CIAC: “I Comuni non sono in alcun modo vincolati dal “Decreto Salvini” a ridimensionare il progetto Sprar/Siproimi che gestiscono”

In merito al dibattito sui sistemi di accoglienza che in questi giorni si è sviluppato a Parma, Ciac ritiene di fare alcune considerazioni, pur non volendo entrare nella discussione politica.

Senza mettere in contrapposizione Sprar e Cas (basati su bandi prefettizi rivolti a privati), riteniamo che la progettualità e la responsabilità dell’ente locale siano elementi da difendere e da privilegiare. Ciò è garantito solo dal sistema Sprar (ora Siproimi) di cui è titolare il Comune stesso, trattandosi quindi del sistema pubblico che è caratterizzato, da sempre, da una rendicontazione economica rigorosa e dalla presenza di personale molto qualificato.

I Comuni non sono in alcun modo vincolati dal “Decreto Salvini” a ridimensionare il progetto Sprar/Siproimi che gestiscono. Diverse amministrazioni hanno scelto di non ridurli, ad esempio Bologna ha confermato i mille posti che gestiva sino ad oggi. Riteniamo opportuno, quindi, puntare alla conservazione dei posti a gestione pubblica.

Tanto più che i titolari di protezione umanitaria, che il decreto Salvini ha escluso dallo Sprar, potrebbero esservi riammessi alla luce di una importante sentenza del Tar di Brescia dello scorso 10 luglio. E’ presumibile, quindi, che nei prossimi mesi saranno centinaia i ricorsi che porteranno ad un aumento dei posti necessari.

Condividiamo, infine, la preoccupazione espressa dall’assessore Laura Rossi e dal consigliere Marjon Gajda, riguardo alle condizioni dei tanti cittadini migranti che, per effetto del decreto Salvini, già oggi si trovano senza possibilità di accoglienza, perdono il posto di lavoro e vanno trasformandosi in senza fissa dimora presenti sul nostro territorio. Una condizione in continua crescita.

CIAC

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