
11/11/2013
h.13.30
La bella (e unica nel panorama politico locale) esperienza di pratica democratica del congresso provinciale del Pd merita alcune riflessioni finali, a maggior ragione su ParmaDaily che per settimane ha seguito quotidianamente e con interesse le votazioni nei circoli, al punto di meritarsi l’appellativo di apprezzamento (o di scherno) di “giornale del Pd” :-).
Ha vinto il democristianissimo ex sindaco di Tornolo Alessandro Cardinali, con il 40% dei voti tra gli iscritti al primo turno, e con il 56% delle preferenze dei delegati al ballottaggio contro Matteo Daffadà.
Il primo elemento che balza agli occhi è che gli ex DS, ovvero gli eredi della tradizione della sinistra di Parma, non solo non sono riusciti ad eleggere un segretario provinciale ma neppure a candidarne uno, considerato che tutti e tre i contendenti provenivano dalla tradizione PPI, Margherita, financo democristiana della “Balena Bianca”. Cardinali ha vinto raccogliendo la metà dei suoi voti nei soli Comuni del feudo DC della Montagna Ovest.
Cardinali è il vincitore di fatto del congresso del Pd, Daffadà è il vincitore “morale” perchè è riuscito nell’impresa di andare al ballottaggio senza l’appoggio di alcun big storico del partito e a costruire una rete nuova e trasversale di iscritti e giovani amministratori che rappresenta il futuro del partito in questa provincia. Penso ai giovani trentenni/quarantenni Filippo Fritelli, Domenico Altieri, Alessandro Fadda, Andrea Borchini, Caterina Bonetti, Filippo Carraro, Fausto Mori, Filippo Maria Quaretti, Giampaolo Coriani, Diego Rossi, Marco Cacchioli, Mara Morini, Santina Camisani, Nicola Cesari, Ilaria Lazzari, Amedeo Tosi… sono loro la parte più fresca e la speranza del Pd di Parma. L’età media dei delegati di Daffadà era di 35 anni.
Al renziano Daffadà la responsabilità di consolidare questo gruppo eterogeneo, tenerlo unito, non farlo indietreggiare nella battaglia per il rinnovamento. Prenda esempio da Stalin che ammoniva i suoi soldati dicendo che “nell’esercito sovietico ci vuole più coraggio a ritirarsi che ad avanzare”. Il 27 luglio 1942 Stalin emise l’Ordine numero 227 con cui si decretava che tutti i membri dell’Armata Rossa che si fossero ritirati davanti ai nazisti o avessero altrimenti lasciato le loro posizioni senza averne ricevuto l’ordine, sarebbero stati giustiziati sommariamente. È conosciuto anche come l’ordine “Non un passo indietro!”, immortalato poi in un francobollo.
Meno compatto è apparso il gruppo di Bizzi, che alla prova del nove si è spaccato in due come una mela, con Nicola Dall’Olio e i delegati cittadini che hanno appoggiato Daffadà mentre quelli della pedemonatana che fanno riferimento a Romanini hanno scelto Cardinali. Lo stesso Bizzi, in occasione dell’assemblea di sabato del suo gruppo, ha dichiarato il suo voto per Cardinali.
Perdono, perlomeno in questa fase di conta interna, i cosiddetti “renziani della prima ora”. Se fosse dipeso dalla loro mobilitazione e consenso dentro i Circoli, Daffadà non avrebbe superato il 10% dei voti.
A Cardinali l’onere e l’onore di gestire il primo partito di Parma, che da vent’anni inanella sconfitte a ripetizione. In provincia qualche luce inizia a vedersi, in città è ancora buio pesto… ma è sempre dopo la notte più scura che viene fuori l’alba.
Buon lavoro!
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