La deriva democristiana del Pd di Parma. Daffadà emetta l’ordine n.227!

SMA MODENA

11/11/2013
h.13.30

La bella (e unica nel panorama politico locale) esperienza di pratica democratica del congresso provinciale del Pd merita alcune riflessioni finali, a maggior ragione su ParmaDaily che per settimane ha seguito quotidianamente e con interesse le votazioni nei circoli, al punto di meritarsi l’appellativo di apprezzamento (o di scherno) di “giornale del Pd” :-).
Ha vinto il democristianissimo ex sindaco di Tornolo Alessandro Cardinali, con il 40% dei voti tra gli iscritti al primo turno, e con il 56% delle preferenze dei delegati al ballottaggio contro Matteo Daffadà.
Il primo elemento che balza agli occhi è che gli ex DS, ovvero gli eredi della tradizione della sinistra di Parma, non solo non sono riusciti ad eleggere un segretario provinciale ma neppure a candidarne uno, considerato che tutti e tre i contendenti provenivano dalla tradizione PPI, Margherita, financo democristiana della “Balena Bianca”. Cardinali ha vinto raccogliendo la metà dei suoi voti nei soli Comuni del feudo DC della Montagna Ovest.
Cardinali è il vincitore di fatto del congresso del Pd, Daffadà è il vincitore “morale” perchè è riuscito nell’impresa di andare al ballottaggio senza l’appoggio di alcun big storico del partito e a costruire una rete nuova e trasversale di iscritti e giovani amministratori che rappresenta il futuro del partito in questa provincia. Penso ai giovani trentenni/quarantenni Filippo Fritelli, Domenico Altieri, Alessandro Fadda, Andrea Borchini, Caterina Bonetti, Filippo Carraro, Fausto Mori, Filippo Maria Quaretti, Giampaolo Coriani, Diego Rossi, Marco Cacchioli, Mara Morini, Santina Camisani, Nicola Cesari, Ilaria Lazzari, Amedeo Tosi… sono loro la parte più fresca e la speranza del Pd di Parma. L’età media dei delegati di Daffadà era di 35 anni.
Al renziano Daffadà la responsabilità di consolidare questo gruppo eterogeneo, tenerlo unito, non farlo indietreggiare nella battaglia per il rinnovamento. Prenda esempio da Stalin che ammoniva i suoi soldati dicendo che “nell’esercito sovietico ci vuole più coraggio a ritirarsi che ad avanzare”. Il 27 luglio 1942 Stalin emise l’Ordine numero 227 con cui si decretava che tutti i membri dell’Armata Rossa che si fossero ritirati davanti ai nazisti o avessero altrimenti lasciato le loro posizioni senza averne ricevuto l’ordine, sarebbero stati giustiziati sommariamente. È conosciuto anche come l’ordine “Non un passo indietro!”, immortalato poi in un francobollo.
Meno compatto è apparso il gruppo di Bizzi, che alla prova del nove si è spaccato in due come una mela, con Nicola Dall’Olio e i delegati cittadini che hanno appoggiato Daffadà mentre quelli della pedemonatana che fanno riferimento a Romanini hanno scelto Cardinali. Lo stesso Bizzi, in occasione dell’assemblea di sabato del suo gruppo, ha dichiarato il suo voto per Cardinali.
Perdono, perlomeno in questa fase di conta interna, i cosiddetti “renziani della prima ora”. Se fosse dipeso dalla loro mobilitazione e consenso dentro i Circoli, Daffadà non avrebbe superato il 10% dei voti.
A Cardinali l’onere e l’onore di gestire il primo partito di Parma, che da vent’anni inanella sconfitte a ripetizione. In provincia qualche luce inizia a vedersi, in città è ancora buio pesto… ma è sempre dopo la notte più scura che viene fuori l’alba.
Buon lavoro!

Andrea Marsiletti


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Ha vinto il democristianissimo ex sindaco di Tornolo Alessandro Cardinali, con il 40% dei voti tra gli iscritti al primo turno, e con il 56% delle preferenze dei delegati al ballottaggio contro Matteo Daffadà.
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Al renziano Daffadà la responsabilità di consolidare questo gruppo eterogeneo, tenerlo unito, non farlo indietreggiare nella battaglia per il rinnovamento. Prenda esempio da Stalin che ammoniva i suoi soldati dicendo che “nell’esercito sovietico ci vuole più coraggio a ritirarsi che ad avanzare”. Il 27 luglio 1942 Stalin emise l’Ordine numero 227 con cui si decretava che tutti i membri dell’Armata Rossa che si fossero ritirati davanti ai nazisti o avessero altrimenti lasciato le loro posizioni senza averne ricevuto l’ordine, sarebbero stati giustiziati sommariamente. È conosciuto anche come l’ordine “Non un passo indietro!”, immortalato poi in un francobollo.
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Cardinali, Daffadà… e Viagra collecchiese

SMA MODENA

07/11/2013
h.16.30

Domenica sarà ballottaggio tra Alessandro Cardinali e Matteo Daffadà per la segreteria provinciale del Pd di Parma (leggi risultati primo turno). 
Voteranno i soli delegati: Cardinali parte favorito, forte del maggiore consenso iniziale (39,9%), ma l’esito non è scontato, considerata la maggiore affinità politica tra i delegati di Daffadà e quelli di Bizzi.
Fin dal primo giorno di votazione Cardinali è sempre stato in vantaggio, inarrivabile per tutti, senza però mai la pretesa di vincere al primo turno; Cardinali si è scatenato in Valtaro dove, a dispetto della sua tradizione democristianissima, ha ottenuto risultati da politburo (99-2 a Tornolo, 50-0 a Pellegrino, 33-0 Bardi…), ottenendo nei soli Comuni della montagna ovest il 44,6% dei sui consensi. Daffadà e Bizzi si sono alternati al secondo posto intorno al 30% delle preferenze, Daffadà prevalendo nella Bassa (dove ha raccolto il 40,3% dei suoi voti), Bizzi in Città e in Pedemontana. Nella Bassa sono stati determinati per Daffadà gli apporti delle truppe civatiane capeggiate dai comandanti Filippo Carraro e Marco Cacchioli, oltre che dal sindaco di Fontanellato Domenico Altieri, nella montagna ovest il contributo del sindaco di Borgotaro Diego Rossi, nella montagna est la performance dell’outsider Marco Contini a Langhirano e l’impegno a tutto campo del lesignanese Andrea Borchini negli altri Comuni.
Volendo fare una breve cronistoria di questo congresso provinciale che si è celebrato su più giorni, con particolare riferimento agli ultimi, hanno fatto la differenza gli scontri diretti finali a Salsomaggiore di lunedì sera e a Torrile e Montechiarugolo di martedì. Prima del voto di Salso Bizzi era in vantaggio di circa 60 voti. Salsomaggiore, roccaforte simbolo del renzismo parmigiano schierata con Daffadà, aveva sulle spalle la responsabilità di colmare il gap. Tante aspettative renziane e non erano rivolte al circolo termale nella consapevolezza che quel divario Daffadà o lo recuperava a Salsomaggiore o non lo recuperava più. In questi casi, con tutti gli occhi puntati addosso, il rischio di fare cilecca per “ansia da prestazione” è grande, ma il sindaco Filippo Fritelli non ha fallito e a Salsomaggiore è finita 60 per Daffadà e 10 per Bizzi (Cardinali 26).
Lunedì sera, pertanto, i due candidati erano divisi da soli 3 voti.
A questo punto martedì la sfida si è spostata sui circoli di Torrile e Montechiarugolo, il primo fortino post-bersaniano di Daffadà, il secondo pertinenza di Bizzi. Anche in questa occasione nessuna ansia da prestazione, Alessandro Fadda e Fausto Mori sono stati due tori, e così a Torrile è stato un plebiscito per Daffadà (41 vs 16 su Bizzi); a Montechiarugolo, invece, è stata una semplice vittoria di Bizzi (26 a 9), una sveltina senza troppa passione. E’ qui che si è prodotto il margine decisivo, che Bizzi, pur vincendo ieri sera nell’ultimo circolo di Medesano, non è più riuscito a colmare.
A questo punto, al ballottaggio, il cerino passa nelle mani del favorito Cardinali.
I suoi delegati sono su con l’età: ce la faranno da soli o servirà loro un po’ di Viagra collecchiese?
I giovani ed aitanti supporter di Daffadà riusciranno ad invertire il pronostico e, dopo l’exploit del primo turno, a fare la doppietta?

Andrea Marsiletti


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