7 dicembre 1970: viene annullato il Golpe Borghese

SMA MODENA

Il piano del “Golpe Borghese”, tentativo di colpo di stato di estrema destra del dicembre 1970, era già stato messo a punto l’anno precedente. Oltre all’occupazione del Viminale e del Ministero della Difesa, il piano prevedeva il rapimento del Presidente della Repubblica Saragat e l’eliminazione del Capo della Polizia.

Gruppi armati avrebbero dovuto inoltre assumere il controllo delle sedi Rai dove sarebbe avvenuta la lettura, ad operazione avvenuta, del proclama da parte dei principali promotori dell’impresa. Tra costoro vi era Junio Valerio Borghese, conosciuto come il “principe nero”.

Personaggio forte e rispettato dell’estrema destra, ex-comandante di sommergibili durante la seconda guerra mondiale e a capo della X-Mas dal 1943 al 1945, sarà proprio lui ad ordinare di sospendere l’operazione mentre questa era in pieno svolgimento.

Non si conosceranno mai le ragioni che portarono ad annullare il colpo di stato che contava sull’appoggio di parte dell’organizzazione Gladio e di alcune frange dei Servizi Segreti.

I fatti di quel 7 dicembre verranno resi noti all’opinione pubblica solo nel marzo dell’anno successivo e porteranno ad un processo, apertosi nel 1977 e terminato sette anni più tardi, conclusosi con l’assoluzione in appello di tutti i 46 imputati. Nella motivazione della sentenza si legge che “il fatto non sussiste”.

Borghese era morto nel 1974 a Cadice, nella Spagna franchista, dove si rifugiò subito dopo il fallito golpe.

Alessandro Guardamagna