La Thatcher e il mito inesistente

SMA MODENA
lombatti_mar24

01/05/2013
h.11.00

Caro direttore,
il 17 Aprile si svolgevano i funerali di stato di Margaret Thatcher, definita durante l’orazione funebre come figura unica ed imponente dell’Inghilterra moderna, un mito che “ha lasciato un’impronta sulla Gran Bretagna e sul mondo intero”.
Sono state molte le parole di rispetto pronunciate per la politica economica della Thatcher che assunse il ruolo di primo ministro nel 1979, anno in cui, tra continui scioperi e recessione, l’Inghilterra sembrava avviarsi verso il collasso economico in quello che allora fu definito “l’inverno del discontento”. La Thatcher cambiò tutto questo grazie ad una politica di privatizzazioni che nel giro di pochi anni seppe far riprendere fiducia all’economia britannica e allontanare lo spettro della crisi che le si parava innanzi. Non stupisce quindi più di tanto che l’omaggio resole, sia a St. Paul che nel parlamento Inglese, sia stato sostanzialmente unanime.
Nei ricordi ufficiali della politica delle presentazioni decorose e della stampa che rievocava l’importanza della democrazia Thatcheriana nel divenire storico scomparivano richiami ad altri eventi, non meno veri e produttori di risultati tangibili delle scelte economiche della signora Thatcher, che hanno scandito per 11 anni le decisioni che prese in qualità di primo ministro.
Si perdevano i riferimenti alla politica di segregazione fortemente voluta in Irlanda del Nord nei confronti della popolazione cattolica, che chiedeva fossero riconosciuti diritti civili a lungo negati. Il governo Thatcher perseguì una politica che, mentre sotto l’egida della legalità formale combatteva la violenza paramilitare cattolica e protestante, di fatto implicitamente finiva per assecondare la seconda e favoriva la ghettizzazione dei cattolici.
L’omicidio politico – come ammesso dal primo ministro Cameron nel Dicembre 2012 a conclusione di un’inchiesta su delitti avvenuti a Belfast negli anni ’80 – fu utilizzato in Irlanda del nord dalle forze Inglesi per colpire obiettivi “scomodi” al governo Thatcher. Una delle vittime di tale modus operandi fu l’avvocato Pat Finucane, difensore dei diritti civili, ucciso nel Febbraio 1989. Allo stesso tempo il carcere preventivo e la tortura erano regolarmente impiegati contro la popolazione. Molti fra gli incarcerati non erano neppure membri attivi dell’Ira (Irish Republican Army) ma solo uomini e donne che protestavano, o semplicemente chiedevano, che fossero rispettati i propri diritti. Ma nell’Irlanda del Nord del governo Thatcher si poteva andare in galera anche solo per una semplice accusa, addirittura non supportata da prove, di un agente di pubblica sicurezza. Era invece membro dell’IRA Bobby Sands. Incarcerato e successivamente eletto alla Camera dei comuni del Parlamento di Westminster, porterà avanti uno scioperò della fame contro la decisione del governo Britannico di non riconoscere lo status di prigionieri politici ai detenuti. Insieme ad altri 9 prigionieri sarà lasciato morire di fame per volontà del governo Inglese, gesto per cui Margaret Thatcher espresse la propria soddisfazione. Era il 1981.
Per tutto il periodo dell’occupazione militare britannica in Irlanda del Nord l’esercito utilizzò ampiamente proiettili di plastica. Perdendo capacità di penetrazione sulla lunghe distanze, erano ritenuti il deterrente ideale per disperdere i dimostranti senza causare vittime. Nulla ha però impedito che fossero sparati a distanza ravvicinata, dove la forza di penetrazione è pari a quella di una pallottola normale, con effetti devastanti. Il risultato fu quello di menomare e uccidere.
Le vittime – tutti civili di cui si conoscono almeno 17 nomi, 8 dei quali di bambini in età compresa fra gli 11 e i 15 anni – in molti casi non erano neppure coinvolte in manifestazioni anti-britanniche. Un soldato Inglese sparò al volto a Brian Stewart, 13 anni, uccidendolo sul colpo. Paul Whitters, 15 anni, di Derry, morì nell’aprile 1981 a causa di un proiettile che lo raggiunse alla testa. Nel Maggio 1981 Carol Ann Kelly, 12 anni, fu mortalmente colpita mentre attraversava Cherry Park, a Belfast. Tornava a casa dopo essere uscita a comprare del latte. Nel 1982, su richiesta del Governo di Dublino, il Parlamento Europeo proibì l’uso dei proiettili di plastica in tutti i paesi dell’Unione Europea. Il Governo di Londra ignorò le direttive di Bruxells. Nessuno dei militari Inglesi o delle forze di sicurezza responsabili di queste morti è mai stato perseguito legalmente dal governo britannico.
A metà degli anni ’80 la Thatcher, dando corso alla politica di privatizzazioni, decise la chiusura delle miniere in Galles, provvedimento che porterà ad ondate di proteste e a scontri con la polizia. Dopo 12 mesi ininterrotti di scioperi e aspri incidenti, le miniere alla fine saranno chiuse e decine di migliaia di minatori, perso il posto di lavoro, finiranno insieme alle loro famiglie in strada. Malnutrizione, crescente disagio sociale e povertà dilagano nel Galles della Thatcher, ma di questo nessuno vuole sentir parlare. Era il 1985.
All’indomani della caduta del muro di Berlino Margaret Thatcher, in questo appoggiata da François Mitterrand, cercò, seppur inutilmente, di ostacolare la riunificazione delle due Germanie, con l’obiettivo di impedire che la Germania ”cercasse di dominare nuovamente la scena Europea”. E con questo siamo al 1989. L’anno successivo la Thatcher lasciava la carica di primo ministro.
Al di là del velo trionfante posto sulla figura di Margaret Thatcher dalle recenti celebrazioni ufficiali, la storia mostra come la Thatcher, che contò fra i suoi intimi amici Pinochet, inasprì una politica di repressione in Irlanda del Nord, permise che venisse utilizzato l’omicidio per eliminare oppositori politici, operò scelte politiche che risultarono nella perdita dell’occupazione per centinaia di migliaia di lavoratori, e tentò di impedire la riunificazione tedesca.
Chi si opponeva, o semplicemente protestava, contro la sua politica reazionaria e anti-democratica, veniva spesso bollato come criminale e trattato dall’apparato politico-militare-giudiziario come tale, sottoposto ad un sistema che includeva la tortura e la negazione dei basilari diritti umani.

Alessandro Guardamagna
Movimento 5 Stelle Parma

Siamo sbarcati sulle “spiagge di Normandia”

SMA MODENA
lombatti_mar24

07/03/2013

I risultati elettorali della scorsa settimana hanno portato molta soddisfazione all’interno della compagine a 5 Stelle di Parma e della sua provincia.
Siamo, e parlo naturalmente a nome di tutti i candidati – Andrea D’Alessandro, Paola Gherardini, Franco Bressanin, Patrizio Bimbi e Maximiliano Vigolini – degli attivisti che ci hanno sostenuto e della giunta di Parma, molto contenti del successo conseguito.
Con il 25,54% alla camera e il 23% dei voti al Senato il M5S si conferma il terzo partito in Italia. A Montecitorio saremmo addirittura il primo ma la coalizione di centrosinistra complessivamente ha permesso al PD di superarci di 4 punti e di ottenere il premio di maggioranza.
A questo punto siamo sbarcati sulle “spiagge di Normandia”, e non credo che i nostri avversari troveranno nei prossimi mesi la forza di ributtarci indietro. Comunque dobbiamo anche ricordare che, nonostante i risultati positivi, uno degli obiettivi principali su cui si era imperniata la campagna elettorale non è stato ancora raggiunto, poiché sono ancora diversi gli esponenti corrotti e condannati appartenenti ad una classe politica dequalificata che tuttora occupano il Parlamento. Affinché il modo di far politica e di gestire la cosa pubblica cambi veramente in Italia, costoro se ne devono andare, non c’è altra via.
Gli scenari che ora si possono aprire sono molteplici e francamente non sono in grado di valutarli. Mi sento però di fare due osservazioni. Da un lato se perdurasse una situazione di ingovernabilità si ritornerebbe alle urne in tempi brevi, cosa che, nonostante le pseudo minacce provenienti da varie forze politiche, il M5S non teme. Quel che è certo è che il M5S non darà la fiducia a nessun governo senza che si profilino le condizioni per realizzare riforme tangibili tramite proposte che vadano nel senso di concretizzare punti specifici del nostro programma.
Trovo infine puerili i tentativi di una certa parte della dirigenza del PD di attribuire al M5S la situazione di ingovernabilità frutto ultimo di scelte politiche insensate a cui lo stesso PD ha contribuito negli ultimi 20 anni. E’ un tentativo sconveniente di ribaltare la situazione attuale attribuendone le conseguenze ad altri per cercare, probabilmente, di evitare eventuali responsabilità.
Siamo anche molto soddisfatti dei risultati raggiunti a Parma e in provincia. In 18 comuni della provincia il M5S è diventato il primo partito. A Collecchio ha il 30% ed è secondo dopo la coalizione di centro sinistra con un PD attestato al 34%. A Parma è aumentato il consenso al M5S, cresciuto del 10% rispetto alle ultime consultazioni comunali del Maggio 2012. Grazie all’impegno dei nostri attivisti stiamo realizzando una piattaforma web per aiutare coloro che intendono creare gruppi del Movimento.
E’ già stato realizzato un sito (http://www.movimento5stelleparma.org/) che fornisce un’accurata fotografia del voto nel territorio di Parma e rappresenta un punto essenziale da cui partire in vista delle attività future. Vi sono meetup che stanno sorgendo ovunque sulla spinta del voto e dell’interesse suscitato dal Movimento in località come Fontevivo, Sorbolo, Langhirano e Busseto, e siamo fiduciosi poiché sappiamo che altri ancora ne verranno organizzati.
Credo che le persone avvertano per la prima volta da anni la possibilità concreta di cambiare, di creare nelle proprie comunità e a livello nazionale una politica migliore, basata sulla condivisione e sulla responsabilità, e vogliano, giustamente, dare il proprio contributo ed essere parte del cambiamento.
Ora continueremo ad operare sul territorio per radicare ancora di più la nostra presenza, per diffondere “il verbo” come dice Beppe Grillo. Porteremo avanti una campagna per conquistare i cuori e le menti di coloro che sono ancora indecisi dimostrando la bontà delle nostre azioni e la volontà di realizzare un programma concreto e validamente alternativo al vuoto che ha contraddistinto da anni l’operato di altre forze politiche di questa nazione.

Alessandro Guardamagna
Movimento 5 Stelle Parma

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VOTO ELETTRONICO
Inceneritore, Pizzarotti ha mantenuto gli impegni elettorali?
Vota!

“Pizzarotti ha operato al meglio. E’ un esempio”

SMA MODENA
lombatti_mar24

20/02/2013

Intervista ad Alessandro Guardamagna, candidato parmigiano alla Camera del M5S.

Puoi presentarti?
Mi chiamo Alessandro Guardamagna, ho 43 anni e partecipo alle attività del M5S a Parma dal gennaio 2010.
Lavoro come insegnante di inglese presso il Centro Territoriale Permanente di via La Spezia e l’Università Popolare e come addetto alla gestione qualità e auditor presso la Bormioli Luigi Spa qui a Parma.
Vivo a Collecchio con Antonella e siamo in attesa di una bambina, a giorni. Ho una laurea in lingue e letterature straniere ottenuta a Pavia, un master in American Studies e un dottorato in storia conseguiti a University College Dublin dove ho lavorato come tutor – nel dipartimento di History and Archives e presso le risorse umane – e studiato per quattro degli otto anni che ho trascorso in Irlanda.

Che campagna elettorale hai e stai conducendo… con questo sistema elettorale che, con il sistema delle liste bloccate, di fatto riduce molto il peso dei candidati?
Da quando ho cominciato a partecipare alle iniziative del M5S ho sempre preso contatto con la gente ai banchetti. Stare in mezzo alle persone è la base del nostro modus operandi per raccogliere i pareri, le istanze dell’opinione pubblica e sensibilizzarla allo stesso tempo. La presenza ai banchetti è stata uno dei punti fondamentali della nostra attività anche in questa campagna elettorale, condivisa da tutti i candidati.
A questi si sono uniti gli incontri con i cittadini presso le città dell’Emilia Romagna, ne sono stati organizzati un centinaio in tutta la regione.
Ho cercato di sensibilizzare i cittadini sul tema della salvaguardia del territorio e del suo patrimonio ambientale, storico e archeologico, risorsa enorme che se fosse adeguatamente valorizzata permetterebbe di creare nuova occupazione e di vivere più consapevolmente la nostra storia.
E ho sensibilizzato sulla necessità di ristabilire delle regole chiare e condivise che permettano una più ampia partecipazione alla gestione della cosa pubblica. I candidati del M5S si presentano come portavoce dei cittadini sulla base di un programma condiviso. Che ad entrare in parlamento sia poi Tizio o Caio a noi, strettamente parlando, importa poco. Chiunque fra noi – Andrea, Franco, Maximiliano Paola e Patrizio – è pronto a portare aventi il programma, questa è la cosa rilevante.
Allo stesso tempo occorre considerare che l’attuale legge elettorale va cambiata, in quanto non permette al cittadino di esprimere una scelta sulla persona. Se io ad esempio non sono apprezzato, ma un cittadino volesse esprimere comunque un voto a favore del M5S, con il sistema elettorale vigente rischia di ritrovarsi il sottoscritto a rappresentarlo, e questo è in netta contraddizione con i principi basilari di qualsiasi democrazia rappresentativa. Il cittadino deve avere la possibilità di scegliere chiaramente il suo rappresentante, indipendentemente dallo schieramento in cui questo opera.
Anche questo è un tema di cui il M5S dovrà occuparsi a livello nazionale.

Tutti danno in crescita il M5S che è accreditato di un ottimo risultato. Nei mercati e nei bar che frequenti in campagna elettorale, quali pensi siano gli argomenti che più indirizzano il voto sul M5S?
Penso che ad attrarre la gente sia la profonda necessità di cambiamento che il M5S esprime con chiarezza e il rifiuto di un sistema politico che ha affossato questa nazione in un pantano di malaffare, incapacità e menzogne. Sia chiaro, non credo che la verità sia solo nelle tasche dei candidati del M5S, ma sono altresì convinto che la volontà di cambiamento reale, di creare, come abbiamo fatto, la democrazia dal basso tramite la partecipazione attiva, di una politica autenticamente vicina ai bisogni di tutti coloro che vivono nelle nostre comunità a livello locale, provinciale, ragionale e nazionale sia incarnata dal M5S come mai da nessun altro in questo momento storico in Italia. Credo che le persone comprendano questo.
Ci vedono, ci sentono parlare, ci incontrano e capiscono che esprimiamo i loro bisogni, nel loro linguaggio perché siamo come loro.
Quando dimostro che è possibile fare politica con pochi mezzi grazie alla partecipazione e all’aiuto di tutti, che con i soldi che si risparmiano dai rimborsi elettorali si possono fare investimenti utili per il territorio, la gente comprende.
Credo sia quest’immediatezza che s’incarna in punti precisi del programma – legge anticorruzione per un parlamento composto da persone oneste, massimo di due mandati elettivi, abolizione dei contributi pubblici ai partiti, investimenti per rilancio della ricerca e della scuola – a richiamare le persone verso il M5S. Per risollevare l’Italia dalla grave condizione in cui si trova servono azioni responsabili, produttrici di risposte chiare in cui esista nuovamente un nesso fra la decisone e i risultati fattivi che da questa si sono prodotti. Non è più possibile ascoltare gente che introduce l’IMU e poi va in televisione sei mesi dopo a dire che l’IMU va tolta e che gli Italiani sono troppo tassati. Il teatro dell’assurdo è creazione del genio di Beckett e Ionesco e non serve farne un uso improprio in politica sperimentandone gli effetti sulla pelle di milioni di cittadini.
Dal Movimento 5 Stelle viene chiarezza e non il faction – fact più fiction – di cui sono tristemente e vergognosamente infarciti i discorsi di altri politici Italiani.

In poche, pochissime righe, quali i punti essenziali del programma del M5S?
Vogliamo ridare democrazia a una nazione che per molti aspetti non la conosce più. Il popolo deve potersi esprimersi su come utilizzare le risorse nazionali, su come gestire la propria sanità, l’istruzione, la ricerca, su quali politiche applicare per il lavoro, ha il diritto di scegliere i propri rappresentanti e di essere rappresentato da persone oneste, in un parlamento che non contenga 125 indagati e condannati su 945 membri che lo compongono.
E, soprattutto, il popolo italiano ha il sacrosanto diritto di riappropriarsi della propria storia e di scegliere come farla, rifiutando quel ruolo di sudditanza ad un sistema di satrapi che a me ricorda quello delle classi chiuse del tardo impero di Diocleziano, e che l’attuale classe politica ha deciso aprioristicamente che dovrebbe accettare per mantenere un sistema dove pochi, spesso incapaci, muovono i destini di molti, senza averne il diritto e neppure le capacità.
In questo percorso di rinnovamento nessuno deve essere più lasciato indietro, abbandonato.

Quanto e come pensi incida a livello nazionale l’operato dell’amministrazione grillina di Parma?
Questo dipende da quanto gli italiani conoscano della situazione di Parma. Se fanno attenzione posso capire una cosa molto importante. La scelta del maggio 2012 da parte dei cittadini di Parma e l’operato trasparente della giunta di Federico Pizzarotti hanno sicuramente avuto un grande significato. Hanno permesso di far comprendere come, tutti uniti, possiamo cambiare le cose nelle nostre comunità.
Il cComune di Parma e l’intera collettività sono stati derubati per anni con abusi e prepotenze, più o meno velte. Il M5S è entrato in Comune e ha scoperto debiti immani superiori agli 800 milioni di euro. Si è poi accertata la responsabilità di alcuni fra i precedenti amministratori e questi sono stati recentemente arrestati. Ora l’amministrazione comunale si è costituita parte civile e chiederà di essere risarcita. Con quei soldi, che sono dei cittadini di Parma, frutto del loro lavoro, delle loro energie e che mai avrebbero dovuto essere mal impiegati, si finanzieranno iniziative per l’intera collettività.
E’ un esempio. In inglese c’è una frase significativa a tale riguardo: “The proof is in the pudding”, “la prova è nel pudding”. Basta assaggiarlo per capire come è fatto, se è buono oppure no.
Se dunque gli Italiani fanno attenzione possono capire benissimo che quanto è accaduto a Parma può ben avvenire anche nel resto d’Italia. Possiamo riprenderci le nostre città, il nostro ambiente, le nostre risorse e quanto ci è stato sottratto per impiegarle al meglio. Quanto è avvenuto a Parma il M5S vuole è può fare a Roma e nel resto d’Italia.
Ma per farlo serve l’aiuto di tutti gli italiani. Da soli non andiamo da nessuno parte, ma tutti insieme possiamo farcela.

Quali credi dovranno essere gli aspetti su cui Pizzarotti dovrà puntare di più nei prossimi 4 anni di governo della città?
Credo che la giunta di Federico Pizzarotti e i consiglieri abbiano in buona sostanza operato al meglio fino ad ora. Penso che per il futuro si adopereranno ancora di più per potenziare i servizi, la gestione degli asili nido e anche la cultura. Questi sono i settori in cui il M5S può ben investire, curando i bisogni delle collettività, a supporto della rivoluzione culturale che il Movimento incarna.
Parma ha un potenziale enorme. Ho parlato di recente con la soprintendenza ai beni archeologici che mi ha illustrato alcune delle iniziative che gli archeologi hanno cercato di proporre negli ultimi anni. Molte non sono mai andate in porto per via del solito refrain, “mancanza di fondi”. Ora che la storia recente ha dimostrato che i fondi vi erano – semplicemente venivano spesso mal utilizzati – auspico che con quanto si recupererà si possano lanciare nuove iniziative.
La zona di Parma, insieme a al territorio compreso tra Piacenza e Reggio Emilia, è oggi l’area d’Italia da cui proviene il maggior numero di testimonianze funerarie del periodo neolitico, eccezion fatta per la Sardegna. Nei pressi della rotonda che si trova di fronte al cento commerciale Eurosia è stata scoperta una necropoli romana di 200 tombe – dall’età repubblicana fino a quella imperiale – con dei corredi ricchissimi. Se tutto questo patrimonio, a cui io ho solo accentato, fosse inserito in percorsi a tema, l’arricchimento culturale ed economico che ne avrebbe la città sarebbe sostanziale.
Pensate che potremmo fare altrettanto nel resto d’Italia…

Carlo Cantini