
17/04/2012
Forse a Parma non si era mai vista una campagna elettorale così spenta.
Va bene che ci sono la crisi e i debiti che non consentano voli pindarici, ma cotanto piattume e vuoto di proposte erano difficili da immaginare.
Ma, al di là dell’assenza generalizzata di idee, qualcuno c’è che sta azzeccando la campagna elettorale, quantomeno a livello di posizionamento politico.
Provo a dare i voti, limitando il mio giudizio alla strategia mediatica, alla sua efficacia, e non al merito dei contenuti del programma o al lavoro giornaliero “sul territorio” (incontri, caffè, strette di mano nei mercati…) che non sono in grado di valutare.
Vincenzo Bernazzoli (Centrosinistra): 7-. Si sta presentando come il buon padre di famiglia, rassicurante, “la decisione che serve”… Non dice praticamente nulla, ascolta, perché non ha neppure la necessità di dire qualcosa, e ogni parola servirebbe solo a “cercarsi del freddo per il letto”. E già il vincitore delle elezioni come recita lo slogan del suo manifesto “il nuovo sindaco di Parma” (che gufata!). I giorni passano senza intralci, un basso profilo che lo sta portando alla poltrona di sindaco in scioltezza.
Priamo Bocchi (La Destra): 6. Una campagna elettorale paziente, dignitosa, con comunicati stampa giornalieri. La gente sa che è uno della Destra si è candidato alle elezioni di Parma. Non è un risultato di poco conto.
Wally Bonvicini (Buongiorno Italia! Siamo Voi!): senza voto. Ha cominciato a dire qualcosa in questi giorni con qualche comunicato stampa contro le banche e la proposta di utenze luce, acqua e gas gratuiti. E va bè, diciamo che il giudizio è ancora sospeso per mancanza di elementi… proprio perché voglio essere buono…
Paolo Buzzi (Pdl): 6/7. Nello scacchiere politico ha scelto di occupare la casella del difensore a spada tratta dell’operato dell’ultima amministrazione comunale, casella lasciata scoperta dal “fuggi fuggi” generale. Una decisione giusta, l’unica possibile, che dà un significato alla sua candidatura e parla al cuore dei berlusconiani “duri e puri” che sono sempre di meno ma, se va bene, un 12-13% potrebbero ancora esserlo. Coraggioso lo slogan della sua campagna: “A testa alta”. Spregiudicata, recidiva ma azzeccata anche la scelta del dehors in Piazza Garibaldi come sede elettorale.
Roberta Roberti (ParmaBeneComune, Rifondazione Comunista): 6-. Fa il suo compitino, rimane di sinistra senza farsi contagiare dalle sirene e dalle passioni del leninismo. Si appella addirittura ai moderati e agli industriali illuminati. Certamente la foga degli indignati sotto i Portici del Grano era un’altra cosa, ma quell’elettorato di sinistra ostile a Bernazzoli è ormai sedimentato e non la deluderà.
Roberto Ghiretti (Parma Unita): 6+. Tanta buona volontà, un’attività quotidiana instancabile, interviene su tutto, troppo. L’idea che sia una brava persona è passata tra la gente, le sue proposte cerchiobottiste e generiche dell’uomo della “porta accanto” meno: credo che il 95% dei parmigiani non saprebbe citarne neppure una. Forse è passato anche che gli elettori moderati che non vogliono votare Ubaldi hanno un’alternativa. Un 6+, per l’impegno.
Federico Pizzarotti (Movimento 5 Stelle): 6. Sta facendo il suo compito, con dedizione. I temi sono quelli tipici del Movimento 5 Stelle portati avanti con convinzione e con la faccia pulita del bravo ragazzo da sposare. Il voto di opinione a favore di Beppe Grillo e la stanchezza nei confronti della politica sono dalla sua parte. Lui asseconda l’onda senza gaffe ma senza i colpi di genio del leader.
Liliana Spaggiari (Partito Comunista dei Lavoratori): 4. Una campagna folkloristica anni ’70 con tanto di prolet-mobile. Una manifesta quanto legittima volontà di ritagliarsi uno spazio sui giornali, frasi forti, provocazioni, poche idee. Il Comunismo è un’altra cosa.
Elvio Ubaldi (Civiltà Parmigiana, Udc, Parma moderata, libera e solidale): 5. Chi si aspettava il ritorno dello schiacciassi di un tempo è rimasto deluso. Fino ad ora poche idee sul futuro della città, solo il richiamo dei cavalli di battaglia di 15 anni fa: le tangenziali con i semafori della sinistra, la “Regione matrigna”, la “Città delle funzioni”. Dal giorno del suo lancio, la candidatura ha perso appeal invece di acquistarne. Agghiacciante quel manifesto plumbeo del “Ritorno al futuro” che ha campeggiato per settimane in città. Nessuno mi toglierà mai dalla testa il dubbio che l’abbia ideato un infiltrato di Bernazzoli. Il secondo manifesto è meno menagramo… macchiato però da una improbabile cravatta arcobaleno.
Andrea Zorandi (Lega Nord): 4,5. Le vergogne nazionali che hanno travolto la Lega Nord gli hanno azzoppato la campagna elettorale. Ai tempi degli scandali giudiziari del Comune era uno dei censori dell’Amministrazione e paladino della legalità. Oggi proporsi come tribuno risulterebbe grottesco, se non una provocazione. Le proposte politiche latitano, al pari dei consensi. La sua campagna elettorale sarebbe da 4, ma visto che non possono essere ascritte a Zorandi le ruberie del Trota, gli do 4,5.