Crisi: in Emilia Romagna persone a rischio povertà al 17,7%

SMA MODENA
lodi1

31/10/2014
h.12.50

entre in Italia diminuiscono dell’1,5 per cento, in Emilia Romagna le persone a rischio povertà o esclusione sociale in un solo anno sono aumentate del 2 per cento, passando dal 15,7 al 17,7 per cento della popolazione totale. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna all’indomani del rapporto Istat relativo alle condizioni di vita degli italiani divulgato ieri. Una conferma delle difficoltà delle famiglie – sottolinea Coldiretti – viene dalla relazione sul piano 2013 di distribuzione degli alimenti agli indigenti da parte dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea), secondo cui i cittadini della nostra regione che ricevono pacchi alimentari o pasti gratuiti attraverso i canali no-profit hanno toccato il massimo negli ultimi tre anni per effetto della crisi economica, con un aumento esponenziale passato dai 163.029 cittadini indigenti del 2010 ai 228.591 del 2013.
Secondo le elaborazioni di Coldiretti regionale, gli aiuti alimentari promossi da Agea attraverso le sette organizzazioni riconosciute e le loro strutture periferiche (Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana, Fondazione Banco Alimentare, Banco delle Opere di Carità, Associazione “Sempre insieme per la Pace”, Comunità di Sant’Egidio, Associazione Banco Alimentare Roma) in Emilia Romagna sono circa 6,5 milioni, tra pasti gratuiti in mensa o in residenza e distribuzione di pacchi di prodotti alimentari. Proprio questi ultimi rappresentano la tipologia di sostegno più richiesta (vi si rivolge circa l’85 per cento del totale degli assistiti), in quanto rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri.
Per quanto riguarda la tipologia di cibo offerto, conclude la Coldiretti, i formaggi rappresentano circa il 28 per cento in valore, seguiti da pasta e pastina per bimbi e anziani, che assorbono il 18 per cento del costo, dal latte con il 14 per cento, dai biscotti (12 per cento), dal riso (8 per cento), dall’olio di girasole (6 per cento), dalla polpa di pomodoro (4 per cento) e, a seguire, legumi, confetture e farina.