“Nel Pd di Parma si va verso la grande ammucchiata”

SMA MODENA
lodi1

12/12/2013

Il post su Alice di Angelo Scita, esponente del Pd di Collecchio, che commenta l’articolo del Direttore Andrea Marsiletti “Renzi faccia tesoro degli insegnamenti del Fratello n.1 Pol Pot, e non solo del Grande Fratello di Canale 5“.

Caro Andrea,
mi accingo a mandarti una riflessione, sempre con fatica, sui fatti politici recenti.
Renzi ha vinto dappertutto e non ci sono più scusanti per chi si era esposto a favore del cambiamento, a partire da lui. Nel suo discorso d’insediamento, fatto ieri sera a spoglio non ancora chiuso, non ha usato mezzi termini sul da farsi del governo in carica. La riforma elettorale e costituzionale è in capo all’agenda del nuovo segretario del PD. La speranza concreta di farcela non è fondata sul nulla, perchè il suo fallimento porterebbe all’implosione del partito e, forse, anche del Paese. Non v’è dubbio che il successo dell’operazione sarebbe tale da consegnargli, anche dentro il PD, un’autorevolezza così forte da tentare la modifica della struttura-partito.
D’altra parte, non può durare la dicotomia venutasi a creare tra centro e periferia del partito. Presto o tardi, si scontreranno i due orientamenti correntizi opposti: da un lato, gli organismi nazionali, a stragrande maggioranza renziana (superiore ai due terzi) e dall’altro, quelli regionali e/o provinciali governati, in genere, da cuperliani, dalemiani, bersanaini, ecc. A Parma, come spesso è successo nella sua storia, la situazione è molto più ingrovigliata che altrove, dato l’accentuato trasversalismo maturato durante la corsa alla segreteria provinciale e, prima ancora, nello svolgersi delle “parlamentarie”. Pertanto, la condizione oggettiva generale dei “maggiorenti” del PD parmense, aggiunta ad una maggioranza politica poco qualificata, nei numeri e nella trama del tessuto che l’ha espressa al Congresso, spinge verso la grande ammucchiata.
E’ possibile che tale debolezza strutturale possa diventare strumento di rifondazione del PD, anzicchè un suo superficiale imbellettamento messo in bella vista con la sostituzione di qualche personaggio ingombrante e la riduzione numerica degli organi dirigenziali? Personalmente, nutro grossi dubbi, in merito. Il “partito nuovo” sepolto vivo appena nato da parte degli ex di tutte le provenienze ha bisogno di ben altro e alcuni articoli dello Statuto Nazionale ne mostrano i contorni, aimè, solo suggeriti e proprio perchè tali, sistematicamente ignorati.
Credimi, Andrea: basterebbe una minima integrazione formale tra Statuto Nazionale e Regionale per resuscitare il PD che volevano i padri fondatori, ma nonostante quanto successo in questi ultimi mesi, specialmente ieri, nessuno ne parla. Altro che emettere l’ordinanza 227 o rischiare atteggiamenti da Pol Pot, caro Andrea!
Qui si sta negando, addirittura, di essere sul fronte. La sordità cantinua. Ti saluto.

Angelo Scita
(iscritto Pd di Collecchio)