Fine della Repubblica di Venezia

SMA MODENA

12/05/2015

ACCADDE OGGI: Nonostante la propria dichiarata neutralità durante la campagna d’Italia condotta dalla Francia rivoluzionaria, la Repubblica venne invasa dalle truppe francesi di Napoleone Bonaparte, che occuparono la terraferma, giungendo ai margini della laguna.
A seguito delle minacce francesi di entrare in città, nella seduta del 12 maggio 1797, il Doge e i magistrati deposero le insegne del comando, mentre il Maggior Consiglio abdicò e dichiarò decaduta la Repubblica. Il potere di governo passò a una Municipalità provvisoria posta sotto il controllo del comando militare francese, nel terrore generale di rivolta suscitato dalle salve di saluto dei fedeli soldati “schiavoni” (istriani e dalmati), che obbedirono all’ordine di evacuazione impartito per evitare scontri.
Napoleone entrò così a Venezia senza quasi che fosse sparato un solo colpo, se non una salva d’artiglieria ordinata dal Forte di Sant’Andrea che distrusse la fregata francese “Le Libérateur d’Italie” mentre tentava di forzare l’ingresso in laguna. Poco dopo anche l’Istria e la Dalmazia, ormai caduta la madrepatria, si consegnarono ai francesi.
Le aspettative degli illuministi italiani, illusi che l’arrivo delle truppe napoleoniche avrebbe fatto trionfare anche in Italia gli ideali di libertà affermatisi oltre le Alpi con la rivoluzione francese, furono traditi da Napoleone. Nel trattato di Campoformio firmato il 17 ottobre 1797, la Francia si spartì il Nord-Italia con l’Arciducato d’Austria, al quale furono riconosciuti Venezia ed i suoi territori, decretando in tal modo la fine della Repubblica Veneta. Dopo la definitiva sconfitta di Napoleone, al congresso di Vienna del 1814 fu istituito il Regno Lombardo-Veneto, assoggettato all’Impero Austriaco, comprendente grossomodo i territori degli odierni Veneto, Lombardia e Friuli.
Durante i moti risorgimentali del 1848, di cui Venezia fu grande animatrice sotto la guida di Daniele Manin, vi fu un breve tentativo di restaurare l’antica repubblica contro la dominazione dell’Impero austriaco. Nella generale insurrezione del Veneto contro la dominazione asburgica, Venezia insorse contro gli austriaci il 17 marzo 1848, occupando l’Arsenale e costringendo le truppe imperiali ad abbandonare la città. Alla guida di Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, fu proclamata la Repubblica di San Marco che, al procedere della repressione austriaca sulla terraferma, si appellò ai piemontesi chiedendo un’unione col Regno di Sardegna.
Nel generale fallimento dei moti insurrezionali della penisola italiana e dovendo accantonare momentaneamente i sogni di unificazione nazionale, Venezia resistette all’assedio del maresciallo Radetzky fino al 22 agosto 1849, quando dovette capitolare.