
23/08/2013
h.16.20
Dobbiamo salvare la Ghiaia, e nessuno può fare finta di niente di fronte a questo disastro, che rappresenta il lascito più negativo del centrodestra.
La Ghiaia – non vi è chi non lo sappia – è un valore monumentale, culturale e tradizionale ed un emblema di Parma: è il mercato della città, come Piazza delle Erbe lo è di Bolzano. Prima dell’improbabile (per usare un eufemismo) progetto di “ristrutturazione” era anche il cuore pulsante, il centro commerciale per antonomasia di Parma. Il progetto e la sua realizzazione hanno distrutto il luogo (uguale il monumento) e il centro commerciale, azzerandone sostanzialmente l’attrattiva, già minata dalla delocalizzazione del mercato bisettimanale.
Oggi è il deserto. Dirlo è un dovere indeclinabile, e bisogna farlo con assoluta determinazione. A questo riguardo, bisogna partire, in primo luogo, dal fallimento del progetto di “ristrutturazione” che in realtà si è rivelato snaturante sia sotto il profilo stetico che sotto quello funzionale. Quanto al primo aspetto, è necessario ritornare all’area mercatale pura, togliendo l’inutile scempio delle cosiddette “vele”. Quanto al secondo aspetto, si deve ricreare il centro commerciale partendo dalla localizzazione del mercato bisettimanale ed eliminando le casette, riportando gli esercizi nell’area mercatale.
Questo è l’unico volano che, richiamando la gente, determinerà la ripartenza dell’area commerciale, facendo riaprire le troppe saracinesche abbassate, segno del costo umano che l’improvido intervento ha causato.
La città aiuterà perché vuole troppo bene al suo mercato.
Giorgio Pagliari