
19/04/2015
ACCADDE OGGI: Il 19 aprile 1961 fallisce l’invasione di Cuba alla Baia dei Porci.
L’invasione della baia dei Porci fu il fallito tentativo da parte di esuli cubani e di mercenari, addestrati dalla CIA, di conquistare Cuba, a partire dall’invasione della parte sud-ovest dell’isola, per rovesciare il governo di Fidel Castro.
L’operazione è conosciuta in inglese come “Bay of the Pigs Invasion” e localmente in spagnolo come “La Batalla de Girón”.
L’operazione, programmata dal direttore della CIA Allen Welsh Dulles durante l’amministrazione Eisenhower, venne lanciata nell’aprile 1961, neanche tre mesi dopo l’insediamento di John Fitzgerald Kennedy alla presidenza degli Stati Uniti, il quale non approvò l’assalto, infatti decise di non sostenere le forze della CIA con l’esercito americano. Le forze armate cubane, equipaggiate ed addestrate dalle nazioni filo-sovietiche del blocco orientale, sconfissero la forza d’invasione in tre giorni di combattimenti.
La forza da sbarco principale prese terra in una spiaggia chiamata Playa Girón, motivo per cui nei paesi sudamericani il fatto è noto anche come “battaglia di Girón” o semplicemente “Playa Girón”. Il piano preparato dal 5412 Committee della CIA, il 16 marzo 1960, fu denominato “Programma per un’azione segreta contro il regime di Castro” (A Program of Covert Action against the Castro Regime) ed in seguito chiamato “operazione Zapata”, dal nome geografico della zona da conquistare (Ciénaga de Zapata) o dalla società finanziaria Zapata di proprietà di Jeorge Bush.
L’operazione Zapata, nonostante i combattenti sbarcati avessero ricevuto un approfondito addestramento militare americano, un rilevante supporto logistico, fu un clamoroso insuccesso. I combattenti anticastristi ebbero circa 104 morti, mentre l’esercito cubano ebbe 157 morti – ma sotto i bombardamenti morirono molti civili. 26 combattenti riuscirono a ritirarsi e furono tratti in salvo sul sommergibile americano in condizioni pietose, essendo rimasti 5 giorni senza cibo e senza acqua.
Fra il 17 e il 20 aprile dieci piloti del FAR cubano effettuarono settanta missioni, abbattendo nove bombardieri B-26 americani su sedici impiegati, affondando due navi da 5.000 tonnellate su sei impiegate ed inoltre una nave comunicazioni, tre lance da sbarco d’equipaggiamento e cinque lance da sbarco truppa.
L’operazione screditò la propaganda elettorale di John F. Kennedy, detta della Nuova Frontiera, improntata su auspici di pace e libertà.
Andrea Marsiletti