29/01/2015
h.12.30
La diffidenza può trasformarsi in unione, lo scontro diventare amicizia. E’ il tema al centro di «Hanà e Momò», lo spettacolo della compagnia Principio Attivo Teatro rivolto ai bambini dai 3 anni che va in scena domenica 1 febbraio alle 15.30 e alle 17.30 nell’ambito della rassegna «Weekend al Parco – Proposte di teatro per adulti e bambini» (biglietti 9/7 € in vendita alle librerie Feltrinelli di Via Farini e del Barilla Center, online su www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole, infotel. 0521 989430/992044).
Lo spettacolo è liberamente ispirato al libro «Favola d’amore» di Hermann Hesse, che si richiama alla filosofia cinese dello yin e yang, forze opposte da cui scaturisce la tensione necessaria alla vita, alla trasformazione. Come quella creata dall’amore. Fin dal titolo lo spettacolo, scritto e interpretato da Cristina Mileti e Francesca Randazzo, prende spunto da questa idea: Hanà e Momò dal giapponese significa «Fiore e Pesca» ed esprime l’idea di trasformazione, di scambio, l’importanza della condivisione.
Come il fiore che diviene frutto e questo a sua volta conterrà i semi indispensabili alla nascita di nuovi germogli, così lo spettacolo mostra il percorso di due protagoniste che, sebbene molto diverse tra loro, trasformeranno il loro iniziale rapporto di diffidenza e scontro in una complice amicizia, scegliendo di collaborare e giocare insieme divertendosi. Le suggestioni del libro di Hesse, restituiscono allo spettacolo un’atmosfera dai caratteri orientali che si può leggere non solo nella scelta del titolo, ma anche nei costumi delle attrici, nella scelta dei materiali, nella circolarità dello spazio scenico, una sorta di micro giardino zen, attorno a cui ruotano tutte le azioni. Le due attrici mescolano tecniche che spaziano tra l’arte attoriale e quella figurativa.
La collocazione di entrambe appare inusuale; le due sono infatti poste ai capi di un cerchio, inginocchiate. La loro mimica spesso clownesca supporta una fisicità recitativa che le caratterizza fortemente, accanto all’abilità di entrambe nel saper trasformare oggetti di semplice uso quotidiano in buffi personaggi, manipolati durante il racconto. L’intero spettacolo si definisce in una proposta in cui movimento, materiali, oggetti scenici e pubblico diventano complementari anche attraverso brevi momenti d’interazione con le attrici.