
25/06/2013
Un recente sondaggio realizzato dall’Istituto Swg per Agorà su Rai Tre rivela che se si andasse oggi a nuove elezioni, il 41% degli italiani voterebbe il centrosinistra (senza Sel) guidato da Matteo Renzi. La coalizione di centrodestra seguirebbe con un distacco di 10 punti, mentre il Movimento 5 Stelle scenderebbe al 14%. Senza il sindaco di Firenze in campo, invece, il centrosinistra raccoglierebbe solo il 30% e sarebbe superato dal centrodestra (35%). Il Movimento 5 Stelle sarebbe sempre terzo partito ma con il 17,5% dei consensi.
La condanna di ieri a Berlusconi ha accresciuto ulteriormente la potenzialità di Renzi di sparigliare e prendere voti dentro il centrodestra orfano della sua guida.
Un sondaggio di Ipsos per Ballarò attesta che il 60% degli elettori del Pd vorrebbe Renzi segretario nazionale, il 28% Letta, il 12% altri.
Nonostante il precedente dell’harakiri con Bersani, questi dati statistici e l’esperienza empirica di ciascuno di noi quando parla con amici e colleghi dell’appeal elettorale di Renzi, oggi un pezzo di nomenclatura democratica irriducibile sta ancora provando a mettere i bastoni tra le ruote al sindaco di Firenze, questa volta come candidato a segretario nazionale del Pd. E così vogliono candidare chi Cuperlo, chi Barca… personaggi più o meno d’apparato rispetto ai quali la personalità e il carisma di Bersani appaiono titanici. In democrazia l’alternativa è l’abc indispensabile, così come il rispetto delle regole del gioco. Sarebbe pertanto inammissibile e suicida nei confronti dell’opinione pubblica un secondo pervicace taroccamento delle regole in chiave anti-Renzi, ovvero una modifica all’ultimo minuto dello Statuto del partito e delle modalità con le quali sono stati fin qui votati tutti i precedenti segretari nazionali (Veltroni e Bersani) per disincentivare o annullare la partecipazione popolare a vantaggio di quella dei militanti di partito sui quali ci si illude di poter esercitare ancora un controllo masochistico. Sono questi qui del Pd che si fanno le “regole ad personam” gli eredi a cui Berlusconi passa il testimone, altro che Renzi!
Mercoledì 26 giugno alla Corale Verdi di Parma (ore 20.45) si parlerà del fenomeno Renzi e del cambiamento dentro e fuori il Pd. L’incontro pubblico è di quelli pepati. I relatori della tavola rotonda saranno tutti dei 30-40enni moderati dal coordinatore del Comitato Indipendenti x Renzi – Parma, Andrea Bertora: interverranno tre renziani purosangue come il neo sindaco di Salso Filippo Fritelli, il falco, nonché docente di scienza politica, Mara Morini e Marco Ferrari, imprenditore estraneo al Pd ma collaboratore della prima Leopolda di Renzi. E’ contro questi pezzi da 90 che se la dovranno vedere i due, pur valenti, bersaniani Lorenzo Lavagetto (coordinatore del circolo Pd Parma Centro) e Domenico Altieri (sindaco di Fontanellato). L’accerchiamento sarà completato da due esterni al centrosinistra ma osservatori interessati del fenomeno Renzi: Giuseppe Scotti di Parma Unita e Fabrizio Pezzuto del Comitato Famiglie di Parma.
Vedremo se qualcuno esternerà motivazioni e ragionamenti in favore di Cuperlo o di Barca. L’impresa dei novelli Don Chisciotte appare ancora più ardua, perchè questa volta non ci sono dei mulini a vento da combattere, ma si prova addirittura a fermare il vento con le mani.
In bocca al lupo!
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