In 6.000 per Renzi a FestaReggio

SMA MODENA
lodi1

31/08/2013

Una volta entrato alla festa del PD di Reggio Emilia (FestaReggio), nel tragitto interno per arrivare al palco, era proprio la star nazionale del momento: chi urlava quasi in delirio per Matteo Renzi e chi supplicava per una foto del rottamatore insieme al proprio figlio piccolo (leggi: Renzi rockstar a Villalunga).
Solo un gruppetto della pista da ballo al passaggio di Renzi gridava “Noi a Renzi preferiamo ballare!”.
Infine arriva sul palco, ad accoglierlo, oltre al segretario provinciale del PD Roberto Ferrari, anche la giornalista Bianca Berlinguer, Direttore del TG3.
Davanti una platea di circa 6.000 persone (GUARDA LE FOTO!). Eterogenea: anziani, amministratori, politici, renziani nuovi e renziani “vecchi” che sfoggiavano la maglietta con scritto “Quelli della prima ora” (della serie “occhio bersaniani illuminati sulla via di Damasco”…)… assenti ancora una volta i giovani. Sempre che non si debbano chiamare ancora “giovani” chi ha varcato o sta varcando la soglia dei 40.
Ma a FestaReggio c’erano: erano allo spazio Sputnik, erano in giro per la Festa fra uno stand grastronomico e uno di oggettistica, erano a bersi un mojito, o una birra. Ma non erano in platea ad ascoltare il Sindaco di Firenze.
A Silvio e Fabrizio (24enni) abbiamo chiesto: “Perchè siete qui ha mangiare un bombolone caldo alla nutella mentre a pochi metri c’è il nuovo leader del PD?” Risposta: “E chissenefrega di quello, ci sono andati i nostri genitori, stravedono per lui… noi no, non ci convince. Se lo si ascolta bene è privo di contenuti. Decisamente meglio il bombolone!”.
Altri, Roberta con Simone (27 e 29 anni), a FestaReggio per iscriversi ai corsi di sub usufruendo dello sconto, non sapevano nemmeno che ci fosse Renzi: “Ma tanto non ci saremmo andati comunque, non ci interessa”.
In delirio invece una signora 80enne: “Bisogna votare Renzi, è il futuro dell’Italia, sono venuta via prima della fine per evitare la calca dopo, ma quel giovane è bravo!”.
Renzi intanto sul palco, sfoggiava la sua verve comunicativa, con quell’accento fiorentino che piace, è indubbio.
Diversi i temi trattati.
Cadrà il Governo Letta? “Il Governo se fa le cose è apprezzato dai cittadini. Ma se punta a durare, dura un minuto. Io penso che il governo non cadrà, perché Berlusconi non ha interesse a farlo cadere. Io sto dalla mattina alla sera a fare le cose che mi hanno indicato di fare i fiorentini, ma siccome mi sono stancato della mozione De Coubertin, cioè del fatto che l’importante è partecipare, io voglio partecipare per vincere”.
Segreteria nazionale del PD: “Lo statuto parla chiaro: entro il 7 novembre va celebrato un congresso, ma nessuno ancora l’ha indetto. Epifani dice solo che non si candiderà. Va bene, ma almeno dia la possibilità a chi eventualmente vuole di farlo. Scusate, ma con quale autorevolezza chiediamo al centrodestra di rispettare le regole quando noi non rispettiamo una scadenza? Ricordate la vicenda della Shalabayeva? Non mi interessa chi è esattamente suo marito, ma so che il mio Paese non deve caricare le bambine di sei anni per mandarle via in quel modo. Ne va della dignità del mio Paese. Non mi interessa difendere quel signore o la moglie, mi interessa dire che questo Paese è il Paese che dà ospitalità ai dissidenti. Il governo lì ha sbagliato a scaricare la responsabilità sulle forze dell’ordine. Non l’avessi mai detto! Dopo tutti a dire “Renzi vuole logorare il governo”. Allora ho risposto: “Sto zitto, parlo con i fatti e lavoro nella mia città”.
Dichiarazioni su decadenza Berlusconi: “Io sono quello più garantista di tutti. Ma quando c’è la sentenza definitiva non è che si cambia il giudizio morale o esistenziale, ma si prende atto che è stato condannato e deve rispettare la legge e le sentenze. Francamente avrei preferito sconfiggere Berlusconi con la politica più che con le sentenze. Comunque, ha senso che nel 2013 il problema degli italiani sia quello che fa Berlusconi? C’è un unico modo: smettere di parlare dei suoi problemi. Noi dobbiamo dare delle risposte agli italiani”.
Su Beppe Grillo: “Non dimentichiamoci un dato importante: un italiano su quattro ha votato Grillo. Lui chiedeva di cambiare l’Italia, ma non lo ha fatto. Ora addirittura, dopo aver criticato il Procellum chiede di tornare alle elezioni con il Porcellum! Allora bisogna chiedere agli italiani che l’hanno votato se Grillo ha cambiato l’Italia come prometteva e se sono contenti”. Poi si rivolge ai PD delusi che avevano votato il comico: “Qualcuno qui l’ha votato? Non vergognatevi, alzate le mani (ndr: solo una, timidamente, si è alzata). Ad oggi Grillo ha mantenuto le promesse che urlava? Noi invece lo faremo”.
Legge elettorale: “Abbiamo bisogno di una legge elettorale come quella che serve ad eleggere i sindaci ce tu, appena spogliate le schede, poi conosci il risultato. Non possiamo continuare a vivere nella logica della paura, e del fatto che rischiamo di fare la fine della Grecia, il che oltretutto non è nemmeno vero. Nel dopoguerra i nostri nonni non hanno giocato la loro partita con questo piagnisteo e lamentela continua. Questo è un Paese che sta abbassando il confine dei sogni.
E per questo dobbiamo smettere di parlare di Imu, Iva e Berlusconi. Discutiamo di come dare un posto di lavoro a un giovane e di come trovare posto negli asili per il proprio bambino. Qui a Reggio Emilia avete un’eccellenza per quel che riguarda gli asili”.
Imu: “Il governo ha scelto di togliere l’Imu ma questo non risolve il problema degli italiani perché bisogna modificare il rapporto fra fisco e cittadino e fra fisco e impresa. Abbiamo un Paese in cui si delocalizza non per andare in Vietnam ma per andare in Austria e in Germania. Dobbiamo quindi cambiare il sistema fiscale per esempio e semplificare la burocrazia.
Scuola: “Fra concorsoni e possibilità a metà della gente che li supera di insegnare, scuole di specializzazione e tante altre difficoltà per chi sceglie il mondo della scuola, vengono creati dei frustati. Invece bisogna investire nella scuola e nell’insegnamento considerandola la vera ricchezza formativa per il Paese.
Ius soli. La posizione di Renzi è stata chiarissima: “Bambini che nascono in Italia sono italiani”.

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