
25/04/2011
h.16.50
Il 25 Aprile negli ultimi anni ha assunto un significato particolarmente intenso. Non ci si deve più limitare alla memoria della Resistenza e della Liberazione, ma oggi tocca a noi Resistere e Liberare l’Italia da questo governo che pensa solo ai propri affari, politici e non. Il 25 Aprile “non è una ricorrenza”, bensì uno spirito, una forza, una passione, un fuoco dentro ognuno di noi che ci spinge a metterci in gioco per un Paese migliore, per un Domani migliore.
“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Antonio Gramsci
Gramsci ci azzeccò in pieno. L’indifferenza è il male di questa Italia. Sull’indifferenza gioca Berlusconi, sul controllo dell’informazione, delle contestazioni, sulla normalizzazione dell’anormale. Tutto ciò, a lunga andare, crea indifferenza, e nel momento in cui l’indifferenza diventa la protagonista della vita sociale, culturale e politica di un Paese comincia la discesa che porterà il Paese stesso verso il baratro. “Vivere vuol dire essere Partigiani” dice Gramsci.
Vivere vuol dire impegnarsi giorno dopo giorno per sbugiardare questo Governo, per rispondere con i fatti alle menzogne. Vivere vuol dire reprimere lo Scilipoti che Berlusconi vorrebbe fare emergere dentro ognuno di noi, quello che venderebbe persino l’anima per una poltrona o qualche favore. Vivere vuol dire rifiutare ogni forma di corruzione, dalla più piccola e apparentemente innocua alla più disastrosa. Vivere vuol dire mettere in discussione ogni frase, ogni pensiero, ogni giudizio, ogni notizia che viene svenduta alla televisione. Vivere vuol dire azionare il proprio cervello, il proprio cuore per il bene della comunità. Vivere vuol dire avere coscienza critica.
Vivere ed essere partigiano significa negare con tutte le forze la rassegnazione, perché la rassegnazione è conseguente all’indifferenza, e una volta rassegnati non si può più Vivere. Vivere vuol quindi dire Credere, sempre, di poter cambiare la nostra amata Italia, e ,nel piccolo, la nostra amata Parma così tanto martoriata da un’amministrazione cieca, incapace di cogliere i veri bisogni dei cittadini.
Michele Pellerzi
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