
21/01/2015
ACCADDE OGGI: Nel gennaio del 1924 moriva in seguito ad una grave malattia nei pressi di Mosca Vladimir Ilic Uianov, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Lenin, la cui scomparsa aprirà un periodo che favorirà la definitiva e bestiale ascesa al potere di Stalin, fatta di intimidazioni e persecuzioni.
Nato nel 1970 a Simbirsk, la giovinezza di Lenin si svolse in una delle stagioni più tormentate della storia politica e sociale della Russia, laddove il governo zarista, in seguito all’assassinio dello zar Alessandro II nel 1881 da parte dei populisti, si affrettò ad annullare le limitate riforme che erano state introdotte negli anni precedenti. Il clima di quegli anni, con la condanna a morte nel 1887 del fratello maggiore Aleksandr per aver progettato un attentato contro il nuovo zar, finì con l’influenzare molto il giovane Lenin.
Autore delle Tesi di Aprile nel 1917 e dell’opera Stato e Rivoluzione, in cui traccia le dinamiche con cui il connubio politico-imprenditoriale porta nei moderni stati capitalisti all’oppressione del popolo contro cui le masse devono battersi, Lenin sarà l’elemento guida della Rivoluzione di Ottobre e del nuovo governo sovietico da lui guidato.
I primi anni ’20 lo vedranno impegnato allo costruzione di un nuovo stato comunista, e saranno sempre caratterizzati da forti contrasti con Stalin, di cui presagiva la pericolosità – famoso rimase il suo scritto intitolato “Quello Stalin è pericoloso”.
Gravemente ammalato, Lenin – che fu anche fra i mandanti dell’uccisione dello Zar Nicola II e della sua famiglia e responsabile del Terrore Rosso – morirà all’età di 54 dopo aver perseguito per tutta la vita l’idea di promuovere la rivoluzione tesa al riscatto delle masse sfruttate. Commentando il trattato di pace di Brest-Litovsk del 1918 con la Germania, disse « Abbiamo alzato ora la bandiera bianca della resa; innalzeremo più tardi, su tutto il mondo, la bandiera rossa della nostra rivoluzione.”
Alessandro Guardamagna