
23/10/2013
Intervista a Marco Cacchioli, referente del gruppo “Parma per Civati”.
Come mai i civatiani hanno deciso di appoggiare Matteo Daffadà alla segreteria provinciale del Pd?
Dagli incontri del gruppo “Parma per Civati” è emersa la necessità di riflettere sui mali che affliggono il partito locale, per elaborare una proposta concreta di rinnovamento che mettesse al primo posto i contenuti, non le individualità e i personalismi.
Su queste basi abbiamo voluto confrontarci con chi aveva la credibilità per poter condividere con noi un percorso di vera trasformazione del partito provinciale, al di là delle posizioni sul piano nazionale. Daffadà e l’area politica che lo sostiene hanno colto positivamente tutte le nostre idee e assieme abbiamo deciso di costruire una proposta per il cambiamento in cui tutte le forze realmente rinnovatrici del Pd potessero riconoscersi. Una proposta radicale, inclusiva e diffusa, che può ambire alla vittoria e che è stata accolta molto positivamente dalla maggior parte delle persone che si riconoscono nel progetto di Civati, tanto che in due giorni abbiamo raccolto quaranta firme a sostegno della candidatura di Daffadà, su tutto il territorio provinciale.
Che tipo di campagna elettorale stai facendo. Possono votare solo gli iscritti al Pd… immagino sarai sempre al telefono…
La proposta politica alla base della nostra mozione poggia sull’idea che il Pd abbia bisogno di una leadership collettiva. Per questo, la nostra è e sarà una campagna orizzontale, fatta da una rete di persone. Mentre c’è chi cercherà di far leva sui rapporti di potere sedimentati nel tempo, noi preferiamo mobilitare i numerosi militanti che hanno condiviso le nostre idee. Loro sono i migliori testimonal del cambiamento che abbiamo in mente.
Pensi che la base del Pd abbia davvero voglia di cambiare o alla fine le vecchie amicizie e i rapporti storici consolidati in anni e anni di tesseramento prevarranno?
Arrivati a questo punto, la questione del cambiamento non è più negoziabile. Sicuramente c’è chi tenterà di far leva sulle vecchie logiche d’appartenenza per provare a dare una semplice rinfrescata alle pareti di casa. Noi siamo per ristrutturarla, la casa, e per farlo stiamo mobilitando la base, quella che anima i circoli, quella arrabbiata e delusa dalle troppe promesse non mantenute.
Per la segreteria nazionale del Pd si gioca per il secondo posto? Renzi è davvero inarrivabile?
Nonostante l’oscurantismo dei media nazionali, la qualità della proposta di Civati è sempre più apprezzata da iscritti ed elettori del Pd, e non solo. La dimostrazione plastica di questo crescente coinvolgimento è data dai tanti volti nuovi che ci troviamo davanti ogni volta che organizziamo un incontro. Per non parlare dei sondaggi, che danno Civati al secondo posto e in costante ascesa.
Mentre Renzi ha già espresso quasi tutta la sua capacità attrattiva, essendo partito un anno fa con la campagna per la premiership, la nostra proposta ha ancora degli ampissimi margini di diffusione. La partita è tutt’altro che scontata, anche perché i nostri elettori sono sempre più consapevoli che dovremo scegliere un segretario e non un candidato premier, e che la nuova guida del Pd non dovrà essere in diretta continuità con chi ha gestito il partito fino ad oggi. Tutti questi elementi mi portano a pensare che la sfida nazionale si possa risolvere al ballottaggio.
Civati ha provato a fare il pontiere tra Pd e M5S… Cacchioli lo è tra il Pd e Pizzarotti?
La nostra azione politica non è volta alla ricerca di intese con il M5S, bensì a recuperare la fiducia e il sostegno di quella parte di elettorato che si è rifugiata nel voto di protesta e nell’astensione. Per farlo, occorre che il partito torni a parlare ai più deboli, a chi si sente abbandonato, deluso e arrabbiato; che si riappropri dei nostri temi, come il lavoro, il lavoro, la lotta alla corruzione e all’evasione, l’ambiente, la cultura, la ricerca e l’innovazione – per elaborare una proposta moderna, comprensibile e realmente alternativa al centrodestra.
Questo è l’obiettivo della proposta che porteremo alle Primarie dell’8 dicembre.
Andrea Marsiletti