27/01/2015
Per il giornale “La Stampa” di Torino ci sarebbe Federico Pizzarotti dietro l’ultima uscita di 10 parlamentari dal M5S: “Hanno deciso che era finita due settimane fa, dopo le dimissioni di Napolitano. Fissarono un conto alla rovescia che finisce oggi, ore dieci, palazzo di Montecitorio, due giorni prima che si inizi a votare per il nuovo presidente della Repubblica. Stamattina una decina di deputati e un paio di senatori del M5S annunceranno l’addio al gruppo. La prima, vera scissione politica nel M5S. The big one, per dirla con l’espressione che gli americani usano per un possibile, disastroso terremoto che avverrà in California.
I deputati Prodani, Basilio, Turco, Rostellato e il senatore Molinari sono certi dell’addio. Per altri come gli onorevoli Bechis, Benedetti, Ciprini, Segoni, Baldassarre e la senatrice Fucksia bisognerà aspettare fino alla conferenza stampa per capire se la nottata avrà scalfito la determinazione a strappare.
A capo dell’esodo c’è Walter Rizzetto, onorevole friulano che in questi mesi si è ritagliato un ruolo di coordinamento dei dissidenti alla Camera, un’area eterogenea che finora non aveva trovato né la voglia né il momento buono per saltare il fosso. Dall’altra parte, a palazzo Madama, li aspetta il coordinamento degli ex-M5S nato la settimana scorsa e guidato da Maurizio Romani, già pronto a diventare gruppo.
Ma il riferimento politico è altrove, a Parma, nella figura del sindaco Federico Pizzarotti che in questi mesi ha tenuto un contatto costante con l’area critica che guarda a lui e al suo modo di tessere rapporti con i territori, alla sua declinazione eterodossa dell’idea Cinquestelle, alla sua disinibizione nel cercare il dialogo con le altre forze politiche.
E lo strappo di oggi farà salire a un numero molto vicino ai quaranta il numero degli ex-M5S tra Camera e Senato. Molti, almeno quelli che non hanno già indossato un’altra casacca, pronti a giocare tra le linee per ottenere qualche risultato come il reddito di cittadinanza, senza però che sia ancora chiaro cosa intendono fare nella partita del Quirinale.
Ieri i vertici del M5S hanno inviato ai parlamentari Pd un’email per chiedere a ciascuno di indicare dei nomi per la corsa al Colle. L’unico ad aver palesato la sua risposta è stato Pippo Civati che ha rilanciato quello di Romano Prodi. E la candidatura del professore bolognese tenta il M5S per il potenziale dirompente che avrebbe nel campo del Pd. Ma allo stesso tempo procura timori e fastidi.
Ieri i cinque del direttorio si sono riuniti a pranzo per discutere della questione prima di salire a Milano nei prossimi giorni per affrontarla con Casaleggio. Carlo Sibilia e Alessandro Di Battista caldeggiano l’ipotesi, per Roberto Fico e Carla Ruocco è un’idea difficile da portare fino in fondo ora che il Movimento è impegnato a raccogliere le firme contro la permanenza dell’Italia nell’euro. Di Maio cerca la mediazione, ma la mossa di ieri dei diarchi del M5S sembra aprire la strada a un voto online su Prodi in chiave anti-Nazareno”.