
03/12/2013
h.13.20
Il fenomeno delle frodi creditizie, che si realizza mediante furto di identità ed il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene, anche nel I semestre 2013 si conferma avere dimensioni di assoluto rilievo e per il periodo Natalizio, con il fisiologico incremento degli acquisti, si prevede una accentuazione.
Malgrado questo, non sembra destare un adeguato allarme sociale.
In effetti, nonostante la crisi economica e la conseguente contrazione dei finanziamenti richiesti ed erogati alle famiglie, dalle analisi presentate nell’ultima edizione dell’Osservatorio CRIF sui furti di identità e le frodi creditizie risulta che nel nostro Paese questo fenomeno criminale non accenna minimamente a diminuire (+12,5% nei primi 6 mesi dell’anno).
Relativamente all’Emilia Romagna solamente nel I semestre 2013 sono stati intercettati ben 484 casi, dato che colloca la regione all’ 8° posto assoluto del ranking nazionale, guidato dalla Campania. Inoltre, considerando la contemporanea contrazione dei finanziamenti concessi, nei primi 6 mesi dell’anno in corso il rapporto tra il numero di frodi creditizie e i crediti concessi è risultato in crescita del 14,5% rispetto al primo semestre 2012.
Entrando maggiormente nel dettaglio, in Regione il primato spetta alla Provincia di Bologna, con 108 casi (20^ posizione assoluta nella graduatoria nazionale), seguita a breve distanza da Modena, che con 102 casi si colloca al 22° posto del ranking.
Più distanziate le province di Parma (55), Reggio Emilia (48) e Rimini (42). A seguire quelle di Forlì-Cesena (37), Ravenna (32), Piacenza (31) e Ferrara (29), che però fa segnare l’incremento più consistente rispetto al pari periodo 2012, con un + 7,9%.
EMILIA-ROMAGNA |
484 |
BOLOGNA |
108 |
FERRARA |
29 |
FORLÌ-CESENA |
37 |
MODENA |
102 |
PARMA |
55 |
PIACENZA |
31 |
RAVENNA |
32 |
REGGIO NELL’EMILIA |
48 |
RIMINI |
42 |
Fonte: CRIF
“Da quando abbiamo iniziato a monitorare sistematicamente questo fenomeno criminale, a partire dal 2005, abbiamo rilevato un incremento pressoché costante dei casi ma, purtroppo, non sembrano essere cresciute in proporzione la consapevolezza e l’attenzione da parte dei cittadini, nemmeno nelle fasce di popolazione più giovani” – spiega Beatrice Rubini, Direttore della linea MisterCredit di CRIF -. Al contrario, i dati del nostro Osservatorio dimostrano che sono ancora una volta soprattutto gli under 30 ad essere i più colpiti dal furto d’identità e dalle frodi creditizie, plausibilmente in quanto particolarmente esposti alla circolazione di propri dati personali sul web. E per l’imminente periodo Natalizio ci aspettiamo, come purtroppo sempre accade, un picco di casi coincidente con l’accentuazione dei consumi finanziati durante le festività di fine anno”.
L’INCIDENZA SULLE DIVERSE FORME TECNICHE DI CREDITO ALLE FAMIGLIE
Nel complesso si cade facilmente vittima di frode creditizia tramite furto d’identità per molteplici ragioni, innanzi tutto a causa della grande facilità con la quale i criminali riescono ad accedere a informazioni personali e riservate altrui attraverso documenti cartacei o in formato digitale, anche in virtù della scarsa conoscenza dei rischi da parte dei cittadini, con la conseguente ridotta tendenza a tutelarsi adeguatamente adottando comportamenti virtuosi e sistemi di protezione realmente efficaci.
A questo si aggiungono le oggettive difficoltà da parte degli istituti di credito e, soprattutto, degli esercizi commerciali nel verificare la reale veridicità dei dati presentati al momento della richiesta di un finanziamento.
Entrando nel dettaglio delle singole forme tecniche, su base nazionale i prestiti finalizzati continuano a fare la parte del leone, con un’incidenza dell’80,2% sul totale dei casi. In questa poco invidiabile classifica seguono i prestiti personali, con una quota pari al 10,4%, e le frodi sulle carte di credito, con il 7,2%.
Nel periodo di osservazione, però, si registra anche un significativo aumento dei casi perpetrati su cessione del quinto dello stipendio, anche se l’incidenza sul totale rimane ancora complessivamente modesta.
Altro aspetto decisamente interessante che emerge dall’Osservatorio CRIF è che il fenomeno del furto di identità sta assumendo proporzioni significative anche per quanto riguarda le frodi perpetrate su cambiali e assegni.
I casi riguardano in particolare l’utilizzo di carnet di assegni rubati o smarriti ed emessi falsificando la firma del titolare e sostituendosi ad esso. Sono però tutt’altro che isolati anche i casi in cui viene aperto un conto corrente a nome di un’altra persona per poi emettere assegni a suo nome. In entrambi i casi l’assegno viene inevitabilmente protestato e a pagarne le conseguenze è l’ignara vittima del furto di identità.
Nel 95% dei casi gli effetti protestati sono risultati essere assegni, per il restante 5% si trattava di cambiali.
I BENI PIÙ FREQUENTEMENTE ACQUISTATI ATTRAVERSO UN FINANZIAMENTO FRAUDOLENTO
A livello nazionale, anche nel I semestre 2013 le principali tipologie di prodotti acquistati illecitamente ricorrendo ad una frode creditizia sono state auto e moto, con quasi 1/3 dei casi totali, e gli articoli di elettronica-informatica-telefonia (ad esempio computer, smartphone e tablet) che tipicamente si collocano nella fascia di importo più bassa.
Confermano una quota significativa anche i casi relativi all’acquisto di mobili e prodotti di arredamento ed elettrodomestici, anche per importi di tutto rispetto.
L’ANALISI PER FASCE DI IMPORTO
Per quanto riguarda le fasce d’importo, rispetto al passato emerge una crescita delle frodi di importo superiore ai 10.000 Euro (+19,7% rispetto al I semestre 2012).
In ogni caso, la fascia al di sotto dei 1.500 Euro si conferma quella più soggetta ai casi di frode, con circa il 38% del totale dei casi.
Questo trend risulta fondamentalmente in linea con l’elevata incidenza sul totale dei prestiti finalizzati e si spiega con il fatto che i finanziamenti di piccolo importo, specie se erogati non allo sportello della banca o della società finanziaria ma direttamente presso gli esercizi commerciali, si caratterizzano per tempi di erogazione più rapidi e controlli meno sofisticati sull’identità del richiedente credito.
D’altro canto, l’aumento dei casi nella fascia superiore ai 10.000 Euro sembra suggerire che la sofisticazione con cui vengono commesse le frodi sia sempre maggiore.
IL PROFILO DELLE VITTIME
Relativamente alla distribuzione per genere, dall’analisi di CRIF emerge un aumento dei casi di frode tra le donne (38,3% dei casi totali; +9,7% rispetto al corrispondente periodo 2012), concentrati in particolare nelle fasce di importo più basse.
Sotto il profilo socio-demografico, invece, si conferma la tendenza già evidenziata nelle precedenti rilevazioni: il maggior numero di vittime si concentra nella classe di età compresa tra 18 e 30 anni, con il 32,8% del totale, in preoccupante aumento rispetto al corrispondente semestre 2012 (+9,9%). Seguono la classe di età compresa tra 31 e 40 anni, con il 24,6%, e quella tra 41 e 50 anni, con il 20,5%.
Per quanto riguarda gli importi dei finanziamenti ottenuti fraudolentemente, essi crescono all’aumentare dell’età della vittima: infatti per gli over 50 si rileva una maggiore incidenza di frodi che superano i 10.000 Euro.
Relativamente alla ripartizione delle frodi per regione, essa mostra una maggiore incidenza in Campania, Sicilia e Lombardia, seguite da Lazio, Puglia e Piemonte. Si tratta nella sostanza delle medesime regioni che anche nel I semestre 2012 occupavano i primi posti del ranking.
“Alla luce delle ultime rilevazioni non può che destare preoccupazione il fatto che ancora una volta siano proprio i giovani, che almeno teoricamente dovrebbero avere una maggiore consapevolezza verso questa tipologia di fenomeni, a risultare le vittime più frequenti di frodi creditizie perpetrate attraverso un furto di identità – commenta Beatrice Rubini -. Spesso sono però proprio gli under 30 a sottovalutare i rischi ai quali si espongono ad esempio pubblicando i propri dati personali sul web, in particolare sui social network, fornendo così ai frodatori un facile accesso alle informazioni utilizzate per richiedere finanziamenti fraudolenti”.
I TEMPI DI SCOPERTA
Un dato oltremodo allarmante che emerge dallo studio di CRIF riguarda i tempi di scoperta della frode: in Italia circa un caso su due viene scoperto dopo più di un anno ma continuano ad aumentare (+14% rispetto al corrispondente periodo 2012) le frodi scoperte addirittura dopo oltre 5 anni.
Questo aspetto risulta particolarmente delicato in quanto più la frode viene scoperta in ritardo, tanto più sarà difficoltoso per la vittima ripristinare la propria posizione creditizia, senza considerare che molto più limitate saranno anche le possibilità di individuare l’autore del crimine. Inoltre, con l’allungarsi dei tempi di detection può peggiorare, anche termini di responsabilità legale, la posizione dell’Istituto che ha erogato il finanziamento nei confronti della vittima di furto d’identità.
“Da parte degli istituti di credito si sta alzando il livello di attenzione sul fenomeno delle frodi, non solo a causa di un mercato del credito più difficile, che non consente margine per prestare il fianco a queste perdite, ma anche per una accresciuta attenzione al rischio reputazionale – conclude Maria Luisa Cardini, Senior Business Consultant del centro di competenza Fraud Prevention & Compliance Solutions di CRIF –. L’esperienza vissuta in prima persona da molti istituti, che si sono visti balzare all’onore delle cronache a causa di denunce su eventi fraudolenti, ha infatti portato ad una maggiore cura nell’attività di prevenzione. A questo riguardo, un fattore significativo per alzare il livello di attenzione da parte del top management degli istituti è rappresentato anche dal verificarsi di situazioni in cui il legale rappresentante dell’istituto ha ricevuto dalla vittima di furto d’identità una denuncia per diffamazione. D’altro canto, gli sforzi verso una più approfondita verifica dell’identità nel credito derivano anche dai vincoli normativi previsti dal nuovo provvedimento di Banca d’Italia in vigore dal prossimo gennaio, in modo da trovare delle sinergie su operatività e banche dati ai fini di prevenire le frodi e, contestualmente, conseguire la compliance normativa richiesta”.