Le coop dell’Emilia-Romagna sfidano la crisi

SMA MODENA
lombatti_mar24

03/03/2014

Negli ultimi cinque anni, l’occupazione complessiva in Emilia-Romagna cala mentre aumenta quella riferita al sistema della cooperazione che resiste anche in riferimento al 2013. Questa la principale indicazione che emerge da una recente analisi di Unioncamere Emilia-Romagna, in collaborazione con le Camere di commercio della regione e con Gruppo CLAS S.p.A., resa possibile dalla banca dati SMAIL.
A metà 2013, l’occupazione delle cooperative emiliano-romagnole (che contano circa 5.600 unità con 174.800 addetti) è aumentata di oltre il 3% rispetto al giugno 2008, a fronte di una variazione complessiva a livello regionale del -3,8%, cosicché la quota di occupazione delle cooperative sul totale delle imprese è passata dal 10% all’11%.
Nello stesso periodo, il numero di imprese cooperative è aumentato di oltre il 5%, passando da 5.300 a quasi 5.600 unità, questo mentre il numero totale di imprese attive in regione si è ridotto (-1,9%).
Tale diverso andamento è stato senza dubbio favorito dal fatto che le imprese della cooperazione operano prevalentemente nei servizi, nei quali è collocato il 73% dei loro addetti. Tra questi, emergono, per dimensione assoluta, sanità e assistenza sociale (28.600 addetti), poi trasporti e logistica (23.600), servizi di pulizia e altri servizi operativi (22.500) e dal commercio (18.600). Le cooperative industriali occupano 27.700 addetti e quelle agricole 10.800.
A livello settoriale si riscontrano alcune variazioni piuttosto marcate, sia in aumento (altri servizi alle persone +15%, sanità e assistenza +11%, Industria +7%, servizi di pulizia e altri servizi operativi +6%) che in diminuzione (trasporti e logistica -10%, costruzioni -13%).
Un cenno a parte merita il settore del credito, il cui forte incremento tra il 2008 e il 2013 (+32%) riflette alcune acquisizioni da parte di imprese cooperative di aziende con altra forma giuridica (si ricorda, in particolare, la riorganizzazione di Banco Popolare).
Risulta poi di rilievo l’incremento evidenziato dalle cooperative sociali, passate nell’ultimo quinquennio da 838 a 936 imprese e da 34.600 a 38.800 addetti, con incrementi nell’ordine del 12%. Le cooperative sociali operano in larga maggioranza nel campo sanitario-assistenziale ed educativo (tipo A), comparto in cui si concentra il 60% delle imprese e il 72% degli addetti.
Nell’ultimo anno (giugno 2012-giugno 2013), l’occupazione nelle cooperative si è leggermente ridotta (-0,5%), mentre la flessione relativa al complesso delle imprese supera il -2%. La variazione delle cooperative sociali resta invece positiva (+0,5%)
Tra i diversi settori si registrano variazioni occupazionali prevalentemente negative ma generalmente inferiori al mezzo punto percentuale. Fanno eccezione i trasporti e la logistica (-2,4%), gli “altri servizi alle persone” (-2,1%) e i servizi avanzati (-0,8%). L’industria e la sanità mostrano invece variazioni positive (+0,7% e +0,3% rispettivamente).

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03/03/2014
h.18.30

I buoni dati della cooperazione sociale – come emergono da un’analisi di Unioncamere Emilia-Romagna, in collaborazione con le Camere di commercio della regione e con Gruppo Class, resa possibile dalla banca dati Smail -, evidenziano una tenuta del comparto conseguente ad alcuni fattori.
«Le cooperative sociali – spiega il responsabile regionale di Legacoopsociali, Alberto Alberani – operano prevalentemente con Pubbliche amministrazioni che in questi anni di crisi, grazie alle scelte fatte, non hanno intrapreso la via dei tagli lineari, ma quella dell’ottimizzazione dei servizi. Una sfida che è stata raccolta pienamente dalle coop sociali che, non essendo condizionate da burocrazie e ingessature varie proprie delle gestioni pubbliche, hanno saputo ottimizzare e riorganizzare i servizi garantendo la qualità a costi adeguati».
Questi risultati non nascondono però le preoccupazioni per il futuro: «In particolare – prosegue Alberani –, l’accreditamento provvisorio dei servizi rivolti a persone disabili e anziane sta esaurendo la sperimentazione e per procedere con l’accreditamento definitivo è necessario che la Regione riveda (dopo la sperimentazione) i requisiti e le tariffe. Inoltre, le cooperative sociali di inserimento lavorativo, che lavorano sempre di più nell’ambito dei servizi ambientali, auspicano un comportamento delle aziende multiservizi attento non solo alla quotazione in borsa, ma anche alle capacità lavorative delle persone fragili o svantaggiate che operano in tali servizi».
Occasione storica e irripetibile per valorizzare la cooperazione sociale è data dalla proposta di Legge regionale sulla cooperazione sociale recentemente presentata in Commissione: «Ci auguriamo che veda presto la luce anche grazie al sostegno di chi stima e apprezza l’opera quotidiana delle lavoratrici e dei lavoratori delle la cooperative sociali».