
14/01/2015
ACCADDE OGGI: 14 Gennaio 1980: a poche settimane dall’invasione arriva il biasimo delle Nazioni Unite
Al termine di una votazione dall’esito schiacciante, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite decise con 104 voti a favore e 18 contrari una risoluzione che condannava l’intervento russo in Afghanistan, che era stato invaso dalle forze della 40° Armata Sovietica la vigilia di Natale del 1979 su ordine del Cremlino.
La risoluzione chiedeva anche il “ritiro incondizionato, totale ed immediato delle truppe straniere dall’Afghanistan.” Il grande numero di “sì” a favore della risoluzione indicava la disapprovazione unanime a livello internazionale per l’iniziativa sovietica e l’instaurazione di un regime fantoccio filo-comunista in Afghanistan.
La risoluzione dell’Assemblea generale non ebbe comunque alcun impatto diretto sulle azioni di Mosca. La Russia infatti aveva già posto il veto a una risoluzione simile introdotta nel Consiglio di Sicurezza. Tuttavia, le proporzioni del voto, unite alle nazioni che sostennero la deliberazione di condanna, indicavano un cambiamento di condotta all’interno dell’arena politica della guerra fredda. Molti furono infatti i paesi non allineati e altre nazioni considerate del Terzo Mondo che si espressero a favore – ben 79 contro 9, mentre 28 si astennero o risultarono assenti al momento della votazione.
La veemente retorica del delegato cubano, che denunciava il ruolo dell’imperialismo americano sostenendo la causa socialista che faceva capo all’Urss, non riuscì a convincere gli elettori a votare in massa contro la proposta. Infatti furono numerosi i rappresentanti di stati asiatici, africani, e latino-americani, che tradizionalmente avevano sempre mantenuto un atteggiamento più o meno neutrale verso il conflitto fra Est e Ovest, a condannare la presenza militare sovietica in Afghanistan, che terminerà solo nel Febbraio del 1989.
Alessandro Guardamagna