31 ottobre 1892: pubblicate Le avventure di Sherlock Holmes

SMA MODENA
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Il 31 ottobre 1892 Arthur Conan Doyle pubblica Le avventure di Sherlock Holmes.
Le avventure di Sherlock Holmes è una raccolta di racconti, con protagonista Sherlock Holmes. La raccolta venne pubblicata per la prima volta nel 1892, anche se i racconti che la compongono furono editi individualmente sullo Strand Magazine tra il luglio 1891 e il giugno 1892, arricchiti dalle illustrazioni di Sidney Paget.
Nel 1987 il critico e scrittore H.R.F. Keating ha inserito The Adventures of Sherlock Holmes nella lista dei 100 migliori gialli letterari della storia del poliziesco.
Sherlock Holmes rappresenta l’investigatore per antonomasia, criminologo e uomo d’azione, dotato di un’altissima capacità deduttiva con la quale cerca prove fisiche e materiali per risolvere le sue indagini (caratteristiche mancanti nell’altro grande detective della narrativa inglese, Hercule Poirot). In questi dodici casi Holmes appare in splendida forma: il suo amore per la verità lo spinge a portare a termine le indagini anche senza un compenso.
Il Dottor Watson è la fedele spalla di Holmes. In questi racconti svolge la funzione di io narrante, anche se Doyle non gli dedica uno spazio proprio, come invece accade nei romanzi (ad esempio ne Il segno dei quattro o ne Il mastino dei Baskerville).
Nel 1939 la 20th Century Fox ha distribuito un film omonimo, dove il protagonista viene interpretato da Basil Rathbone, che non ha nulla a che fare con la fonte letteraria.
Nel 1984-1985 la Granada TV ha proposto una trasposizione televisiva delle avventure di Sherlock Holmes, interpretata da Jeremy Brett e affiancato da David Burke, nel ruolo del dottor Watson. La serie è divisa in due stagioni e raccoglie tredici episodi.
La raccolta viene citata da P.G. Wodehouse nel romanzo umoristico Le imprudenze di Archie pubblicato nel 1921: Lord Seacliff, amico ubriacone del protagonista Archie Moffam, non riuscendo a prendere sonno, decide di leggere il libro ed, in particolare il racconto “L’avventura della banda maculata”. Questi, suggestionato dalle vicende narrate, e, ovviamente, violentemente terrorizzato dai serpenti, rimane letteralmente sconvolto quando, poi, vede materializzarsi davanti a sé, come nel racconto citato, un serpente vero. La circostanza, come in tutti i romanzi dello scrittore inglese, è fonte di equivoci e di esilarati sviluppi farseschi, resi ancora più comici dal confronto con il racconto citato, all’epoca famosissimo.