Regio, “come dare torto a Fontana e Arcà?”

SMA MODENA
lombatti_mar24

27/09/2014
h.13.40

Ieri pomeriggio alle 18.30 in una audizione pubblica convocata su unanime richiesta delle opposizioni consiliari il dr Fontana e il maestro Arcà hanno spiegato perché a fine anno lasceranno la guida del Teatro Regio.
Lo hanno spiegato in sala Consiglio di fronte a pochi giornalisti e, ahimè, ad un solo consigliere di opposizione, il cons. Bizzi del PD.
Tutti gli altri consiglieri di opposizione, quelli che chiesero a gran voce l’audizione, quelli sempre così critici sulla gestione del Regio avevano evidentemente cose molto più importanti da fare di venerdì tardo pomeriggio.
Che tristezza e che dimostrazione di grande inadeguatezza a rappresentare chi li ha votati!
Così come è molto preoccupante a mio avviso che sia mancata la presenza delle associazioni culturali cittadine, quelle che a detta di alcune voci sempre pronte alla critica non sarebbero mai coinvolte dalla nostra amministrazione.
Evidentemente anch’esse avevano cose più interessanti da fare.
Perché il dr.Fontana e il maestro Arcà lasciano il Teatro Regio a fine anno? Lo ha detto molto chiaramente il dr Fontana.
Lasciano innanzi tutto perché mai durante la lunga esperienza professionale hanno diretto un teatro che, come il Regio, è costante oggetto di lotta politica a prescindere, in spregio a ogni ovvia logica di corretti rapporti tra politica e cultura cittadina.
Ma il dr Fontana ha anche parlato molto chiaramente di continui attacchi con falsità da parte di Consiglieri dell’opposizione e del teatro Regio come oggetto di una lotta politica impropria.
Lasciano perché i vecchi soci della Fondazione, pur continuando a contribuire economicamente anche se in forma sempre più ridotta, si sono tutti sfilati lasciando sola l’amministrazione.
Lasciando il Comune, diciamolo pur, con il cerino del Regio acceso in mano.
Né è stato possibile ad oggi, forse anche per la pesante situazione economica nazionale, trovare nuove realtà cittadine disposte ad entrare come soci nella Fondazione.
Sommando a ciò il continuo ridursi dei contributi statali e la negazione da parte del governo del contributo economico al Festival Verdi, sul quale il dr Fontana contava molto, è inevitabile che serva un ripensamento del ruolo del Teatro Regio, che non potrà più essere solo un teatro lirico.
E per questo nuovo ruolo il dr Fontana ed il maestro Arcà non si ritengono essere le persone più adatte.
Lasciano comunque un Teatro Regio risanato e funzionante, che non ha bisogno di rilancio ma di una buona gestione e di un ruolo adeguato alle risorse economiche disponibili.
Il dr Fontana ha infine suggerito che il festival Verdi possa in futuro essere separato dall’attività normale del teatro; il festival Verdi a suo parere dovrebbe essere un evento di risonanza nazionale e di massima eccellenza con l’obiettivo di ridare alle esecuzioni la fedeltà originaria dell’opera verdiana.
Concludo queste mie considerazioni rinnovando il ringraziamento a dr Fontana e maestro Arcà per il loro prezioso e positivo lavoro qui a Parma, in condizioni ambientali difficili e con scarse risorse economiche; e auguro loro, anche se con un po’ di amarezza, di trovare per il loro prossimo incarico una città che abbia più di Parma a cuore il proprio Teatro e sappia fare squadra per salvaguardarlo e svilupparlo nell’interesse di tutti i cittadini.

Lucio Attilio De Lorenzi
Consigliere Comunale M5S

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27/09/2014
h.16.30

Al Consigliere De Lorenzi, che oggi non trova nulla di meglio da fare che inveire nei confronti di un’opposizione, a suo giudizio, inadeguata a rappresentare chi l’ha votata, vorrei suggerire un po’ più di cautela, giusto per ristabilire un po’ di verità.
In merito alla mia assenza dalla commissione Cultura forse è giusto rendere noto che questa commissione, richiesta due mesi fa, era stata fissata per il 22 settembre scorso. Poi, nonostante la data fosse concordata, è stata spostata a ieri pomeriggio, mettendomi di fatto nella condizione di non potervi partecipare a causa di impegni di lavoro, gli stessi che suppongo abbiano trattenuto il consigliere De Lorenzi dall’iscriversi a qualunque commissione consiliare. Forse è in questo modo che si rappresentano in maniera adeguata i propri elettori!
Quanto poi ai contenuti di ciò che è stato dichiarato dal dottor Fontana vorrei sottolineare un paio di passaggi quantomeno curiosi.
Io non capisco, sinceramente, come un socialista della Milano anni ‘90 , un ex senatore della Repubblica, uno che ha gestito per anni il Teatro alla Scala, possa dichiarare, senza temere il rischio del ridicolo, di essersi dimesso a causa del clima politico che si respira al Teatro Regio di Parma.
Ma davvero? Ma sul serio? Cos’è che lo ha infastidito, il fatto che per due anni ho chiesto, senza successo, se era possibile avere un bilancio del Festival Verdi? Il fatto che abbiamo chiesto di leggere, per altro pieni zeppi di omissis, i verbali del Cda? Oppure il fatto che a più riprese ho posto il problema che ricoprisse un ruolo, quello di amministratore esecutivo, che non è previsto dallo statuto della Fondazione?
Il mio sospetto è che per Fontana Parma è stata un ottimo trampolino per rilanciarsi a livello nazionale, come testimonia l’incarico ben remunerato conseguito all’Agis; ora che il risultato è stato raggiunto ha pensato bene di salutare. Se ha trovato un’amministrazione comunale che gli consentisse di comportarsi così buon per lui, ma non tiri in ballo i consiglieri comunali che in questi mesi hanno cercato di capire, non senza difficoltà, ciò che avvenisse dentro il Teatro Regio.
Che quello andato in scena sia stato poco più che un teatrino maldestro lo si capisce dal fatto che mentre Fontana ci raccontava che esistevano anche non ben precisate divergenze con l’amministrazione comunale circa il futuro del teatro, il Sindaco spiegava che si attende dal prossimo direttore generale un progetto di gestione del teatro, palesando in questo modo l’assoluta assenza di una visione personale sul futuro del Regio.
In cosa consista dunque questa ipotetica divergenza è per me fonte di sincera curiosità.
La verità è che Fontana al Regio è stato un affare costoso per la città: quello che nel 2011 spendevamo per Meli lo abbiamo speso più o meno per l’amministratore esecutivo e Arcà. E i risultati se sono stati all’altezza sotto il profilo della messa in sicurezza dei conti, non lo sono stati altrettanto sotto il profilo della qualità e della qualità delle produzioni.
Da consigliere avrei voluto discutere con Fontana, con l’assessore Ferraris e con il Sindaco di quali strategie mettere in atto per ridare sostanza alla programmazione senza rimettere in difficoltà i conti. Ma a quanto pare il solo porre il problema ha indispettito a tal punto l’amministratore esecutivo da costringerlo alle dimissioni. Che peccato, pensavo di parlare con un professionista e mi sono trovato di fronte a una prima donna!

Roberto Ghiretti
Parma Unita