
20/08/2013
h.14.00
Dieci anni, il 21 agosto del 2003, fa dopo una lunga malattia moriva l’On. Renato Grilli.
Era nato ad Albareto, in ValTaro, l’11 maggio del 1945 da una famiglia di umili origini contadine e aveva iniziato il suo impegno politico nel 1970 come consigliere comunale a Borgo Val di Taro nelle file del PCI, partito a cui era iscritto dal 1965, impegno che mantiene fino al 1981. Dal 1979 al 1983 è stato assessore in Provincia di Parma alla Formazione e Mercato del Lavoro, Scuola e Cultura e dal 1981 al 1983 è primo Presidente dell’Orchestra Stabile dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”. Nel 1985 entra in Consiglio Comunale a Parma e nel giugno del 1987 viene eletto al Parlamento italiano.
Sarà deputato fino al 1994 quando non viene più candidato, nonostante avesse raccolto attorno a se il sostegno e la stima di numerosissimi amministratori e personalità del parmense affinché fosse ricandidato. Nel 1995 è Presidente dell’ARNI, l’Agenzia Regionale per la Navigazione Interna, un ente che opera per garantire la navigazione commerciale e di diporto sul fiume Po, di cui poco si sapeva fino a prima della sua presidenza e che assume una rilevante notorietà anche per un grande evento da lui fortemente voluto come il concerto della “Arturo Toscanini” tenutosi sul fiume Po nel 1996 a Boretto. Dal 1990 al 1994 è anche consigliere comunale a Palanzano.
Renato Grilli era cresciuto nel Partito Comunista Italiano diventandone segretario provinciale e, successivamente con la nascita del PDS, dirigente di rilievo nazionale. Era un politico animato da una forte curiosità intellettuale e da una attenzione incredibile per i mutamenti della società ed era convinto della necessità di riformare le istituzioni per renderle più efficaci e rispondenti alle esigenze della gente.
Aveva maturato la convinzione che la sinistra italiana dovesse intraprendere un nuovo corso superando logiche ideologiche che la storia aveva dimostrato essere sbagliate e con questa convinzione si schierò senza indugi con la svolta della Bolognina di Occhetto per portare il PCI oltre i suoi confini e per la trasformazione del più grande Partito Comunista dell’Occidente in una forza politica parte integrante della famiglia socialista europea. La svolta di Occhetto, che un anno prima celebrò il congresso per il Nuovo Partito Comunista, salvo poi ricredersi subito a seguito dei moti nei paesi dell’est europeo che determinarono il crollo del Muro di Berlino del 1989, portò alla nascita del PDS che aderì all’Internazionale Socialista.
Con la svolta si aprivano le prospettive per la ricomposizione delle forze che avevano una comune origine nel socialismo italiano, prima della scissione al congresso del PSI di Livorno del 1921, quando nacque il Partito Comunista d’Italia.
Renato era un Riformista, non solo perché aveva scelto di stare con chi nel suo partito si batteva affinchè l’approdo del PCI fosse la Socialdemocrazia e l’unità delle forze della tradizione socialista italiana, tra questi personalità come Napolitano, Macaluso, Lama, Chiaromonte ed altri, ma perché era alla ricerca di una rotta per contribuire a portare il Paese fuori dalla ormai lunga transizione, dopo la grave crisi politica culminata con tangentopoli e la fine dei partiti della prima repubblica. Questa scelta lo portò ad avere anche duri scontri con dirigenti nazionali del PDS che ritenevano, invece, che bisognava seguire altri percorsi e andare oltre le vecchie tradizioni della sinistra italiana.
Il Presidente della Repubblica Napolitano ha scritto nelle introduzione del libro “Renato Grilli, Passioni e ragioni di un riformista emiliano” ….Ha lasciato una testimonianza di autentica passione, di assoluta integrità personale e di combattivo impegno nella manifestazione dei suoi più profondi convincimenti…..
Chi ha conosciuto Renato Grilli ne parla come un politico intelligente e lungimirante e come un uomo, o un amico, buono, generoso, leale, curioso e tenace. Molto legato alla sua terra la ValTaro, alle Terre Alte e alle sue origine contadine aveva scelto di schierarsi e di impegnarsi per la parte del popolo e dei lavoratori. L’ultimo suo importante impegno da parlamentare, siamo nel 1994, fu quello di portare all’approvazione una Legge per la Montagna per la quale si battè da montanaro per dare alla montagna e alle popolazioni dei territori montani una legge di grande portata. Un atto che sentiva come un dovere nei confronti della sua gente e della sua terra.
Renato era uno spirito libero, mai fazioso e antisettario,anzi combatteva i settari, si è sempre dimostrato uomo aperto al dialogo e sempre pronto ad ascoltare le ragioni degli altri, evidenziando una curiosità intellettuale che ne fanno un elemento costitutivo della sua personalità. Qualità apprezzata anche da avversari politici che di lui nutrivano profonda stima.
Renato Grilli è un uomo e un politico di cui in questo momento se ne avverte la mancanza e la sua curiosità e attenzione ai cambiamenti e la capacità di leggerli sarebbe utile per conoscere il suo punto di vista sulle attuali difficoltà della politica e delle istituzioni che sembrano essersi avvitati in una situazione senza sbocchi e dove i populismi, le semplificazioni demagogiche fanno la voce grossa e acquistano consensi a buon mercato facendo leva sulle inquietudini e il malessere degli italiani, i giovani in particolare.
Se egli fosse ancora con noi sono certo che sarebbe immerso nel vortice del confronto con i nuovi movimenti, anche quello di Grillo, cercando di capirne le loro ragioni e le loro prospettive per portarli sul terreno del confronto diretto, non con i social network, per la ricerca delle soluzioni possibili e praticabili ai problemi dell’Italia, con la necessaria gradualità.
Da riformista.
Massimo Pinardi