
Caro Direttore,
dopo una lunga assenza ed il trasferimento oltremanica, le invio una opinione che non vuole essere solo una provocazione, ma un parere controcorrente, in vista delle prossime elezioni amministrative.
Le devo garantire che dei candidati o dei candidabili, non m’interessa molto, visto cha al momento d’idee non se n’e’ sentita alcuna. Nel campo PD l’unico di cui mi e’ giunta voce di idee interessanti mi sembra essere Scarpa, nonostante le primarie saranno vinte da Costi, che fino ad ora, forse per non scontentare nessuno si e’ guardato bene dall’esprimere pubblicamente le proprie.
Nell’altro campo, a parte devo rimarcare una certa crescita di Pizzarotti, cui l’esperienza acquisita senza fare bene e cui sono tutto sommato grato, per avere garantito a Parma un periodo di stasi e di riflessione, oltre ad avere il merito incontrovertibile di aver rimesso il bilancio cittadino in un decente stato di equilibrio.
Tuttavia credo il dibattito politico possa assumere toni più interessanti e provo a lanciare quella che non credo sia solo una provocazione.
Spero che arrivi una candidatura interessante, che potrebbe dare un po’ di verve al confronto elettorale e rimettere Parma in primo piano, come merita. In particolare, spero che qualcuno riesca a candidare last-minute un personaggio tipo Lucchi o Censi, che sicuramente potrebbero, per propria capacità comunicativa, ridurre il torpore di questa campagna elettorale sonnolenta.
Di fronte alla crisi Europea, visibile e palese, soprattutto nei recenti dati economici sul surplus commerciale, e soprattutto di fronte al continuo disastro nostrano servono nuove strade. Da un lato mi auguro, da europeista convinto, che la crisi permetta di passare dall’attuale Europa, dell’attuale non si sa che cosa sia, ad una autentica federazione o confederazione Europea sul modello degli Stati Uniti. Questa credo che sia la grande occasione che l’Europa si trova di fronte dopo la Brexit, passare da un astratto concetto di mercato unico ad una realtà politicamente omogenea. Tuttavia, sono purtroppo convinto che la pochezza e l’arroganza dell’attuale classe politica europea riuscirà a perdere l’occasione rischiando di distruggere per decenni il sogno europeo. Almeno fino alla prossima guerra sul suolo europeo.
Di fronte a questo drammatico scenario, mi auguro, infatti, che si candidi qualche candidato d’autentica sinistra. Le preannuncio di non considerare sinistra, quella attuale italiana, che a parte pochi elementi di disturbo, ha assunto una connotazione terzomondista ed internazionalista che con i temi del lavoro e del sociale caratteristici della tradizione di sinistra non hanno nulla a che fare. Sinistra significa primato del lavoro e anche capacità di creare situazioni propizie per investimenti e per creazione di nuova occupazione reale. Scenario, questo, da cui purtroppo la sinistra italiana si e’ drammaticamente allontanata. Mi ricordo a tale proposto una frase del vecchio onorevole reggiano Sacchetti, che recitava più o meno cosi: la sinistra in Italia ha senso nella misura in cui ha la capacità di produrre ricchezza e favorirne la redistribuzione.
Purtroppo, avendo parte rilevante della sinistra italiana tradito questo mandato, si verifica oggi, come non mai, lo spostamento a destra di ampie fasce dell’antico elettorato di sinistra.
Non riesco a capire, quindi, perché di fronte all’odierno sfacelo italiano ed europeo non si presenti a Parma, una sincera lista indipendentista, che magari proponga l’adesione dell’antico Ducato al Regno Unito, anche alla luce della forte crescita economica del post Brexit al ritmo del 2.5% al trimestre.
Si tratta per ora solo di una provocazione, ma fino ad un certo punto, visto che porterebbe solo chiari vantaggi al nostro territorio, che potrebbe diventare sia la portaerei britannica nel cuore del mediterraneo, sia il centro agroalimentare dell’intero Commonwealth, il quale alla luce di politiche economiche intelligenti, e, spesso, ferocemente fedeli alla teoria keynessiana classica (una volta cara alla sinistra italiana, che sembra aver perso ogni riferimento), presenta multipli di crescita assai piu’ significativi dell’Europa.
A questo si aggiunge un certo livello di gradimento per i nostri prodotti di eccellenza. Ad esempio qualche sera fa ero a cena da un amico d’origine scozzese. Sua moglie mi ha deliziato con ottimi tortelli d’erbetta, senza neppure sapere che fossero italiani. Sentendo la mia competenza sull’argomento mi ha chiesto di condirli. A giudicare dalle sue parole non li aveva mai mangiati così buoni, forse per l’uso d’ottimo burro in luogo della margarina e di un discreto parmigiano, in luogo del seppur apprezzabile (per altri usi gastronomici) Ceddar extramature.
Un caro saluto da Sheffield, nel cuore profondo della Brexit, dove sto godendo per i risultati del Parma di D’Aversa e dello Sheffield United entrambe in “terza serie” ed entrambe in lotta per una possibile promozione.
Che ne dici se mettessimo in piedi una specie di gemellaggio internazionale?
Michele Trancossi