L’esecuzione di massa nel Pacifico

SMA MODENA
lodi1

07/10/2014

ACCADDE OGGI: Il 7 ottobre 1943 l’ammiraglio della marina imperiale Giapponese Shigematsu Sakaibara, comandante della guarnigione nipponica sull’isola di Wake, ordinò l’esecuzione di 96 prigionieri di guerra americani, affermando che stavano cercando di mettersi in contatto radio con le forze USA in preparazione di un’imminente invasione dell’isola.
Alla fine di Dicembre del 1941 i Giapponesi avevano rinforzato le loro truppe già presenti a Wake, parte di un atollo corallino ad ovest delle Hawaii, dopo aver tentato inutilmente di strappare l’isola alla piccola guarnigione statunitense all’inizio di quel mese. La forze giapponesi erano ormai preponderanti, e la maggior parte degli Americani presi prigionieri dopo la battaglia finale fu trasferita in campi di prigionia altrove. Novantasei rimasero però a Wake e furono impiegati nei due anni successivi come forza lavoro. Seppur gli Americani bombardassero periodicamente l’isola, non avevano pianificato sbarchi anfibi poiché intendevano, come parte di una più ampia strategia, lasciare alcune guarnigioni giapponesi isolate nel Sud del Pacifico senza più rifornimenti costringendole alla resa nel lungo periodo.
L’esecuzione dei prigionieri di Wake, bendati e mitragliati a sangue freddo sulla spiaggia, rimase un episodio poco noto ma fra i più brutali della guerra nel Pacifico. Uno di loro riuscì a fuggire, ma fu catturato di lì a poco e decapitato pubblicamente per mano dell’ammiraglio. Per aver ordinato l’esecuzione Sakaibara fu condannato alla fine del conflitto da un tribunale di guerra americano e impiccato a Guam il 18 Giugno 1947.

Alessandro Guardamagna