
03/10/2011
h.14.00
Impressionante.
Tempo di funghi. E’ sabato mattina (1 ottobre), è ancora notte, sono quasi le sei del mattino. Mille macchine, calcolate per difetto, sono già passate dal casello autostradale di Ghiare di Berceto: un serpentone luminoso di auto, ininterrotto, percorre la strada fondovalle, verso l’Alta Valtaro.
La prima, la prima jeep, é arrivata appena dopo le tre. C’é gente che arriva, parcheggia, e si rimette a dormire, in attesa dell’alba, per essere i primi ad entrare nel bosco, con la pila in mano. Bresciani, Bergamaschi, Mantovani, Milanesi, Parmigiani: due, tre, quattro persone a bordo di familiari, grossi suv, jeep, furgoni.
Tutti di corsa, quasi neanche il tempo di pagare il pedaggio, figurarsi di prendere un caffè, di mangiare un panino. Tutti in fila, al casello, ai punti di controllo.
E poi su, fino ai punti in cui si vendono i permessi, nel bosco, in questo caso nella Comunalia di Albareto: alle otto appena passate, i permessi venduti sono quasi mille. Nove blocchetti da 100 biglietti, e un decimo, quasi finito. E le auto proseguono ad arrivare, tutte in fila, tutte nervose. Più su, verso il bosco di faggio, verso la “Casermetta”, si fa fino fatica a trovare un posto per parcheggiare l’auto. Scendono dal mezzo, immersi nelle fungine, nel centro dei luoghi di raccolta: manco la fatica di camminare un po’.
Schiere di cercatori, rastrellano il bosco. C’é chi ha il cesto pieno di porcini, chi é senza un fungo. Qualcuno é sereno, qualcuno, a domanda, impreca un po’.
Ci sono i bidoni, messi dalla Comunalia, ma i rifiuti, freschi, non si contano, così come centinaia di fazzolettini bianchi, che si vedono subito, anche sotto l’ombra dei faggi; sono sporchi e accartocciati, nessuno si prende la briga di nascondere i propri bisogni, non c’é tempo; il bosco si é trasformato, ancora una volta, in una grande pattumiera, in una grande latrina. Su migliaia di soggetti, il maleducato, l’incivile, lo trovi sempre, la statistica, sopratutto in Italia, é sempre impietosa.
Quanti, di quelli che parlano ai convegni, che prendono decisioni sul turismo, sulla montagna, che scrivono leggi e leggine, che erogano contributi e finanziamenti, sono a conoscenza di quello che succede, ogni anno, ogni autunno, nei boschi della Valtaro? Mi domando se abbiano una reale percezione dei numeri che fa muovere il fungo porcino, e la febbre che scatena in chi lo cerca, in chi lo brama. Mi possono dire di tutto: sicuramente, con il nostro passato, con la cultura contadina del bosco, con l’equilibrio che ci vuole per mantenerlo vivo, tutto quello a cui si assiste ad ogni “alba dei fungaioli”, non c’entra proprio nulla.
Stiamo agendo bene? Stiamo governando questa pulsione irrefrenabile nel modo giusto, oppure ne siamo governati, se ne siamo travolti? E solo per vendere biglietti e fare qualche panino; ormai é certo che siamo di fronte ad una pulsione che trasforma le persone, che le porta a fare fatiche immani, a fare sacrifici incredibili; che fa fare delle cose folli a della gente comune.
Mauro Del Grosso
Valtaro.it