
27/11/2011
Il presidente della Repubblica è il punto di riferimento di questo Paese. Fa specie sentirlo affermare che è una follia continuare solo con lo ius sanguinis, ossia a negare la cittadinanza a tutti i bambini nati in Italia.
Ma perché non vi sono altre regole accanto allo ius sanguinis?! Ora si può acquisire la cittadinanza per sangue addirittura fino a discendenti italiani di 2° grado, ma per nascita sul suolo italiano viene concessa solo al compimento della maggiore età con alcuni requisiti imprescindibili, come la residenza ininterrotta in Italia per dieci anni.
Tutti noi ci auguriamo che si possa affrontare la questione della cittadinanza con senso di responsabilità e senza paure in Parlamento, senza gli squallidi calcoli di tornaconti elettorali: non è vero il luogo comune per cui i cittadini di altre origini votano in massa per il centrosinistra; è un automatismo privo di fondamenta, basti sfogliare i candidati alle comunali per leggere cognomi esotici proposti da destra e centro-destra.
Una miriade di bambini e giovani, oltre 900mila secondo l’ultimo dossier Caritas, non sono nè carne nè pesce, studiano e i più grandi lavorano qui, in Italia, e non ritengono tale Paese un effimero passaggio.
Continuare a negare loro un riconoscimento pieno di diritti e doveri a tutti gli effetti, continuare a ritenerli stranieri ed immigrati (e non voluti), quando poi sono nati e cresciuti in Italia.
L’unica cosa che li differenzia dagli altri coetanei, al massimo, è proprio il colore della loro pelle. Parlano e pensano in Italiano, questa è la loro patria, ma non pienamente, per via di quel passaporto che non c’è e lascia spazio a un biglietto con scadenza, il permesso di soggiorno, come se fossero cibo in scatola, che quando arriva il tempo debito sono da buttare.
La Rete Together è gruppo di giovani di origine italiana e straniera, con differenti realtà, storie, culture ed identità che hanno deciso di fare del “métissage” interculturale la propria pratica comune e di vita.
Pur con origini ed esperienze diverse, condividiamo valori e ideali incentrati sul rispetto delle idee e dei pensieri altrui. Il nostro riferimento comune è il pilastro della nostra società, la Costituzione della Repubblica Italiana, e in particolare l’art. 3. Rappresentiamo una generazione italiana che è già interculturale.
Sono apprezzabili le iniziative parlamentari di diverse parti politiche, ma dispiace constatare che avvengono solamente quando c’è una sollecitazione del Capo della Stato.
Il rischio è che siano ennesimi disegni di legge che si aggiungono ad altri nel cassetto, in attesa della discussione.
E’ giunta ora, invece, che questo Paese faccia una svolta su questa questione, nel riconoscere i suoi figli che aumentano di anno in anno. Continuare a negare tale riconoscimento è come dilapidare l’investimento economico-culturale di migliaia di studenti, dalle scuole primarie all’università. Come è noto, Balotelli è diventanto italiano solo dopo l’agosto del 2008, saltando le Olimpiadi di Pechino, caso più eclatante di una realtà che vede giovani sportivi nati in Italia da genitori stranieri rinunciare a titoli e convocazioni solo perchè ancora senza cittadinanza. Per tutto questo, riteniamo che ci debba essere una diretta risposta anche da parte dei cittadini alle parole di Napolitano.
A proposito, è in corso la campagna nazionale L’Italia Sono Anch’Io, una raccolta di firme per cambiare la legge sulla cittadinanza attraverso un’iniziativa popolare. www.l’italiasonoanchio.it.
Aziz Sadid
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