25 ottobre 1854: la carica dei 600 a Balaclava

SMA MODENA
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25 Ottobre 1854: a Balaclava la cavalleria inglese viene mandata al macello, ma la sua carica diventa leggendaria. 

Il 25 Ottobre del 1854 nella valle di Balaclava a sud di Sebastopoli durante la guerra di Crimea avveniva uno degli episodi più eroici, futili ed insensati della storia militare britannica, quando la brigata di cavalleria leggera al comando di Lord Cardigan fu lanciata in una carica suicida contro posizioni russe difese da cannoni.

Nel corso della battaglia che opponeva forze franco-britanniche ai Russi, il comandante dell’esercito Lord Raglan dettò un vago ordine affinché la cavalleria comandata da George Charles Bingham, 3º Conte di Lucan, impegnasse il nemico intorno 10.45 del mattino. L’ordine, consegnato dall’aiutante di campo di Raglan, il capitano Louis Edward Nolan del 15º Ussari, lasciò Lucan esterrefatto ed indeciso sul da farsi poiché le posizioni nemiche da attaccare non erano state ben specificate. Sembra che Nolan, spazientitosi per l’indecisione di Lucan, alzò il braccio in direzione dell’altra estremità della valle esclamando con tono arrogante “There is your enemy. There are your guns, my Lord” (Là c’è il vostro nemico. Là ci sono i vostri cannoni, signore). In fondo alla valle si trovava una batteria di quattordici cannoni russi al comando di Ryzhov dietro la quale si era raggruppata la cavalleria russa respinta da una precedente carica e dal 93° Highlander.

Irritato dal comportamento di Nolan, Lucan lo mandò via invece di inviarlo da Raglan chiedendogli chiarimenti, e poi si recò da James Thomas Brudenell, 7º Conte di Cardigan, suo subalterno nonché suo cognato, affermando che Raglan aveva ordinato alla cavalleria di prendere le posizioni russe nella valle. A quelle parole si aprì fra i due un alterco con Cardigan che mise in discussione l’ordine. Era chiaramente una pazzia caricare frontalmente una posizione nemica difesa su tre lati da artiglieria e fanteria, ma Lucan tagliò corto dicendo che, nonostante l’insensatezza della decisione del comandante supremo, “Non abbiamo altra scelta che obbedire”.

Cardigan ordinò quindi agli uomini della sua brigata, composta dal 4° e 13° Dragoni Leggeri, dal 17° Lancieri e dall’8° e 11° Ussari, di salire a cavallo e prepararsi. La brigata, schierata su due linee con il 17° Lancieri che avrebbe fatto da squadrone di direzione, si dispose con ciascuno dei suoi reggimenti costituito da due file, la seconda separata dalla prima solo per la lunghezza della metà di un cavallo. Lord George Paget assunse il comando della seconda linea, mentre Cardigan si schierava con la prima dove molti soldati, che all’arrivo di Lucan e dalla lite fra i due avevano intuito, erano ormai sicuri di quanto stava per accadere. Come in seguito ricordò John Richardson, dell’11° Ussari, “Ogni soldato era in grado di capire l’entità dell’errore che si stava compiendo, ma tutto quello che dovevamo fare era ubbidire agli ordini”.

Cardigan diede il primo ordine “Sguainate le sciabole!” seguito dal comando di avanzare e alle 11.10 gli squadroni si mossero. Raglan, in grado di vedere le posizioni russe, assisteva con orrore a quanto stava accadendo sotto i suoi occhi.

I cavalleggeri avanzarono inizialmente alla velocità di 6,5 chilometri orari, e quando la prima linea si allontanò dalla seconda, Cardigan diede l’ordine “Trotto”. Le trombe suonarono e i due reggimenti che lo seguivano aumentarono la velocità a circa 12 chilometri mentre dalle alture circostanti e di fronte a loro gli artiglieri russi sparavano con i cannoni. Costoro, vedendo una nuvola di polvere che aumentava, capirono presto che reparti di cavalleria nemica stavano risalendo la valle e non persero tempo ad aprire il fuoco. Il soldato Henry Taylor del 13° Dragoni Leggeri ricordò in seguito come uno dei primi colpi “esplose e uccise il capitano Nolan. Non dimenticherò mai l’urlo che emise; mi risuonò nelle orecchie sopra il ruggito dei cannoni”. Una scheggia gli aveva trapassato il cuore ed il cavallo, scoprendo che il cavaliere non aveva più il controllo, svoltò violentemente a destra scagliando a terra il corpo senza vita.

Gli Inglesi coprirono i 1.200 metri che li separavano dai cannoni nemici in 7 minuti e dopo un breve e violenta mischia li misero fuori uso. A quel punto Cardigan aveva perso quasi metà degli uomini. I restanti respinsero alcuni reparti della cavalleria russa, ma furono infine costretti a ritirarsi quando si resero conto che nessun rinforzo stava arrivando. A rischio ormai di essere circondati, i sopravvissuti combatterono per ripercorrere a ritroso la valle, sotto il fuoco proveniente dalle alture mentre i Russi cercavano di bloccare la ritirata. Ricostruendo la carica, il tenente Stefan Kozuskov disse che “Gli Inglesi scelsero di fare quello che noi non avevamo nemmeno preso in considerazione, perché nessuno lo riteneva possibile. Scelsero di caricare di nuovo la nostra cavalleria, questa volta percorrendo lo stesso terreno cosparso dei loro morti e feriti. Quei folli cavalleggeri stavano facendo quello che nessuno aveva pensato si potesse fare”. Era l’unico modo per ritornare alle posizioni d partenza dietro le proprie difese. Nella confusione che li circondava il tenente colonnello Douglas dell’11° Ussari vide uomini e cavalli muoversi davanti a sé ed esclamò “Sono il 17°. Uniamoci a loro!”. In quel momento il tenente Roger Palmer gli andò incontro e disse “Le chiedo scusa colonnello, quello non è il 17°, quello è il nemico”. Al che Douglas aggiunse “Be…. dobbiamo solo ritirarci un po’ e poi passarci in mezzo”. Così con gli Ussari dell’11° caricarono i lancieri russi e si aprirono un varco.

Prima della carica, la Brigata Leggera possedeva una forza di 673 uomini a cavallo. Al rientro era ridotta a 195, con 247 morti e feriti e la perdita di 475 cavalli. A corto di uomini, Raglan non poteva rischiare ulteriori assalti sulle alture che rimasero in mano ai Russi. Le perdite subite nella carica ed il chaos che ne fece seguito impedirono qualsiasi ulteriore iniziativa degli Alleati per il resto della giornata. L’inutilità dell’azione a il coraggio con cui fu portata a termine indussero il maresciallo francese Bosquet ad affermare “C’est magnifique, mais ce n’est pas la guerre… C’est de la folie” (E’ magnifico ma non è guerra… è follia).

Ai 662 cavalleggeri della Brigata Leggera che presero parte all’azione, incluso Nolan, vanno aggiunti anche due ufficiali appartenenti alle forze piemontesi del Regno di Sardegna che cavalcarono insieme agli Inglesi a Balaclava. Questi erano il maggiore Govone e il sottotenente Landriani che, aggregati come osservatori alla cavalleria francese, quando venne dato a Raglan l’ordine di caricare chiesero di potersi unire alla Brigata Leggera. Entrambi furono feriti e uno di loro fu preso prigioniero.

Lord Cardigan, sopravvissuto agli eventi di quella giornata, fu accolto in patria da eroe e la carica della cavalleria inglese decimata dal fuoco nemico entrerà nella leggenda. Meno di due mesi dopo, il 9 Dicembre, sulle pagine dell’Examiner sarebbe stata pubblicata la poesia di Alfred Tennyson che avrebbe immortalato nell’immaginario collettivo la carica di Balaclava, dove “nella valle della morte, fra le fiamme dell’Inferno, cavalcarono i seicento”.

Alessandro Guardamagna