Il 27 novembre 1868 nel massacro del Washita George Armstrong Custer, tenente colonnello dell’esercito statunitense, guida un attacco contro un gruppo di pacifici Cheyenne che vivono nelle riserve.
Alla fine del XX secolo, un periodo di attivismo per i diritti civili di nativi americani e delle minoranze, e di protesta per la guerra del Vietnam, film ed altri media rifletterono i cambiamenti nella prospettiva storica dalla battaglia del Washita. Usarono l’evento per rappresentare i problemi contemporanei. Nel film del 1970 Il piccolo grande uomo, basato sul romanzo del 1964 di Thomas Berger, il regista Arthur Penn raffigurò l’attacco del 7º cavalleria al villaggio di Black Kettle sul Washita come un massacro, paragonandolo al massacro di My Lai operato nel 1968 dalle truppe statunitensi in Vietnam.
Il film per la televisione del 1991 intitolato Custer figlio della stella del mattino, basato sul romanzo omonimo (Son of the Morning Star) di Evan Shelby Connell, presentò la battaglia dal punto di vista di Kate Bighead (Cheyenne) e Elizabeth Custer. Mostra capo Black Kettle ucciso dai soldati di Custer, e Custer che non aspetta notizie del maggiore Elliott. L’episodio 4 della miniserie TV del Into the West parla brevemente dell’attacco di Custer al villaggio di Black Kettle.
La serie televisiva La signora del West ha trasmesso uno speciale episodio doppio intitolato Washita il 29 aprile 1995. L’episodio è ambientato durante l’attacco del Washita in Colorado invece che in Oklahoma, sito della vera battaglia. Romanza Custer mentre cerca deliberatamente di far credere ai coloni del Colorado che non ci sia differenza tra Black Kettle e la sua tribù, mostrati pacifici, ed i Soldati Cane che attaccavano fattorie e ferrovie. Il personaggio principale, Dr. Michaela “Mike” Quinn, tentò inutilmente di discutere con Custer e di avvisare Black Kettle dell’imminente massacro.
Nel film del 2003 intitolato L’ultimo samurai, Tom Cruise interpreta il capitano Nathan Algren, veterano del 7º cavalleria negli anni 1860. La sua partecipazione ai fatti di Washita, mostrati come un massacro, ne causa continui incubi.