Lavagetto sospeso da consigliere regionale

SMA MODENA
lombatti_mar24

21/08/2013

Con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 agosto, il consigliere regionale dell’Emilia Romagna Gianpaolo Lava getto è stato sospeso dalla carica in Regione.
Lavagetto è stato condannato “alla pena di anni uno e mesi sei di reclusione, colpevole del reato di peculato di cui all’articolo 314 del codice penale” e la carica di consigliere regionale è incompatibile con tale condanna ai sensi del decreto legislativo n. 235/2012.
Come si ricorderà, Lavagetto era subentrato a Villani (anch’egli interdetto dall’incarico).
A questo punto al posto di Lavagetto entrerà la terza più votata nella lista del Pdl del 2010 per la Regione, Cinzia Camorali.

Segue il testo completo del decreto:

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 5 agosto 2013 Sospensione del sig. Giampaolo LAVAGETTO dalla carica di consigliere regionale della regione Emilia Romagna.
(GU n.194 del 20-8-2013)

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Visti gli articoli 7 e 8 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235;
Vista la nota della Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Bologna – Prot. n. 0022531 dell’8 luglio 2013, con la quale e’ stata inviata, ai sensi dell’articolo 8, comma 4, del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, la sentenza n. 325/2011 del 12 ottobre 2011 emessa dal Tribunale di Parma – Ufficio del Giudice per l’udienza preliminare -, relativa ai fascicoli processuali N.R.G. 3087/2009 e N.R.G. 571/2010 G.U.P., che condanna il sig. Giampaolo Lavagetto Consigliere Regionale della Regione Emilia Romagna, alla pena di anni uno e mesi sei di reclusione, colpevole del reato di peculato di cui all’articolo 314 del codice penale;
Vista la nota della Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Bologna – Prot. n. 0022531 dell’8 luglio 2013, con la quale viene trasmessa la deliberazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, n. 114 del 21 maggio 2013, che ha proceduto alla convalida della elezione del consigliere Giampaolo Lavagetto, proclamato eletto per temporanea sostituzione, ai sensi dell’articolo 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108;
Considerata l’intervenuta entrata in vigore del decreto legislativo n. 235/2012 che, all’articolo 8, comma 1, prevede la sospensione di diritto dalle cariche di Presidente della Giunta regionale, assessore e Consigliere regionale per coloro che abbiano riportato una condanna non definitiva per uno dei delitti indicati all’articolo 7, comma 1 lettere a), b) e c) tra i quali e’ contemplato anche il reato di peculato (articolo 314 c.p.);
Rilevato, pertanto, che dal 21 maggio 2013, data della convalida dell’elezione del consigliere regionale Giampaolo Lavagetto, proclamato eletto per temporanea sostituzione, dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, decorre la sospensione dalla carica di consigliere regionale della Regione Emilia Romagna; Sentito il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie e il Ministro dell’Interno;

Decreta:
A decorrere dal 21 maggio 2013 e’ accertata la sospensione del Sig. Giampaolo Lavagetto dalla carica di consigliere regionale della Regione Emilia Romagna, ai sensi degli articoli 7 e 8 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235.
Roma, 5 agosto 2013

Il Presidente: Letta

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21/08/2013

Apprendo dalla stampa di questa mattina del decreto di sospensione dalla mia carica di consigliere firmato nei giorni scorsi dal Presidente del Consiglio Letta, per applicazione della Legge Severino – Monti.
Rilevato il modo anomalo con cui vengo a conoscenza della questione, tale decisione appare intempestiva e illogica.
Intempestiva, in quanto con questo atto, il Governo, in primis il Ministro dell’Interno retto dal Segretario Nazionale del PDL, anticipa il suo parere sulla discussione ancora aperta in questi giorni tra costituzionalisti sulla legittimità dell’ applicazione del decreto Severino – Monti in modo retroattivo e sui dubbi di sua uniformità verso i principi della carta Costituzionale: con questa decisione il Governo ed il Ministero dell’Interno la ritengono sia retroattiva che costituzionale. Ora sarebbe eclatante se tale retroattività e costituzionalità venisse riconosciuta per un cittadino che per la nostra Costituzione non è ritenuto colpevole fino all’ultimo grado di giudizio e si ritenesse irretroattiva e incostituzionale per chi ha invece ricevuto una pena definitiva.
Nel mio caso la decisione appare anche illogica per non dire ingiusta.
Infatti, se vero e’ che il Decreto Severino, per non eccedere nella lesione dei diritti costituzionali del cittadino- eletto, prevede un periodo di sospensione che non può essere superiore ai 18 mesi, tempo congruo per la celebrazione dell’ eventuale processo di Appello, nel mio caso sono già trascorsi circa 23 mesi dal primo grado di giudizio senza che nemmeno si sia fissata la data per l’udienza di appello in cui poter dimostrare la mia innocenza. Siamo, quindi, di fronte ad una sospensione dei mie diritti costituzionali che supera di gran lunga quella cautamente prevista dal decreto medesimo.
Faccio presente che all’atto della sentenza di condanna in primo grado, che già prevedeva una sospensione dei 18 mesi dalla mia carica di consigliere provinciale, proprio per rispetto delle Istituzioni non mi sono avvalso di tale opportunità, ma mi sono dimesso, convinto che mi sarebbe stato garantito un processo di appello in tempi accettabili. Ingiusto ora che sia io ad essere punito per le lentezze delle Stato.
Non entro poi nel merito della vicenda dei 408 euro di traffico internet via cellulare, sulla cui reale dinamica la recente relazione degli uffici comunali di Parma ha ampiamente dimostrato come in realtà si sia giunti a tale somma a mia totale insaputa.
Prendo atto di una ingiusta punizione che lede i miei diritti di cittadino ed eletto alla quale, nel rispetto della Giustizia, ancora una volta non intendo cedere.

Giampaolo Lavagetto