
03/03/2015
Alle 12:45 del 3 marzo 1991, Rodney G. King, ex rapinatore rilasciato su parola, venne fermato ubriaco alla guida della sua Hyundai dalla polizia di Los Angeles, dopo essersi rifiutato di fermarsi ad un precedente controllo e esser stato inseguito per circa 5 chilometri. Diverse auto della polizia e un elicottero parteciparono all’inseguimento che si concluse presso l’Hansen Dam Park.
Un gruppo di agenti, sotto la guida del sergente Stacey Koon, ordinò a King e agli altri due occupanti della vettura di uscire dal veicolo e stendersi a terra. King fu lento a rispondere, forse per effetto dell’alcohol, e, invece di sdraiarsi, rimase sulle mani e sulle ginocchia.
A quel punto gli agenti Laurence Powell, Timothy Wind, Ted Briseno e Roland Solano cercarono di immobilizzare King, che oppose resistenza. Gli agenti indietreggiarono quindi di alcuni passi prima di sparagli due volte con una pistola di stordimento elettrico, capace di lanciare dardi con una potenza di 50.000 volt a distanza ravvicinata.
Gli Agenti ricorsero anche all’uso della forza colpendo King più volte coi manganelli mentre si trovava a terra sostenendo che si stava scagliando contro Powell, mentre King a sua volta dichiarò che un’agente gli avrebbe gridato “Ti ammazziamo negro! Scappa se riesci!”, cosa che avrebbe innescato un suo tentativo di fuga.
L’intero episodio, fino al momento in cui venne ammanettato, durò esattamente 89 secondi, e quelli furono esattamente gli attimi che George Holliday, in piedi su un balcone in un complesso di appartamenti dall’altra parte della strada, immortalò sulla propria nuova videocamera di cui cercava di regolare l’obiettivo.
Holliday vendette il suo video alla KTLA, una stazione televisiva locale che mandò in onda il filmato prima di rivenderlo alla CNN, che lo trasmise in tutta l’America. Il video provocò indignazione e finì con l’innescare un dibattito nazionale sulla brutalità delle forze dell’ordine.
King fu rilasciato senza accuse, e il 15 marzo il sergente Koon e gli agenti Powell, Wind, e Briseno furono incriminati da un grand jury di Los Angeles in connessione con il pestaggio. A causa del clamore che si era creato a Los Angeles attorno all’episodio, il giudice Stanley Weisberg trasferì il processo fuori città, a Simi Valley nella Contea di Ventura. Il 29 Aprile 1992 una giuria di 12 persone, che comprendeva 10 bianchi e nessun afro-americano, emise un verdetto di non colpevolezza nei confronti degli agenti.
Le assoluzioni scatenarono violenti disordini e saccheggi a Los Angeles che risultarono nel tumulto più distruttivo avvenuto negli Usa nel 20° secolo.
In tre giorni di violenze si contarono più di 50 persone uccise, oltre 2.000 ferite, e furono causati danni per quasi un 1 miliardo di dollari. Il 1° Maggio il presidente Bush ordinò l’invio di truppe militari e agenti federali antisommossa per sedare la rivolta.
Nel 1993 i quattro agenti di polizia furono di nuovo posti sotto processo e il 17 Aprile una giuria federale condannò Koon e Powell per aver violato i diritti di King a causa di un uso sproporzionato della forza. Nonostante Wind e Briseno vennero assolti, la maggior parte dei sostenitori dei diritti civili considerarono il verdetto una vittoria.
Il 4 Agosto Koon e Powell furono condannati a due anni e mezzo di carcere per il pestaggio di King, che infine ricevette un indennizzo di 3,8 milioni dollari in una causa civile contro il dipartimento di polizia di Los Angeles.
Alessandro Guardamagna