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03/01/2015
h.14.30
“Il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale” del Comune di Parma, Roberto Cavalieri, ha prodotto un’anteprima del “Rapporto delle attività dell’anno 2014” relativo al Carcere di Parma di via Burla. Entro gennaio 2015 consegnerà il rapporto definitivo.
ParmaDaily approfondirà con una serie di articoli la situazione dell’Istituto penitenziario di Parma così come presentata dal Garante Cavalieri.
TIPOLOGIA DI DETENUTI
I detenuti presenti a Parma sono caratterizzati da una grande complessità sotto il profilo della tipologia di regime ai quali sono sottoposti e dei reati commessi.
I detenuti presenti sono di 5 tipologie differenti:
– AS1 Alta sicurezza 1. Appartenenti alla criminalità organizzata di tipo mafioso provenienti dal regime dell’art. 41 bis dell’O.P. Comma 1, dell’art. 4 bis O.P., e/o che che sono stati considerati elementi di spicco e rilevanti punti di riferimento di organizzazioni criminali;
– AS3 Alta sicurezza 3. Appartenenti alla criminalità organizzata;
– ZETA. Congiunti dei collaboratori di giustizia;
– 41 bis. Detenuti appartenenti alle organizzazioni mafiose e per i quali vengono sospese per gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica le regole di trattamento. Il Garante dei detenuti non ha competenze nei confronti di questi detenuti;
Media sicurezza. Si tratta di detenuti comuni.
PRESENZE
Il carcere di Parma registra una graduale riduzione deL numero delle presenze tanto da non potere parlare si sovrappopolazione anche se non è allo stesso tempo possibile dire che le condizioni di detenzione sotto il profilo numerico permette alla Amministrazione penitenziaria di applicare termini di convivenza tali da ridurre i conflitti che nascono ad esempio tra detenuti ergastolani e non, sani e malati, studenti e non, fumatori e non, religiosi osservanti e non, etc.
STRANIERI
E’ stato possibile misurare il tasso di ricambio dei detenuti stranieri con le rilevazioni per nazionalità delle presenze in marzo e novembre. Complessivamente gli stranieri presenti sono diminuiti di 46 unità scendendo da 182 a 136. La diminuzione prevalente si registra nella Casa circondariale sicuramente per le novità legislative.
RESIDENTI COMUNE DI PARMA
Attualmente risultano essere 115 i detenuti con residenza presso il carcere di Parma e pertanto cittadini del nostro Comune.
LAVORO INTRAMURARIO
Il carcere offre attività lavorative ai detenuti, il lavoro è asse portante del trattamento penitenziario ed è obbligatorio, ha finalità rieducative e gode della protezione sociale (orario di lavoro, riposi, festivi, assicurazione e previdenza). I tipi di mansioni assegnate sono finalizzate al funzionamento ordinario del carcere (produzione di pasti, pulizie, assistenza ai detenuti non autosufficienti, gestione della spesa dei beni per i detenuti, gestione del magazzino, lavanderia, etc.) in particolare nella realizzazione di attività relative alla vita quotidiana del carcere. I detenuti vengono pagati attraverso inquadramenti in contratti che prevedono la retribuzione attraverso una mercede che è ridotta rispetto al trattamento economico previsto nei contratti collettivi di lavoro per la medesima attività o simile.
LAVORO EXTRAMURARIO
L’offerta di percorsi di reintegrazione socio-lavorativa e familiare messa in essere dal carcere risulta concentrarsi nei seguenti punti:
– la convenzione tra l’Amministrazione penitenziaria e la cooperativa sociale “Il Ciottolo” per la gestione dello spaccio-bar interno destinato al personale cel carcere che vede l’inserimento presso questo servizio di tre detenuti (2 interni, uno esterno) con tirocini formativi finanziati dal Comune di Parma,
– la gestione delle pulizie dei locali della direzione con l’utilizzo di tre detenuti (evitando così l’assegnazione dei lavori ad una ditta esterna), alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria, avviati alla misura del lavoro esterno;
– la manutenzione delle aree verdi della Scuola di formazione della polizia penitenziaria di Parma e pulizia delle aule;
– inserimenti lavorativi di detenuti al fine di creare un circolo virtuoso attraverso l’avvicendamento dei beneficiari nei contesti lavorativi precedentemente descritti;
– inserimento all’esterno in percorsi di tirocinio, occupazione o volontariato presso realtà del territorio (cooperative sociali, privato profit, enti pubblici, associazioni, etc.).
PrD