Il Ministero dell’Istruzione annulla il test di Medicina

SMA MODENA
lodi1

Rubrica: University
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03/11/2014

Un ‘pacchetto’ di quiz distribuito per errore al posto di un altro, e oltre 11 mila candidati all’ingresso alle Scuole di specializzazione in Medicina per l’Area Medica e i Servizi clinici si ritrovano a dover ripetere le prove scritte, spese e stress compresi. Causa della doccia fredda, uno sbaglio subito ammesso dal Cineca, il Consorzio interuniversitario incaricato di somministrare i test (che si è scusato e si è già offerto di pagare spese ed eventuali danni), e immediatamente reso noto agli interessati dal Miur, che ha parlato di una “grave anomalia”, ma che ha già scatenato malumori e polemiche.
Il Codacons ha fatto sapere che avvierà una causa collettiva di risarcimento danni contro Cineca e Miur. Comunque, il 7 novembre, gli interessati saranno chiamati a tornare sui banchi. Le prove scritte del primo concorso nazionale per l’ingresso alle scuole di specializzazione in Medicina si erano svolte nei giorni scorsi, tra il 28 e il 31 ottobre. Alla selezione erano iscritti 12.168 candidati distribuiti in 117 sedi, per varie aree.
“E’ avvenuta una cosa gravissima, spero che ci sia una soluzione al più presto”. Lo ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in merito all’annullamento dei test a Medicina, sottolineando la necessità che si arrivi ad una “normalizzazione” dei test di accesso. (Ansa)

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“L’annullamento e la ripetizione delle prove previste da un decreto del ministro del Miur Stefania Giannini rappresentano un tentativo di rimediare a una discutibile e inaccettabile situazione organizzativa che evidenzia falle nelle procedure, in contrasto con le invocate norme di rigore e trasparenza. L’inescusabile errore si riflette sull’immagine pubblica di tutti i medici in relazione alla qualità richiesta nel percorso formativo, cui dovrebbe essere assicurata una selezione priva di errori, trasparente e rispettosa degli sforzi sostenuti dai candidati per l’accesso alla formazione post-laurea”. Così il dottor Pierantonio Muzzetto, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Parma e delle Federazione medica della Regione Emilia Romagna, si esprime in merito alla prova d’ammissione alle Scuole di Specializzazione medico – chirurgiche, con evidenza del grave errore nella somministrazione delle prove scritte del 29 e 31 ottobre che hanno coinvolto 12.168 candidati. Di questi, 11.242 saranno costretti a ripetere i test il 7 novembre prossimo.
“Le funzioni di garanzia della qualità professionale esercitate dall’Ordine sono condizionate – ricorda il dottor Muzzetto – dagli aspetti che appartengono all’area organizzativo – gestionale di tutti i processi del sistema di gestione della salute. L’Ordine deve garantire per il cittadino e per i medici serietà, competenza, trasparenza nell’accesso alla formazione generale e specialistica, sia della Medicina generale come delle Scuole di specialità. La fiducia e la stima del cittadino nei confronti del futuro professionista sono fondati sull’acquisizione di prerogative professionali da tradurre, nei vari contesti lavorativi, in servizi di assistenza e cura della persona e della collettività, secondo i principi deontologici che l’Ordine garantisce”.
Considerate le gravi ripercussioni sia economiche che organizzative nonché i disagi delle migliaia di giovani medici coinvolti, il presidente Muzzetto manifesta tutto il proprio disappunto per l’accaduto, esprimendo una forte preoccupazione per “la qualità professionale vanificata da una selezione condotta in palese contrasto con le norme di rigore e viziata nelle procedure”. Con questo “Esprimo la mia solidarietà e vicinanza ai colleghi coinvolti e, richiamando le istituzioni preposte a considerare con opportuna attenzione la criticità delle problematiche presentate, come fatto col Presidente Bianco ( e notificato a tutti i Presidenti degli Ordine dei medici italiani) e allo stesso ministro Giannini ne chiedo un intervento autorevole e risolutorio nelle rispettive competenze. Su questo il ministro reputo che debba esprimersi direttamente in Parlamento, al fine di fornire i dovuti chiarimenti e non assumere atti oggi considerati non consoni come quello di indire le nuove prove a 7 giorni di distanza con la possibilità di creare ulteriori disagi ai medici che si devono sottoporre alle prove di ammissione”.
 

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