“Poniamo le donne al centro del vivere quotidiano”

La lotta alla discriminazione di genere non può essere una tematica prettamente femminile, ma un argomento condiviso affinché ogni individuo operi per un comune rispetto dell’altro in ogni attività quotidiana, sul lavoro come nella vita privata.

Partendo dalla mostra ‘Le bambine salvate’, organizzata dal Punto Parma Terre des Hommes e incentrata sugli scatti del fotografo Stefano Stranges alle bambine indiane salvate dall’infanticidio, Eleonora Puggioni introduce la conferenza organizzata in occasione dell’importante commemorazione del 25 novembre all’interno della Biblioteca Sociale Roberta Venturini di via Venezia. “Terre des Hommes Italia e Scuola Zoo proprio in queste ore hanno diffuso un importante dossier incentrato sulle violenze e stereotipi di genere e basato sull’ascolto di oltre 8000 ragazzi e ragazze adolescenti in tutta Italia.

Da tale indagine, portata avanti dall’Osservatorio Indifesa, emergono dati allarmanti: il 10% delle ragazze hanno subìto molestie sessuali, il 32% ha ricevuto commenti non graditi a sfondo sessuale, il 7% ha subito stalking e ricatti relative alla circolazione di foto/video intime”.

Uccise da uomini che dicevano di amarle, ma che le consideravano una loro proprietà; donne in mano ai loro carnefici, di cui si fidavano e con cui spesso vivevano e condividevano buona parte della loro vita. Questo emerge dall’indagine contenuta nel Dizionario biografico delle parmigiane, testo scritto da Fabrizia Dalcò, responsabile dei progetti del dipartimento Pari Opportunità del Comune di Parma che, nella sua analisi, ha ripercorso le storie di tante donne nate, cresciute o vissute nel territorio, spesso poco note, ma legate dal comune destino: essere state vittima di femminicidio. Silvia Mantovani, Virginia Ferioli, Domenica Menna sono alcuni dei nomi delle donne rimaste uccise dalla violenza maschile.

Gabriele Balestrazzi docente di giornalismo laboratoriale dell’Università degli Studi di Parma, giornalista con oltre quarant’anni di servizio alla Gazzetta di Parma e attivista dell’associazione “Maschi che si immischiano”, interviene alla conferenza: “oggi val la pena far le corse per essere qui per prendere parte alle diverse iniziative avviate in questa giornata. Tutti noi uomini siamo stati ‘educati’ a questo tipo di disparità, ed oggi, quindi, è richiesto un maggior e costante lavoro sulla società per far venir meno questa credenza ‘popolare’, ma del tutto infondata.”

“Molti uomini sono inconsapevoli che alcuni dei loro atteggiamenti abbiano un valore legale e ciò accade tra tutte le estrazioni sociali”, così Silvia Gentilini, vicequestore della Polizia di Stato di Parma che, nel riportare i dati relativi alle violenze registrati sul territorio, illustra le disparate situazioni che spesso la polizia si ritrova a dover fronteggiare, tra scuse e giustificazioni che l’imputato, sistematicamente, prova a costruire per discolparsi.

“Ci sono ragazzine che quasi legittimano il comportamento dei proprio fidanzati dinanzi ad atteggiamenti svilenti ed offensivi nei propri confronti” – continua il vicequestore – in ciò la famiglia spesso non si dimostra efficace nel cogliere sin da subito gli elementi utili a prevenire i casi di violenza sin dall’origine, in cui l’ammonimento, se applicato, può fungere da utile strumento deterrente. La ragazza in ciò può segnalare autonomamente il caso sospetto, affinché le forze di polizia possano intervenire, senza la presenza del genitore né di un legale assistente”. Maltrattamenti, violenza sessuale, violenza di gruppo, adescamento di minori o anche solo la diffusione di immagini erotiche ai fini diffamatori, rientrano tra i reati maggiormente denunciati dalle donne, di cui nel solo 2018 si registravano 25 denunce in città.

“Nel 2019 invece, anno ancora in corso, son già state registrate 31 denunce ed 11 arresti che connotano come simili casi, evidenzino situazioni gravi quanto reali anche all’interno del nostro territorio”, continua la dott.ssa Gentilini.

Piccoli accorgimenti alle volte possono prevenire gravi casi di violenza, tutelando la vita di una donna, giovane o adulta che sia. Potrebbero risultare quasi banali i consigli dettati in simil situazioni, ma necessari per arginare questo fenomeno ancora troppo diffuso ai giorni nostri: evitare incontri in luoghi poco affollati, con soggetti poco conosciuti o con un divario di età troppo ampio, ma soprattutto non tralasciare i piccoli sintomi di aggressività che si celano in un uomo a partire dall’uso del linguaggio che tende all’offesa e alla mortificazione.

Andrea Coppola

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