La riconquista di Hue

SMA MODENA
lombatti_mar24

24/02/2015

ACCADDE OGGI: Il Palazzo Imperiale di Hue fu riconquistato dalle truppe del Vietnam del Sud supportate da marines americani alla fine del Febbraio 1968. Anche se la battaglia di Hue non si concluse ufficialmente se non una settimana più tardi, la presa del’antico edificio, simbolo della storica capitale del Vietnam, fu l’ultimo grande combattimento ad aver luogo durante l’offensiva del Tet.
All’alba del primo giorno della tradizionale tregua nei combattimenti d’inizio anno segnata dal Tet, forze Vietcong, con l’ausilio di un gran numero di truppe dell’esercito nordvietnamita, lanciarono la più massiccia offensiva della guerra, un attacco coordinato contro le sette maggiori città del Sud Vietnam e 30 capoluoghi di provincia in una vastissima area che andava del delta del Mekong sino alla Zona Smilitarizzata.
Tra le città investite dall’offensiva e conquistate durante i primi quattro giorni vi furono Hue, Dalat, Kontum, e Quang Tri, mentre allo stesso tempo venivano assaltati numerosi aeroporti e basi militari Usa dislocate in tutto il Sud Vietnam.
Circa un migliaio di guerriglieri vietcong erano penetrati ad Hue nelle settimane precedenti l’attacco e fu necessario l’intervento di 11.000 soldati sudvietnamiti ed americani per scacciarli dal perimetro urbano della città. Entro il 10 Febbraio l’offensiva aveva ormai esaurito lo slancio iniziale e le truppe americane riprendevano controllo delle aree occupate dai vietcong e nordvietnamiti in gran parte del paese.
Ad Hue invece i combattimenti si protrassero per oltre un mese assumendo spesso l’aspetto di accaniti scontri casa per casa. Inizialmente investita dall’attacco di due reggimenti nordvietnamiti il 31 Gennaio, l’escalation degli scontri nell’antica città vide infine il coinvolgimento di truppe appartenenti a tre divisioni dell’esercito di Hanoi. La battaglia principale avvenne per il controllo della Cittadella, una fortezza costruita nel 1802 su un’area di due chilometri quadrati con pareti alte 9 metri e spesse 6.
Contro le truppe comuniste furono mobilitati otto battaglioni di marines americani e soldati della 1° Divisione di Cavalleria oltre a undici battaglioni sudvietnamiti. Le perdite furono elevate da entrambe le parti – al termine degli scontri le forze sudvietnamite ebbero 384 morti e 1.830 feriti, l’esercito americano 74 morti e 507 feriti, i Marines 142 morti e 857 feriti, mentre i caduti nord vietnamiti e vietcong ammontarono ad almeno 5.000, oltre ad un imprecisato numero di feriti.
Nonostante da un punto di vista numerico le perdite vietcong e nord vietnamite furono assai superiori a quelle inflitte al nemico e gli obiettivi vennero tutti riconquistati dai soldati di Saigon e dai loro alleati americani, l’offensiva del Tet segnò una svolta nella guerra poiché fece comprendere a Washington e all’opinione pubblica americana che l’avversario comunista, proprio mentre era dato sulla difensiva, non intendeva arrendersi ed aveva avuto la capacità militare e la volontà di condurre un attacco su vasta scala.
Da un punto di vista psicologico e politico il Tet, in cui gli aspri combattimenti di Hue ebbero una parte significativa, rappresentò dunque una chiara vittoria per la causa comunista i cui effetti porteranno ad un crescente disimpegno dell’America in Vietnam.

Alessandro Guardamagna