“Anche a Collechio il Pd-Pci è al capolinea”

SMA MODENA
lodi1

20/11/2013

Il post su Alice di Angelo Scita, esponente del Pd di Collecchio, sulla recente votazione per la Convenzione del Pd.

Caro Direttore,
sono Angelo Scita e ti dico subito che non è mio uso comunicare in questo modo.
A Collecchio per l’elezione della Convenzione Pd è accaduto qualcosa d’importante, per altro, a conferma di una tendenza già segnalata con il Congresso del PD locale, il 27 ottobre scorso e scodellata, in crescendo, sul Congresso provinciale.
Dicevo, a Collecchio, si è manifestata tutta la debolezza della politica novecentesca, magistralmente interpretata da Peri, durante la presentazione della mozione Cuperlo, con un lungo predicozzo sul come dovrebbe essere e funzionare il PD. Un discorso, il suo, molto lineare e che non fa una grinza, se considerato in se stesso, ma completamente fuori tempo (analisi dei processi, sintesi politica, ecc.). Tempo inteso, sia come storia, prima di tutto, ma anche come riferimento di istanti che si succedono, quando le decisioni si devono prendere nell’immediato, all’interno di un mondo, purtroppo, divenuto frenetico. Con la votazione delle mozioni, in relazione all’altissima partecipazione dei convenuti, si è avuta la misura che il modo d’intendere il partito e la gestione della politica alla Peri ha subito un duro contraccolpo, lasciando sul terreno del confronto elettorale quasi la metà dei consensi degl’iscritti votanti (51% contro il 49%).
Infatti, su 123 votanti (al Congresso locale ne parteciparono in 129), la mozione di Cuperlo, mosca nocchiera di D’Alema, ha ottenuto il 51,22% di consensi, mentre quella di Renzi, il 39,02% e quella di Civati, l’8,94%. A Pittella è toccato il rimanente 0,82%.
Con tali risultati, l’impalcatura partitica dell’ex PCI è destinata a finire in brevissimo tempo e con essa, il concetto di gestione e di diffusione della politica radicato nell’ottocento. Almeno dentro il PD, perchè fuori dal suo naturale ed originale perimetro, di spazio ce n’è per tutti.
A Parma, dopo la recente dichiarazione pro-Renzi di Pagliari e l’atteso approdo di Cardinali & C. allo stesso porto, magari tramite un attracco più “soft”, rispetto a quello del parlamentare, riusciremo a dare la svolta tanto agognata?
E guarda, direttore, che non mi riferisco soltanto al ricambio del personale dirigente, che è il minimo che si possa pretendere, data la particolare situazione venutasi a creare tra sonore batoste elettorali e pietose coperture. Mi riferisco, specialmente, ai metodi di gestione interna e ad un sistema-partito meno strutturato, meno burocratizzato, dotato di poche regole semplici e chiare, che non lascino aperti i varchi dell’arbitrio. E, finalmente, la libertà ai Circoli di moltiplicarsi e fare politica in piena autonomia, coordinati, solamente, nelle grandi occasioni quali, ad esempio, le elezioni (a tutti i livelli), le primarie, le parlamentarie, l’azione di raccordo e di conferma o meno delle cariche monocratiche, durante il periodo intermedio cioè, fra il primo e il secondo mandato. Insomma, questioni pesanti.
Il resto sia consegnato all’abilità dei Presidenti dei Circoli, in sostituzione dei Segretari, considerato che i Circoli sono stati, volutamente confusi con le antiche sezioni.
Avrei ancora molto da aggiungere, ma credo che non mancheranno le occasioni.
Colgo l’occasione di farti i miei complimenti per l’articolo sul provvedimento di Stalin. E’ istruttivo, non c’è che dire! Cordiali saluti.

Angelo Scita
(iscritto Pd di Collecchio)