
04/11/2013
h.15.40
Ha creato un nuovo linguaggio visivo, ritraendo sin dai primi cortometraggi negli anni Sessanta l’essere umano immerso nella natura di cui ha saputo valorizzare la ricchezza e la diversità, il paesaggio, con uno stile inconfondibile, sperimentale e poetico. Ora Parma celebra il regista e fotografo Franco Piavoli con una giornata di iniziative che rendono omaggio al suo talento multiforme.
Il 9 novembre alle 10, nella sala Aurea della Camera di Commercio, riceverà dal vicepresidente Pier Luigi Ferrari il “Premio San Martino 2013”, ovvero il tabarro simbolo della vita contadina, che la Provincia di Parma dona a figure che si sono distinte per la salvaguardia della biodiversità, fra queste Carlo Petrini e Vandana Shiva.
Un riconoscimento nazionale dedicato a un impegno di cui è testimonianza il lavoro svolto negli anni da Piavoli. Regista, documentarista e artista, Piavoli è stato infatti capace come pochi altri di mettere in luce attraverso il cinema e la fotografia aspetti del mondo agricolo, paesaggistico e naturale di un territorio dando in questo modo valore estetico e narrativo alla biodiversità in agricoltura. La cerimonia è in programma dalle 9.30 nell’Auditorium del Carmine a Parma e prevede, oltre a un saluto che arriva direttamente da Ermanno Olmi, anche una conversazione con il regista condotta da Gian Carlo Calza, presidente del Centro Coscienza di Milano.
Dalle 18 Solares Fondazione delle Arti, in collaborazione con la Provincia, il Circolo del Cinema Stanley Kubrick – Parma Film Festival e il Centro Coscienza di Milano, proporrà un approfondimento sulle due direttrici fondamentali della sua ispirazione, fotografica e cinematografica. Alle 18 verrà inaugurata alla Galleria delle Colonne la mostra “Franco Piavoli – Il dono dei sensi”, una retrospettiva comprensiva delle fotografie giovanili dei primi anni Cinquanta sulla cultura contadina, immagini che sarà possibile vedere per tutto il mese di novembre.
Alle 21.15 al Cinema Edison d’essai si potranno riscoprire quattro titoli rari, che appartengono alla sua prima produzione di cortometraggi documentari. La raccolta ripropone filmati ormai introvabili come Le stagioni (1961), con il loro susseguirsi e i cambiamenti che provocano sulla natura, e Domenica sera (1962), uno spaccato poetico sul giorno di festa degli italiani, tra feste di paese, balli in piazza e primi amori. Sarà poi possibile riscoprire le eccezionali testimonianze di documentari come Emigranti (1963), sulla precarietà degli uomini in viaggio verso Milano e le sue promesse di lavoro, ed Evasi (1964), ritratto antropologico di una folla allo stadio che rivela l’aggressività della natura umana.
Per l’occasione Franco Piavoli sarà presente in sala per incontrare il pubblico. Conducono l’incontro i curatori della mostra Giancarlo Calza e Cristina Strata. L’ingresso alla mostra e alle proiezioni è gratuita. Dopo l’inaugurazione la mostra sarà visitabile la sera negli orari di apertura del Cinema Edison.
FRANCO PIAVOLI
Nato nel 1933 a Pozzolengo in provincia di Brescia, dove tuttora vive, Franco Piavoli si laurea in Giurisprudenza ma ben presto rimane folgorato dalla visione dei capolavori del cinema russo, dai film di Joris Ivens e David W. Griffith, e decide di mettersi alla prova come regista con una piccola telecamera 8 millimetri. Nel 1961 gira il primo cortometraggio documentario Stagioni, inaugurando uno stile sperimentale e poetico, dal soggetto spesso bucolico, che proseguirà con altri titoli sempre prodotti in modo indipendente come Domenica sera, Emigranti, Evasi.
È la Mostra del Cinema di Venezia a metterlo in luce come autore a livello internazionale ospitando in concorso, nel 1982, il suo primo lungometraggio Il pianeta azzurro, sperimentale “sinfonia visiva e sonora”, priva di dialoghi, che osserva l’uomo immerso nella natura nello scorrere delle stagioni.
Successivamente Piavoli gira altri tre lungometraggi che rimangono vicini al documentario per lo sguardo attento sull’uomo e la natura, ma sconfinano nel cinema narrativo sperimentale per la raffinata rielaborazione drammaturgica: Nostos – Il ritorno (1989), personale rielaborazione del mito di Ulisse, presentato fuori concorso al Festival di Locarno; Voci nel tempo (1996), con il quale Piavoli torna a Venezia nella sezione Settimana del cinema italiano; Al primo soffio di vento (2002), il racconto di una giornata d’agosto nelle campagne lombarde. Tra gli ultimi lavori del regista, la collaborazione con Ermanno Olmi per il documentario Terra madre (2009).
IL PREMIO SAN MARTINO
Istituito dalla Provincia il “Premio San Martino per la biodiversità” è stato consegnato a partire dal 2008 a personalità che si distinguono nella opera di tutela e valorizzazione della biodiversità in agricoltura. Le linee guida perseguite nella storia dell’assegnazione del Premio San Martino a personaggi illustri sono cinque: Educazione, Economia, Ecologia, Etica e Estetica.
Questo momento istituzionale ha consentito di dare risalto al lavoro di persone, associazioni che da anni si occupano della biodiversità, quali gli agricoltori e allevatori custodi, impegnati a recuperare e conservare l’infinita varietà di frutti, animali e vegetali di cui il territorio parmense è ricco.
Il premio conferito è un tabarro, classico mantello della vita contadina che veniva utilizzato per fare fronte al freddo invernale, oggi, invece, rappresenta un simbolo riconosciuto del mondo agricolo della Pianura Padana.
Le precedenti edizioni:
2008: Libereso Guglielmo, botanico giardiniere della famiglia Calvino
2009: Carlo Petrini, ideatore e presidente di Slow Food
2010: Vandana Shiva, teorica dell’ecologia sociale e leader dell’International Forum on Globalization
2011: Susanna Magistretti Maestra giardiniera del carcere di Bollate
2012: Salvatore Ceccarelli, scienziato genetista e consulente per il miglioramento genetico.