Parma al bivio: cinque sfide per ridisegnare il futuro (di MarcoMaria Freddi)

SMA MODENA

Il quotidiano digitale più autorevole della città, sempre attento non solo alla cronaca ma alle fibrillazioni del tessuto politico locale, ha tracciato cinque ambiziosi traguardi per l’Amministrazione comunale di Parma. Obiettivi che, se raggiunti, secondo il foglio on-line potrebbero scrivere il prossimo capitolo della storia cittadina aprendo le porte a una riconferma nel 2027. 

Non so se questi obiettivi corrispondano effettivamente alla roadmap della Giunta, ma a due anni e mezzo dal voto, costituiscono un faro per accendere un dibattito autentico. Un banco di prova tra retorica e azione concreta.

1. Portare 4 collegamenti giornalieri AV (andata/ritorno) a Parma 

2. Rilanciare l’aeroporto Verdi con voli verso hub europei

3. Pedonalizzazione del centro storico sul modello delle capitali UE

4. Mantenimento dei servizi sociali nonostante la crisi

5. Rivoluzione del decoro urbano

I primi due punti tradiscono un’ansia da provincialismo, un’aderenza acritica a modelli superati. L’Alta Velocità italiana – per usare un eufemismo generoso – è un cantiere aperto: ritardi cronici, tecnologie a singhiozzo, una copertura a macchia di leopardo. Perché ostinarsi a inseguire un miraggio, quando Reggio Emilia è a pochi minuti di distanza? Una vera amministrazione coraggiosa investirebbe invece su navette elettriche continue per la Mediopadana, creando un sistema integrato continuo che stronchi l’incubo auto-private. Questa sarebbe la vera rivoluzione verde.

 

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L’aeroporto Verdi – vale per Forlì e Rimini – è simbolo di un’epoca miope, utile a politici culturalmente legati al secolo passato in cerca di consensi, necessita il coraggio del dato di realtà: come possiamo definirci progressisti se non abbiamo l’audacia di chiudere questo aeroporto condominiale, da sempre voragine economica e attentato ambientale? Le giovani generazioni ci giudicheranno proprio su queste scelte epocali. Anche qui, Bologna non dista così tanto e come per la stazione Mediopadana andrebbe rinforzato il sistema integrato per evitare l’uso delle auto-private.

Il cuore pulsante della sfida batte però al terzo punto. Pedonalizzare il centro non è una questione di sampietrini e fioriere, ma di riappropriazione emotiva degli spazi comuni. È il sogno europeo realizzato – in tantissime città Europee – dove la chiusura al traffico ha fatto rinascere botteghe e comunità. Un’occasione mancata da troppi Sindaci, ora appesa al coraggio di questa Giunta come un testamento politico.

Mantenere i servizi alla persona nell’uragano della crisi non è mera contabilità: è il giuramento su cui si fonda l’anima progressista e l’attenzione a chi è in difficoltà. Quei presidi di umanità costruiti a Parma mattone dopo mattone sin dagli anni ’90 – case famiglia, centri anziani, sostegni alle fragilità – sono il vanto di Parma in ogni assemblea ANCI, un faro nazionale per tante Amministrazioni comunali in tutta Italia. La sfida è difenderli senza tradire i numeri, trasformando il vincolo in creatività sociale.

Sul decoro urbano, lascio la parola agli urbanisti. Ma chiunque cammini per le strade sa che bellezza e cura sono il primo abbraccio tra città e cittadino.

La partita vera però, si gioca altrove. Mentre le destre – dall’estremismo sovranista di FdI e Lega Nord, al moderatismo centro fintoclericale – preparano l’assalto, la realtà è che metà dei potenziali elettori resta muta a casa. È a questo esercito di delusi e disillusi che bisogna parlare: non con slogan, ma con gesti simbolo potenti. Candidare una Sindaca o un Sindaco under 40 che sappia decifrare la Quarta Rivoluzione Industriale e non solo limitarsi a presentare libri con ricchezza di contenuti culturali, sarebbe un forte segnale. Ragazze e ragazzi che portino nei palazzi il respiro delle start-up e del clima che cambia.

Attiviamo il dialogo nel partito, nella coalizione e costruiamo le assemblee di quartiere, e se anche sono state costruite per non essere deliberative, strappiamole alla retorica della finta partecipazione. Che assessori e consiglieri sporchino le scarpe nei cortili, non solo nei salotti buoni. Costruiamo agorà reali dove il dialogo scotti, non per fare cerimonie di facciata.

Niente è ancora scritto. La riconferma non si vincerà a colpi di progetti tecnici, ma accendendo un fuoco nell’immaginario collettivo. Serve un patto emotivo con la città: Parma non come museo di provincia, ma laboratorio del futuro.

La partita è aperta, ma il tempo per giocarla, senza tentennamenti, è adesso.

MarcoMaria Freddi – Radicale e Socialista, iscritto al Partito Democratico e PSOE