
05/02/2009
«Rostropovich dava l’impressione di essere immortale: la sua potenza musicale, la sua irruenza e il suo fascino assoluto esprimevano la grandezza di un grande uomo che ancora oggi non è celebrato e ricordato abbastanza».
Così si esprime Natalia Gutman, la grande violoncellista russa che con la Filarmonica Arturo Toscanini renderà omaggio alla memoria di Mstislav Rostropovič a due anni dalla sua scomparsa e a 20 anni dalla sua storica esecuzione delle Suite di Bach sulle macerie del Muro di Berlino nel 1989.
Giovedì 12 febbraio alle ore 20,30 (con replica sabato 14 al Teatro Fraschini di Pavia) è infatti in programma un concerto sinfonico in suo onore all’Auditorium Paganini di Parma per la terza edizione di Nuove Atmosfere in cui la Filarmonica Arturo Toscanini sarà diretta dal giapponese Kazushi Ono, direttore musicale del Teatro La Monnaie di Bruxelles, già vincitore del Concorso Arturo Toscanini.
Ospite straordinaria della serata sarà la violoncellista russa Natalia Gutman, da molti considerata l’autentica erede di Rostropovich, con cui ebbe il privilegio di studiare al Conservatorio di Leningrado negli anni ’60. La Gutman interpreterà uno dei brani più cari al leggendario violoncellista russo, la difficile Sinfonia Concertante in mi minore per violoncello e orchestra op. 125 di Sergej Prokof’ev, che l’autore scrisse nel 1952 (l’anno prima di morire) dedicandola proprio a Rostropovich, musicista di cui era grande amico. La partitura infatti conobbe la sua prima esecuzione in uno storico concerto il 18 febbraio del 1952 con un ventiquattrenne Mstislav Rostropovič al violoncello e con nientemeno che Svjatoslav Richter sul podio dell’Orchestra di Mosca. Fu quella l’unica occasione in cui il sommo pianista russo prese in mano la bacchetta di direttore. La complessa partitura è a sua volta una radicale rielaborazione del Concerto per violoncello e orchestra op. 58 risalente al 1938 che, nella sua prima stesura, non aveva ricevuto il gradimento del pubblico e degli esecutori. La versione per Rostropovich è invece una felice pagina intrisa di contrasti, in cui a momenti di intensa cantabilità si alternano sviluppi ritmici che richiedono un acceso virtuosismo.
Interprete ideale per questa pagina sarà dunque Natalia Gutman, che il brano studiò intensamente con lo stesso Rostropovič. «Mi legava a lui un rapporto di amicizia e di stima reciproca – dice la Gutman – un sentimento di ammirazione tanto profondo quanto intriso di pudore e di rispetto.
Con lui non ebbi mai occasione di suonare questo pezzo che considero una delle pagine più complesse per il violoncello, però sotto la sua direzione ebbi la fortuna di suonare il Concerto di Dvořak e le Variazioni Rococò di Čiaikovskij a Washington, dove mi invitò più volte».
«Quando morì il 27 aprile di due anni fa – continua la Gutman – io mi trovavo a Santa Cecilia a Roma in prova nel doppio Concerto di Brahms che suonavo col mio primo figlio violinista Svjatoslav Morozov.
Non posso esprimere quello che provai in quel momento: posso solo ricordare che, sconvolta, lasciai la prova, presi il primo volo per Mosca per salutarlo un’ultima volta e il giorno dopo dovetti tornare a Roma per onorare il concerto».
«La scomparsa di Rostropovich è equiparabile a quella di Svjatoslav Richter (avvenuta nel 1997, ndr) con cui ho fatto moltissima musica da camera: due giganti della musica che lasciano un vuoto assolutamente incolmabile.
La cosa che più mi rattrista è che si è fatto poco e si sta facendo troppo poco per ricordarli. Per questo sono felice di suonare questo concerto a Parma in memoria di Rostropovich, e vorrei tanto riuscire a realizzare un intero ciclo di concerti in cui interpreto le musiche per lui composte».
«Quando nel 1989 cadde il Muro di Berlino – aggiunge Natalia Gutman – non mi colpì tanto il gesto di Rostropovich di imbracciare il violoncello, raggiungere Berlino e suonare sopra le macerie. Quanto la sua precisa scelta di suonare le Suite di Bach: cioè una musica assoluta.
Come a dire che la musica di Bach univa i popoli, abbatteva le barriere. Indimenticabile. Una lezione per l’umanità».
Il concerto nella seconda parte vedrà Kazushi Ono interprete di un’altra famosa pagina sinfonica: la Sinfonia n. 1 in re maggiore “Titano” di Gustav Mahler, scritta tra il 1884 e il 1888, il cui sottotitolo fa riferimento ad un celebre racconto dello scrittore romantico tedesco Jean Paul. Kazushi Ono, che di Mahler è uno dei più interessanti interpreti di oggi (ricordiamo la sua magnifica incisione del 2003 della Sinfonia n. 2 “Resurrezione” per la Warner) avrà modo di esaltare l’esaltante orchestrazione di scrittura della Sinfonia “Titano” con la Filarmonica Toscanini, una delle più qualificate formazioni sinfoniche oggi in circolazione.