“I Cannibali al Museo Cinese” incontro con Viviano Domenici intervistato da Luigi Alfieri

Ha scovato le uova di dinosauro in Mongolia e seguito le orme fossili in Brasile, ha scoperto depositi di armi chimiche sovietiche abbandonati nel lago di Aral, ha pranzato coi cannibali in Papuasia, ha inseguito le antiche civiltà delle isole Marchesi, ha vissuto con gli indios Yanomani in Brasile, ma soprattutto, è stato e resta una bandiera del Corriere della sera. Viviano Domenici, classe 1940, originario di Livorno, è stato assunto al Corrierino dei piccoli da Dino Buzzati.

In un lampo è passato al quotidiano di via Solferino divenendo compagno di banco di Indro Montanelli, Eugenio Montale, Ettore Mo. Ma anche dei parmigiani Luca Goldoni, Maurizio Chierici, Bruno Rossi. Ha fondato e diretto per decenni l’inserto scienza del giornale, rivelandosi paleontologo, archeologo e antropologo di vaglia.

In questa ultima veste, il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma lo avrà ospite nella sua Sala Incontri, in via San Martino 8, mercoledì 27 marzo alle ore 18. Il giornalista e scrittore luigi Alfieri lo intervisterà invitandolo a parlare di scienza, giornalismo, costume. La conversazione prenderà spunto dalle stupende collezioni del Museo (“finalmente potrò conoscere questa importante realtà”, ha dichiarato Domenici al momento di accogliere l’invito), fino ad arrivare a parlare degli argomenti che più stanno a cuore a Domenici, che li ha tratteggiati in una dozzina di libri di grande successo; due di essi, Notte di stelle e C’è qualcuno là fuori, scritti a quattro mani con Margherita Hack. Si parlerà molto anche di un’altra opera: A cena coi cannibali (De agostini, 2011), che racconta le avventure dell’inviato-esploratore Domenici nell’isola di Papua.

Ospite di una tribù indigena, scoprì casualmente di trovarsi tra antropofagi. Si rivolse al capo e con l’ausilio di un improbabile traduttore chiese: “Non è che ora mi mangiate?”. Sorprendente la risposta: “No perché i bianchi si contano. Se ne manca uno, poi lo vengono a cercare”. Ancora oggi, il giornalista si chiede se si tratta di uno straordinario caso di umorismo della foresta, o di uno scampato pericolo. L’incompatibilità delle lingue non ha permesso approfondimenti.

Al termine dell’incontro, sarà possibile visitare le sale del Museo d’Arte Cinese ed Etnografico.

E’ possibile per i visitatori parcheggiare l’auto nel cortile interno del Museo.

Il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico

Il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico è considerato tra i più importanti Musei d’arte cinese nel mondo.
Il Museo nasce nel 1901 quando il Senatore Lampertico di Vicenza fa dono di alcuni pregevoli pezzi di arte cinese a San Guido Maria Conforti, Vescovo di Parma e Fondatore dei Missionari Saveriani. Da questa
prima donazione nasce il Museo che oggi, grazie ad apporti continui dei tanti missionari Saveriani nel mondo, è diventato la testimonianza materiale della costante attenzione alle culture extraeuropee da parte
dell’ordine.
Fino agli anni ’50 i Saveriani presenti in Cina raccolgono pezzi significativi di quasi tutte le epoche. In seguito si aggiungono anche altre raccolte a carattere prevalentemente etnografico e provenienti da altre aree
geografiche quali Africa, Giappone, Indonesia, Polinesia e Messico, insieme a pregevoli donazioni da parte di collezionisti privati.

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