 novembre 1918, poco dopo la resa della Germania, fu proclamata l’indipendenza. A questo punto i sovietici tentarono di riprendersi i territori ceduti con la loro resa durante la Prima guerra mondiale, ma trovando una forte opposizione lettone ne scaturì una Guerra di indipendenza lettone. Dopo due anni di aspre battaglie per mantenere l’indipendenza, quest’ultima venne riconosciuta anche dalla Russia bolscevica l’11 agosto 1920.
In seguito all’indipendenza riconosciuta anche dalla Russia, il paese conobbe un periodo di democrazia che durò fino al 1934. In tale anno, Kārlis Ulmanis, che più volte aveva ricoperto la carica di Primo Ministro, sciolse il Saeima, il Parlamento lettone, e instaurò una dittatura.
Il 23 agosto 1939 la Germania nazista e l’URSS firmarono il patto Molotov-Ribbentrop, che poneva la Lettonia nella sfera d’influenza sovietica, mettendo fine alla dittatura di Ulmanis. Nell’agosto del 1940 il paese venne occupato dall’Armata rossa e la Lettonia, come gli altri Stati baltici, divenne una delle repubbliche dell’Urss, la Repubblica socialista sovietica lettone. Gli Stati Uniti d’America, con la dichiarazione di Welles (23 luglio 1940), notificarono all’Unione Sovietica che essi non avrebbero mai riconosciuta come legittima tale annessione. L’anno successivo, Ulmanis venne arrestato dalle forze sovietiche e morirà in un carcere di Krasnovodsk.
Nel 1941, con l’operazione Barbarossa, la Germania invase l’Urss e occupò la Lettonia.
Alla fine della Seconda guerra mondiale l’Unione Sovietica rioccupò la Lettonia, che, nei cinque anni successivi al conflitto, venne sottoposta alle purghe del regime staliniano, perdendo la propria indipendenza. Intensa fu la politica di “russificazione” imposta da parte dei sovietici, che mise quasi a rischio l’identità nazionale.
Il 4 maggio 1990 venne emanata una Dichiarazione di indipendenza transitoria, che divenne definitiva il 21 agosto 1991, data in cui il paese riconquistò la propria indipendenza dall’Unione Sovietica, al momento del suo crollo. L’Urss riconobbe la Lettonia come Stato indipendente il 6 settembre 1991.
Dopo l’indipendenza la Lettonia avviò il cammino di integrazione europea, culminato nell’adesione all’Unione europea il 1º maggio 2004; in precedenza, il 20 settembre 2003 il 66,9% dei lettoni in un referendum approvò l’adesione all’Unione europea. Pochi giorni prima, il 29 marzo 2004, la Lettonia entrò a far parte della Nato.
Dal 1º gennaio 2014 la Lettonia ha adottato la moneta unica europea: l’euro, divenendo così il 18º paese dell’area euro.