Agricoltura: “Fare sistema per vincere la crisi”

SMA MODENA
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05/02/2009

Occorre fare sistema: superare la frammentazione e fare squadra per vincere la crisi. L’hanno ribadito più volte, oggi, i relatori della Conferenza provinciale dell’agricoltura e dell’agroalimentare, che si è svolta questa mattina alla Camera di commercio di Parma.
L’iniziativa, organizzata dalla Provincia di Parma in collaborazione con la Camera di commercio e con l’Università di Parma, è stata un’occasione di confronto a tutto campo (tra enti, organizzazioni professionali, mondo cooperativo e associativo, ordini professionali e istituti di ricerca) sulle condizioni strutturali del settore e sulle dinamiche del mercato agroalimentare nell’attuale difficile situazione economica.
“Questo è uno dei momenti più difficili per ragionare di sviluppo, ma pur nella complessità degli scenari credo che qualche prospettiva si stia aprendo.
Credo che ci siano fermenti importanti nel mondo agricolo e agroalimentare del nostro territorio”, ha detto in apertura il presidente della Camera di commercio Andrea Zanlari.
“In una fase così convulsa è necessario fermarsi e ragionare: è per questo che occasioni come questa sono importanti”, ha aggiunto il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, che ha parlato di lavoro di squadra portando come esempio i casi del pomodoro e del prosciutto: “Sul prosciutto e sul pomodoro abbiamo messo in atto un approccio di sistema concreto: stiamo dimostrando insomma che ci si può riuscire.
È importante che quello stesso sia lo spirito con cui affrontiamo questa fase, per diverse ragioni: innanzitutto perché nessuno deve pensare di essere lasciato solo, e poi perché facendo questo lavoro di squadra si riescono eliminare anche certe incrostazioni del passato”.
Bernazzoli ha sottolineato inoltre la qualità del nostro agroalimentare: “Il Piano territoriale regionale, approvato dalla Regione, assegna a Parma il ruolo di eccellenza nel settore. Anche a livello governativo centrale chiediamo di rafforzare Parma come centro della ricerca, con un consorzio che raggruppi tutti i 17 istituti di ricerca nazionali e gli 8mila ricercatori in campo, affinché tutti abbiano Parma come sede di riferimento”.
Per il vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari in una situazione così difficile occorre che da parte di tutti si ribadisca “con forza, al di à dei ruoli istituzionali e delle distinzioni, la volontà di fare dell’agroalimentare di Parma un punto di riferimento.
Di fronte alle prossime scadenze, il 2013 come termine dell’operatività del Piano di sviluppo rurale e il 2015 come termine della gestione del regime delle quote latte, crediamo che ci si debba preparare per un ammaraggio morbido e senza scossoni; anche per questo occorrerà continuare ad operare in uno spirito di grande coesione. Su tutto ciò c’è stata e continuerà ad esserci disponibilità piena da parte di questa amministrazione provinciale”.
Della situazione della nostra agricoltura a fronte delle scadenze del 2013 e del 2015 hanno parlato i due relatori principali della conferenza, i docenti dell’ateneo di Parma Corrado Giacomini (“L’agroalimentare di Parma di fronte allo scenario 2015”) e Filippo Arfini (“Opportunità e sfide dell’agroalimentare a Parma”). “Abbiamo davanti due scadenze significative.
Quella del 2015, in particolare, ci pone di fronte a punti di domanda notevoli, perché quello delle quote latte è un problema importante in una provincia dove il settore lattiero-caseario rappresenta il 60-70% della produzione totale”, ha detto Giacomini, sottolineando a sua volta come molto positivo l’esempio del pomodoro e l’aggregazione che si è costruita intorno al prodotto.
Da Arfini, tra le altre cose, una fotografia della nostra agricoltura: “È emersa una grossa differenza tra pianura e montagna nell’attività agricola, intesa come assorbimento di forza lavoro per ettaro: in montagna ci si aggira intorno alle 7 unità, in pianura a 3. C’è dunque un’agricoltura in montagna molto più intensiva nell’apporto di fattore umano, mentre in pianura è più intensiva per l’uso di attrezzature e macchine. Nell’arco di 10 anni la capacità motrice delle nostre aziende è aumentata di circa 5 volte in termini di cavalli vapore: c’è stato un grosso investimento proprio in innovazione tecnologica”.
Nel corso del convegno sono intervenuti anche i rappresentanti delle Organizzazioni professionali agricole, delle Organizzazioni cooperative agricole e delle Organizzazioni imprenditoriali dell’agroalimentare. Le conclusioni sono state affidate all’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni: “Siamo di fronte a un cambiamento delle politiche europee sull’agricoltura, che invitano le aziende a orientarsi di più al mercato e a contare sempre meno sugli aiuti comunitari.
E siamo di fronte a un 2009 che si prospetta difficile. In questo quadro non c’è dubbio che dobbiamo rafforzare la nostra capacità di operare sui mercati internazionali, perché dovremo cercare di compensare il calo dei consumi che si verificherà in Italia e all’estero, e che abbiamo bisogno di portare di più l’agricoltura dentro la filiera che va dalla terra alla tavola.
Noi come Regione stiamo affiancando le imprese che puntano ad aggregarsi per andare sui mercati e per avere più capacità operativa nella filiera – ha spiegato Rabboni – occupandosi non solo della produzione ma anche della collocazione sul mercato, della commercializzazione e della trasformazione.
L’agricoltura moderna infatti è quella che, oltre a produrre, commercia e trasforma: questa è la scommessa che abbiamo di fronte, e alla quale cerchiamo di dare un contributo anche con le risorse della Regione”.