“Ecco perchè ho votato a favore del Job Act”

SMA MODENA
lombatti_mar24

27/11/2014
h.21.00

Una approvazione che ha fatto discutere, con una parte del Partito Democratico che ha deciso di non partecipare al voto e altri deputati Pd che hanno votato contro. Il via libera al Job Act del Governo Renzi è stato un passaggio delicato a cui l’onorevole parmigiana Patrizia Maestri, ha dato il suo sofferto parere positivo. “Senza nessuna polemica verso chi, nel voto finale, ha compiuto una scelta diversa – spiega – ho ritenuto che abbandonare l’Aula avrebbe significato non solo misconoscere i risultati importanti che pure abbiamo ottenuto, ma far mancare il numero legale e impedire l’approvazione del provvedimento, avrebbe costretto il Governo a trarne immediatamente le dovute conseguenze”.
Martedì pomeriggio, il documento è stato approvato alla Camera dei Deputati in seconda lettura e con alcune importanti modifiche il testo della delega al Governo ed ora il provvedimento passerà al Senato per l’approvazione definitiva. “Sulla delega – continua Maestri – si è concentrato il dibattito politico delle ultime settimane, caricato, a mio avviso, di toni eccessivamente aspri e polemici, soprattutto da parte di chi ha maggiori responsabilità, che non hanno consentito ai più di avere coscienza dei miglioramenti che il provvedimento contiene, pur nei confini di una delega al Governo condivisa solo in parte”.
Secondo l’onorevole parmigiana dal Pd, comunque, ci sono da sottolineare alcune cose positive in questo decreto. “Avevamo chiesto al Governo – dice – di non porre la questione di fiducia per consentire al lavoro parlamentare di correggere e migliorare il provvedimento: così è stato. In Commissione Lavoro abbiamo operato in modo unitario per rafforzare il testo e i risultati ottenuti sono importanti. Irrobustiscono il jobs act nei punti di forza e cancellano o riducono talune criticità. Disboscamento delle tipologie contrattuali; rafforzamento del contratto a tempo indeterminato anche grazie agli incentivi fiscali previsti nella Legge di Stabilità; maggiori garanzie per i lavoratori in caso di demansionamento; controlli a distanza solo sugli impianti e nel rispetto della privacy delle persone; mantenimento del reintegro per i licenziamenti discriminatori e disciplinari illegittimi; maggiori risorse per gli ammortizzatori sociali; ripristino della cassa integrazione per i lavoratori delle aziende che chiudono ma che possono essere rilanciate; rafforzamento delle politiche attive del lavoro; conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; contrasto alle dimissioni in bianco. Sono questi alcuni risultati importanti e concreti ottenuti grazie al nostro lavoro parlamentare”.
Per la Maestri decidere di approvare il Job Act è stata comunque molto sofferta e impegnativa. “Sono state – spiega – settimane faticose, stretta tra l’insofferenza verso un provvedimento in cui non mi riconosco pienamente, i toni eccessivi del Governo nello scontro con le parti sociali e le osservazioni critiche che ho raccolto anche da amici e compagni che mi hanno sostenuto in campagna elettorale e che forse, nel mio voto favorevole alla delega, hanno letto un tradimento. Li rassicuro: non ho rinunciato ai miei valori e alle battaglie condotte nei molti anni di militanza e impegno attivo nel sindacato”.