A Bologna vogliono l’alleanza Pd-Pizzarotti a tutti i costi? “Vogliono che vinca il centrosinistra”. INTERVISTA a Matteo Daffadà

Con Matteo Daffadà, consigliere regionale parmigiano del Pd, facciamo il punto della situazione sulla politica nazionale, regionale e locale in vista delle elezioni comunali di Parma e Borgotaro.

Quali credi saranno le novità che il nuovo segretario nazionale Enrico Letta porterà nel Pd?

Enrico Letta è la migliore opportunità che potessimo avere oggi. Porterà capacità e determinazione nel rivendicare la forte identità del nostro partito. Lo ha già fatto con le sue prime dichiarazioni, equilibrate nel cercare di costruire alleanze. Mi è piaciuta la sottolineatura che questi sette anni fuori dalla vita politica attiva gli hanno insegnato molto: pochissimi in questi anni lo hanno chiamato, tantissimi in questi giorni. Dobbiamo riportare la politica ad essere più comunità, più squadra. Sono convinto che riporterà a casa tanti elettori.

Credo che il PD sia un grande partito, con una classe dirigente e tanti amministratori di qualità e una base attiva, propositiva, giustamente attenta e critica. La convinzione del suo discorso di apertura mi fa credere sia partito con la marcia giusta.


Come pensi stia reagendo la sanità dell’Emilia Romagna a questa nuova ondata di virus e alla necessità di vaccinazione di massa?

Questa pandemia ha dimostrato che quando si diceva che la sanità pubblica in Emilia Romagna fosse un’eccellenza non si ripeteva un ritornello di parole vuote: straordinaria è la capacità del sistema di reagire, di organizzare, financo di inventare soluzioni. Grazie agli operatori prima di tutto, alla loro disponibilità e abnegazione che va oltre l’orario, ma anche a una sorta di “comune sentire” a tutti i livelli che fa sì che ciascuno sia spinto a dare il meglio. E di sicuro c’è il sostegno convinto della Regione che anche nel nuovo bilancio ha messo in campo per il settore cifre da record. E non ci fermeremo qui.

In questo primo anno di mandato, qual è stata la tua attività da consigliere regionale, di cosa ti sei occupato nello specifico?

Mi sono confrontato per la prima volta con i lavori d’Aula e, pur nella difficoltà dell’emergenza Covid, ho potuto conoscere e apprezzare la qualità e la competenza dei miei colleghi e della macchina regionale fatta di competenze e eccellenze professionali. I temi che abbiamo affrontato insieme e le proposte presentate toccano tutti i settori della vita della nostra società. In particolare mi sono occupato dei lavori delle Commissioni I, III e V, bilancio, infrastrutture, scuola, cultura, sport, protezione civile, agricoltura essendo tra l’altro relatore di una proposta di legge poi approvata all’unanimità in Aula. Ho scelto di dedicarmi a conoscere a fondo il nostro territorio provinciale, in particolare le aziende, le attività produttive, le associazioni. Sto imparando tanto, sto scoprendo un tessuto sorprendente di iniziative. Quando non ho impegni in Regione, ogni settimana mi muovo dall’appennino alla bassa, dalla città al Po. Sto incontrando tantissime persone di ogni estrazione e colore politico. E’ un ruolo che mi piace molto e che affronto con entusiasmo. Ascoltare è la cosa che prediligo. Ascoltare è imparare. Sto comunicando attraverso i nuovi strumenti con il territorio, mail, newsletter, social e da pochi giorni con il sito web www.matteodaffada.it

Dal tuo osservatorio privilegiato della Regione, che idea ti sei fatto delle priorità della città di Parma?

Parma è una città piena di risorse, capacità, intelligenza, cultura, settori produttivi all’avanguardia, ed è molto apprezzata in ambito regionale. Le priorità sono quelle di ogni città che abbia l’ambizione di stare in relazione con il resto del mondo, cioè infrastrutture di qualità. Senza quelle è difficile pensare a uno sviluppo. Serve una sintesi delle esigenze e delle necessità, e come territorio lottare a tutti i livelli per portare a casa il risultato. Parma e provincia insieme. Penso poi alle “strade digitali”, soprattutto per il territorio dell’Appennino, investimento sul patrimonio culturale, sulla ricerca e sul nostro capitale umano e una decisa svolta per migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente.

Comunali di Parma 2022: è vero che a Bologna vogliono l’alleanza Pd-Pizzarotti a tutti i costi?

Se proprio devo seguire l’approccio che mi proponi, ti rispondo che a Bologna vogliono che a Parma il centrosinistra si riprenda la guida della città. Io penso che si possa fare: chi è impegnato in politica ha il dovere di pensare a un’idea di futuro per questa città e a cercare le forze che insieme possono realizzarla. Non è tempo di giochetti, di ripicche, di egoismi. L’obiettivo è alto: chi si metterà di traverso se ne assumerà la responsabilità. La ricetta non ce l’ho ma so che serve umiltà da parte di tutte le forze, volontà di incontrarsi, discutere e individuare il centravanti che sappia fare goal. Come Stefano Bonaccini ha fatto lo scorso anno alle regionali.

In autunno si voterà anche alle elezioni comunali di Borgotaro, di cui sei stato vicesindaco fino a un anno fa. Questa volta, forse per la prima volta, l’esito delle comunali è incerto, soprattutto a causa delle polemiche sulle emissioni della Laminan e sulla chiusura del punto nascite di Borgotaro (che Bonaccini ha detto verrà riaperto). Cosa pensi debba fare il centrosinistra per riuscire a riconfermarsi alla guida del paese?

L’esito delle elezioni è sempre incerto. E per chi fa politica è salutare non dare mai per scontato il risultato. So quanto sia difficile vincere, avere consenso, avere la fiducia della gente. E’ un lavoro che non si improvvisa. Per l’amministrazione comunale sono stati anni particolari. Vicende delicate gestite con impegno anche se a volte non siamo stati in grado di far percepire al meglio la nostra azione, ma sempre nell’interesse della nostra Comunità. Errori ne abbiamo fatti e ne facciamo. Ma ci abbiamo sempre messo la faccia. Io a Borgotaro ci vivo con la mia famiglia, non sono di passaggio. Amo il mio paese e la mia valle. Stiamo lavorando per proporre una squadra rinnovata, di borgotaresi, di giovani, di persone che nello sviluppo del nostro paese credono e investono.

Andrea Marsiletti

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