
“Con 1.670 minori complessivamente in carico ai servizi sociali di 11 Comuni del distretto che hanno 105mila abitanti; con 64 bimbi e adolescenti sostenuti da forme di accoglienza concertate e autorizzate dalla Magistratura (34 affidi familiari, 23 affidi in Comunità e 7 Comunità madre-bambino), e che vede solo Istituzioni pubbliche lavorare in equipe, senza l’ausilio di privati per pratiche che qualcuno oggi potrebbe definire oscure; con 879.508 euro per la rete di accoglienza e protezione approvati, stanziati e investiti all’unanimità dai Comuni governati da tutti i colori politici: ecco, possiamo dire che nel nostro Distretto abbiamo una macchina che fino ad ora ha funzionato bene a tutela dei minori e delle famiglie. Un contributo di esperienza su questo servizio che oggi mettiamo a disposizione di Governo e Regione per migliorare la rete di protezione pubblica di bimbi e ragazzi in tutto il Paese”.
Così Andrea Massari, Sindaco di Fidenza e Presidente del Comitato di distretto – il tavolo che riunisce tutti i Sindaci degli 11 Comuni, con funzioni di indirizzo e di controllo sul sistema degli interventi e delle prestazioni sociali –, commenta la seduta monotematica che si è svolta oggi nella sala consiliare borghigiana. Presenti le delegazioni di tutti i Comuni: Andrea Massari (Sindaco di Fidenza), Nicola Bernardi (Sindaco di Sissa-Trecasali), Tommaso Fiazza (Sindaco di Fontevivo), Alessandro Gattara (Sindaco di Roccabianca), Giorgio Pigazzani (Assessore di Salsomaggiore), Marco Bertolani (Assessore di Noceto), Elisa Guareschi (Assessore di Busseto), Brunella Mainardi (Assessore di Polesine-Zibello), Laura Biloni (Assessore di Fontanellato), Remo Pezzani (Consigliere delegato di Soragna), Ketty Pellegrini (Vicesindaco di S. Secondo P.se)
“Con gli altri Comuni abbiamo convenuto che la vicenda di Bibbiano sarà finita quando la magistratura arriverà a sentenza. Intanto il nostro Distretto e i suoi Sindaci, come sempre, hanno discusso con grande trasparenza del lavoro che qui conduciamo. Anche oggi ci siamo trovati tutti concordi nel valutare come innovativo e rigorosamente rispettoso della legge il paniere dei servizi offerti, pensati per portare sollievo nelle famiglie dove c’è tanta sofferenza. Per questo desidero ringraziare non solo i colleghi Sindaci per la qualità del confronto ma anche le assistenti sociali, il personale di Asp, il personale di Ausl, le famiglie affidatarie per il loro impegno quotidiano”.
LA MAGISTRATURA PERNO DEL SISTEMA AFFIDI
La seduta del Comitato ha messo a fuoco tutte le protezioni che sono attive per i minori e le loro famiglie. “Il punto di partenza deve essere chiaro: i servizi sociali non si svegliano alla mattina decidendo di togliere un minore alla sua famiglia. La decisione spetta alla magistratura e nel nostro distretto tutte le relazioni richieste dai giudici prima e durante l’iter sono fornite non da un singolo assistente sociale ma da un’equipe composta da più assistenti sociali e più specialisti Ausl, cui competono le valutazioni psicologiche, le attività di psicoterapia e di neuropsichiatria”, osserva Massari.
I NUMERI DELL’AFFIDO FAMILIARE
La misura dell’affido è prevista per proteggere i minori da una situazione di rischio e per permettere alle famiglie naturali di poterle risolvere, dura 24 mesi (durante i quali sono scritte relazioni periodiche) e solo il giudice può decidere di prorogarla oltre. Sono 34 i minori in affido famigliare in tutto il distretto, erano 37 nel 2018, 34 nel 2017. Una forma di protezione costata 198.448 euro nel 2018, 178.485 euro nel 2017. Inutile dire che non ci sono storie di personale coinvolto nella filiera decisionale per gli affidi che ha adottato uno dei bimbi assistiti. Due bimbi sono stati adottati nel 2018 e una procedura di adozione è attualmente in via di perfezionamento.
BAMBINI E RAGAZZI IN COMUNITA’
Poi abbiamo 23 tra bimbi e ragazzi (alcuni dei quali con gravi forme di disabilità certificate ai sensi della legge 104) che sono inseriti in Comunità specializzate di tipo familiare o educativo o psico-educative. Come sanno i Sindaci del distretto che hanno votato i bilanci, nel 2015 con 30 casi spendevamo 393.471 euro, nel 2018 la spesa è balzata a 602.578 euro.
NIENTE SPRECHI DI DENARO
In tutti i casi di affido, chi accoglie un minore riceve una somma in denaro, il cui tetto massimo è fissato caso per caso in linea con le disposizioni della legge regionale. Asp Distretto di Fidenza per un affido familiare a tempo pieno di un ragazzo con disabilità certificata (la soluzione che richiede più fondi in ragione del maggiore impegno di cura) stanzia 768,28 euro al mese (1 caso in tutto il distretto). Per un affido in comunità psico-educativa (la soluzione che richiede più fondi in ragione del maggiore impegno di cura) Asp e l’AUSL, che compartecipa alla spesa così come sancito dalla legge regionale, stanziano complessivamente 195 euro al giorno. Le decisioni di Asp sono assunte dal Consiglio di Amministrazione seguendo i tabellari regionali e sono sottoposte all’assemblea dei Comuni soci (Fidenza, Salsomaggiore, Noceto, Fontevivo, Fontanellato, Polesine-Zibello, Soragna, Roccabianca, Sissa-Trecasali e San Secondo).
LE COMUNITA’ MADRE-BIMBO
La terza forma di tutela è quella che scatta a sostegno della genitorialità: in alcuni casi per proteggere i figli di donne vittime di violenza. Erano 2 i casi nel 2017, sono diventati 7 l’anno successivo e altrettanti sono rimasti nel 2019, con un costo passato dai 5.884 euro del 2017 ai 78.482 euro dello scorso anno.
COME LAVORIAMO SUI 1.670 MINORI DEL DISTRETTO
ECCO IL NOSTRO PATTO EDUCATIVO
Asp interviene su tutti i minori presi in carico – al di là dei 64 minori sostenuti con le tre forme di affido –, sono 1.670, rappresentano il 10% della popolazione 0-17 di tutto il territorio distrettuale. Su di loro sono investiti in attività di prevenzione 473.311,83 euro. La scelta fatta è quella di non abbandonare questi bimbi e questi ragazzi, rifiutando soluzioni che concentrino questi casi in luoghi e meccanismi di relazione separati dal resto della Comunità. Nel 2015, quando Asp ha assunto le deleghe, gestiva con un modello superato alcuni gruppi di ragazzi segnalati per le attività extrascolastiche. Il nuovo board di Asp ha smontato questo approccio, coinvolgendo tutto il territorio con la massima apertura: è stato proposto alle associazioni di volontariato, alle parrocchie, al mondo delle società sportive un patto educativo finalizzato all’inserimento di questi ragazzi nelle attività pomeridiane organizzate dal mondo associativo, favorendo l’incontro tra i ragazzi segnalati e quelli che seguivano un normale percorso educativo. Ben 161 hanno beneficiato dell’inserimento, mentre per tutti gli altri sono stati avviati progetti individualizzati a seconda della gravità del caso. “Di questo ci siamo occupati – conclude Massari – e di questo ci continueremo ad occupare, perché gli slogan e gli hashtag passano, una vita salvata resta”.