Regione ER: “Le elezioni regionali a marzo ipotesi inesistente. Al voto entro gennaio 2020”. M5S: “Bonaccini ha paura di perdere”

Come già spiegato con chiarezza in Aula dalla Giunta durante il questione time nella seduta del 26 febbraio scorso, in base alle norme in vigore le elezioni regionali si potranno tenere in una finestra temporale di tre mesi e non oltre i 60 giorni successivi la scadenza della legislatura, domenica 26 gennaio 2020. E non c’è naturalmente alcuna possibilità di andare contro le norme stesse. Quanto si legge oggi sulla stampa rispetto a ipotesi di voto a marzo, alle quali starebbe lavorando la Giunta regionale, è quindi totalmente infondato.

Il parere chiesto dagli uffici al professor Giandomenico Falcon è servito poi a fare ulteriore chiarezza sull’applicazione della disciplina relativa alla consultazione regionale, con competenze che sono sia statali che regionali. In particolare, è stato chiesto se servisse o meno il recepimento da parte dell’Assemblea legislativa delle norme nazionali in materia, ma non c’è alcun riferimento a elezioni regionali oltre la data del 26 gennaio, ipotesi quest’ultima inesistente e non contemplata né dalla legge regionale, né da quella nazionale. Peraltro, il parere del costituzionalista, arrivato oggi in Regione, conferma che si potrà votare tra il 27 ottobre 2019 e il 26 gennaio successivo, senza bisogno di alcuna legge regionale di recepimento: la legge nazionale, conferma infatti il professore, risulta con ogni evidenza auto-applicativa.

Le dichiarazioni rilasciate da esponenti politici della destra appaiono quindi destituite di fondamento, dal momento che non trovano riscontro alcuno né in risposte ufficiali della Giunta, né in atti formali quali il quesito posto al professor Falcon. I termini minimi e massimi per la scadenza elettorale, fissati rispettivamente dalla legge regionale e da quella nazionale, non sono mai stati oggetto di approfondimento in sé, essendo definiti in modo esplicito.

Di fronte a una scadenza non immediata – ovvero la convocazione delle elezioni regionali, che deve avvenire entro i 50 giorni che precedono la data stessa del voto, come peraltro è sempre avvenuto nei precedenti fine legislatura -, la Giunta resta pertanto impegnata a lavorare sul proprio programma, a partire dal completamento di misure importanti per cittadini, imprese e territori, fra cui il taglio dell’Irap per le aziende nei Comuni montani, l’introduzione del sostegno per l’affitto alle famiglie, il taglio dei tempi d’attesa nei pronto soccorso, lotta al dissesto idrogeologico.

Definiti e ribaditi dunque i termini della questione, è auspicabile che il confronto tra le forze politiche di maggioranza e opposizione possa rimettere al centro le politiche per i cittadini.


“A febbraio scorso la Giunta rispose in aula a un nostro question time assicurando che la data delle prossime elezioni regionali non potesse andare oltre il 26 gennaio del 2020. Oggi, invece, scopriamo che subito dopo l’esito dei ballottaggi si è deciso di sentire il parere di un costituzionalista per fosse lecito far slittare la data a marzo o chissà a quando.

Evidentemente Bonaccini confonde le regole della democrazia con una puntata di Game of Thrones visto che sta facendo di tutto pur di rimandare il suo sempre più probabile addio alla poltrona di viale Aldo Moro”. È questo il commento di Andrea Bertani, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo alle polemiche che si stanno susseguendo in questi giorni sulla data delle prossime elezioni regionali. “Come abbiamo più volte ribadito in questi mesi per noi la data delle elezioni regionali è legata indissolubilmente alla scadenza naturale dell’attuale legislatura – aggiunge Andrea Bertani – Già ipotizzare una tornata elettorale all’ultimo giorno utile, cioè il 26gennaio 2020, sarebbe un azzardo. Farla slittare a marzo o in primavera inoltrata poi sarebbe un colpo di mano vero e proprio, del tutto ingiustificabile e determinato solo dal terrore da parte del PD di perdere la guida della Regione. Bonaccini, che lo ricordiamo nel 2014 ha vinto in una tornata elettorale che ha avuto il record negativo di affluenza e partecipazione, dovrebbe avere più rispetto per il voto dei cittadini. Sono loro che decideranno chi dovrà guidare l’Emilia-Romagna per i prossimi 5 anni, non lui né il suo partito”.

lombatti_mar24