I candidati di Onda che hanno come riferimento i movimenti Più Europa, Radicali Italiani e Volt, si sono riuniti attorno al monumento a Guido Picelli per celebrare la lotta di Liberazione in Italia, la resistenza di popolo che cent’anni fa infiammò i nostri borghi con la Barricate e per rendere omaggio alla resistenza ucraina.
“E’ in corso da due mesi una criminale guerra di aggressione contro una nazione sovrana ed indipendente da parte della Russia, da parte di un regime illiberale in cui i diritti umani sono da anni calpestati, la libertà di informazione è negata, l’opposizione politica repressa con il carcere, o peggio, e la discriminazione delle persone LGBT è senza tregua, un regime che, non a caso, ha finanziato negli anni le destre europee, alcune delle quali, infatti, si rifiutano di condannare l’aggressione all’Ucraina o, nel migliore dei casi, sono tiepide nel farlo e abbondano nei distinguo e nei “però”. Una destra che ha sempre considerato Putin un leader quasi di riferimento e persino il difensore dei valori cristiani e tradizionali. C’è stato chi ha detto che stava meglio a Mosca che a Berlino e a Bruxelles.
In Ucraina sta accadendo quello che mai avremmo pensato potesse succedere ancora nel cuore della nostra Europa. Colpiscono scuole, ospedali, centri per anziani, rifugi per sfollati, donne e uomini in fila per il cibo o per accedere ad un mezzo di trasporto, e poi deportazioni e stupri, l’intero campionario dei crimini di guerra: i responsabili pagheranno per tutto questo di fronte al tribunale della Storia oltre che di fronte alla Corte Penale Internazionale. Richiediamo ai governi degli Stati dell’Unione Europea di stanziare fondi straordinari per la Corte Penale Internazionale ed invitiamo i cittadini a sottoscrivere l’appello ‘Putin all’Aja’, disponibile sul sito radicali.it, come ha già fatto, tra i tanti, il Sindaco Federico Pizzarotti.
L’azione di Putin non può avere alcuna giustificazione perché contraria ad ogni norma del diritto internazionale ed è stata provocata semplicemente dal fatto che i popoli vogliono la libertà. Questa era stata la scelta, largamente maggioritaria, del popolo ucraino che scendeva in piazza nel 2014 con le bandiere dell’Europa e vogliamo fortemente che l’Ucraina entri al più presto nell’Unione Europea.
La nostra posizione è la posizione del Governo ed espressa chiaramente da Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Affari Esteri e segretario di Più Europa quando afferma “che fornire le armi all’Ucraina significa sostenere una resistenza di un Paese democratico contro l’aggressione da parte di uno Stato autoritario. E dinanzi a una brutale aggressione è doveroso continuare a fornire i mezzi per difendersi. È evidente che gli ucraini stanno difendendo l’Europa, geograficamente e in termini di valori e interessi”.
Siamo tutti per la pace: la pace però si mantiene, la libertà si difende, in ogni modo. La scelta per la libertà è innanzitutto una scelta etica.
“L’Ucraina è un Paese libero, aggredito da un altro Paese – ha detto la senatrice radicale Emma Bonino – Credo che gli ucraini che combattono, certo per sé stessi ma anche per la nostra libertà, sia doveroso aiutarli. Hanno chiesto armi non per attaccare la Russia, ma per difendersi da un’invasione illegale e sanguinosissima, e mi pare che adesso i russi siano passati al ‘casa per casa’, modello Cecenia. Tengo questa posizione, ne sono convinta, esattamente come quando Milošević minacciò il Kosovo di pulizia etnica e siamo intervenuti per difendere il Kosovo”.


