Mastrapasqua vs Valtaro

SMA MODENA

04/02/2014

Evviva la democrazia, evviva l’Italia.
Evviva noi italiani, il popolo che vive da sempre con le fette di salame sugli occhi. Ce ne fanno di tutti i colori, ci dimostrano con grande dialettica e maestria, ogni giorno, che siamo contenti di essere “cornuti e mazziati”. E noi? Niente, avanti così, senza nessun cambiamento!
Sono una decina di anni che non si parla altro che di tagli negli enti locali, di aumenti di tariffe e di bollette, di sacrifici per il taglio di servizi e di diritti. Una situazione che con il governo Monti è precipitata, colpendo tutti quegli “sprechi” della periferia, a favore del benessere dei nostri beniamini romani, sempre ben forniti di auto blu e garanzie di buona vita. Sacrifici quindi, ma non per tutti; per tanti, ma non per tutti. Ovviamente, come sempre, da che mondo è mondo, da che Italia è Italia, i primi a lasciarci la pelle (e le palle) siamo sempre noi, noi gente di montagna, noi marginali e sacrificabili. Come le pecore, che amano farsi tosare dal padrone. L’Italia, come nazione che si dimostra nei fatti sempre più profondamente iniqua e sperequata, si fonda sui sacrifici delle periferie, della profonda provincia, sia essa del nord, del centro e del sud: dal sacrificio dei giovani immolati nelle due guerre, alla situazione attuale di disoccupazione insostenibile, passando per i grandi flussi migratori, interni ed esterni, che hanno depauperato e cancellato intere aree italiane, del nord, del centro e del sud. Di fatto, mai un sacrifico vero a Roma, nei palazzi. Mai una riduzione, sempre aumenti.
Nei mesi scorsi mi ero interessato, per una diretta TV, su quanto guadagnavano i tanto maledetti e spreconi amministratori locali. Quelli al centro della battaglia moralizzatrice del governo Monti&C. Ero partito da Bedonia, comune effettivamente rappresentativo della situazione dell’Appennino alto, delle terre alte. Una situazione identica a Berceto, Albareto, Tornolo, Compiano…
Il sindaco, Carlo Berni, udite udite, uno che come tutti i suoi colleghi di montagna si deve occupare di tutto, dalle fogne, alle frane, passando per la mensa scolastica e la chiusura delle ultime fabbriche con relativi disoccupati e tragedie familiari, in quanto fortunato detentore di un posto di lavoro, prende la fortuna di ben 680 Euro al mese (seicentoottanta!); un suo assessore, come potrebbe essere Maria Pia Cattaneo o Lodovico Molinari, “ruba” alle casse comunali la bellezza di ben 48 Euro (quarantotto!) al mese. Costantino Monetverdi, il consigliere comunale di minoranza più rappresentativo, ha un cedolino di 70 Euro, ma all’anno! Tutto ben documentato.
Questi politici, questi “grandi spreconi”, nessuno escluso, hanno poi il grande privilegio di usare e rischiare la loro auto di famiglia, di svuotare il credito del loro telefonino personale, di anticipare spese e materiale; soprattutto, di sputtanare ,in mille burocrazie romane inutili, il loro prezioso tempo libero.
Proprio su di loro si è avventata la mannaia giustiziera e giustizialista dei tagli alla carlona, della finta lotta allo spreco politico. Nei piccoli comuni, meno assessori, meno consiglieri, meno poteri, meno risorse. Peccato che, nelle stesse ore, negli stessi giorni, gli stessi censori della politica, i “raddrizzatori” delle sorti economiche della nazione, aumentavano o comunque non diminuivano i compensi milionari e la quantità in numero delle cariche di tanti manager di risorse e soldi pubblici (ha senso dire una cosa simile?), come nel caso di un soggetto come Pietro Mastrapasqua, imbarazzante presidente indagato dell’INPS.
Visto che questi grandi esperti hanno dimostrato di poter sostenere con disinvoltura decine di cariche, senza nessuna fatica, potremmo razionalizzare, come usano dire soggetti come la Fornero, i loro compensi. Aumentiamo le poltrone, diminuiamo gli stipendi.
Per ogni Mastrapasqua che si rispetti (in Italia ne abbiamo alcune migliaia), facendone a meno, eliminando il costo, stimabile per i soli compensi da lui dichiarati in oltre 1,2 milioni di Euro all’anno, si potrebbero mantenere quasi 150 Carlo Berni, oltre 2.000 Maria Pia Cattaneo, addirittura 17.000 Costantino Monteverdi.
Peccato che nessuno, proprio nessuno, in Italia, faccia mai i “conti della serva”, quelli banali ma allo stesso tempo sconcertanti, che si possono fare anche con la calcolatrice che si trovava in regalo nel fustino del detersivo. Un vero peccato: ma forse è meglio pensare ad altro, per non distruggersi il fegato dalla rabbia.

Valtaro.it